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Monte di Procida, la devozione a San Michele Arcangelo: una storia di miracoli e protezione legata all’isola di Procida

In passato, i nostri antenati, soprattutto le donne, tendevano ad evitare di pronunciare direttamente il nome del demonio, preferendo invece ricorrere a espressioni figurate o metafore.
Tra le più utilizzate, vi era “chìro ca stò sotto a San Michele” (colui che sta sotto a San Michele), un modo di dire che talvolta poteva assumere significati ambigui.

È evidente che le menti maliziose potessero interpretarlo in modo diverso, ma i nostri predecessori erano profondamente devoti ed assidui frequentatori della chiesa. Di conseguenza, erano ben familiari con l’iconografia di San Michele Arcangelo, raffigurato come un combattente, un guerriero celeste con la spada o la lancia nella mano e sotto i suoi piedi il demone, il dragone o il serpente, simboli di Satana sconfitto in battaglia.
Questa rappresentazione è estremamente diffusa e simboleggia in maniera inequivocabile la vittoria del bene sul male.

L’immagine dell’Arcangelo Michele che sottomette il demonio ai suoi piedi ha assunto diverse forme artistiche nel corso dei secoli, incarnandosi in dipinti, sculture e icone. Con il tempo, è divenuta un simbolo di rilevanza cruciale nella lotta contro le forze oscure e nella difesa del bene ed anche per questo, il 29 settembre 1949 venne proclamato protettore della Polizia da Papa Pio XII.

Perfino oggi, la figura di San Michele Arcangelo continua ad essere oggetto di fervente devozione per molti credenti, i quali lo invocano come loro protettore e baluardo contro le insidie delle tenebre e le tentazioni che minacciano il loro cammino.

A Monte di Procida, la figura di San Michele è ancora oggi oggetto di una profonda devozione, ereditata sicuramente dai procidani attraverso i secoli, a causa dei numerosi miracoli e delle grazie da lui elargite. Da noi, l’Arcangelo Michele è considerato un protettore contro i nemici, le calamità e si occupa della tutela dei marinai e degli emigranti.

Nella millenaria Abbazia di San Michele Arcangelo a Procida, è possibile ammirare un celebre dipinto che raffigura l’Arcangelo Michele, santo patrono dell’isola, in una maestosa lotta contro l’imponente flotta saracena guidata dal temibile pirata Barbarossa. L’opera mostra l’Arcangelo in volo, brandendo una spada di fuoco e circondato da angeli. Questa immagine iconica rappresenta il momento cruciale durante l’assedio dei pirati turchi avvenuto l’8 maggio del 1535, quando San Michele intervenne per proteggere l’isola.

(..) quando essi a momenti temevano di cadere nelle mani barbare, ecco il celeste Principe sceso dal cielo in loro aiuto, fé vedere tutta la Terra Murata talmente cinta di fuoco, e vibrare fulmini e saette, che il Barbaro Corsale fu costretto non già salpare, ma rompere le gomene, e fuggire spaventato, e forse ripetendo ”terribilis est locus iste” (questo luogo è spaventoso)” …come raccontato dal curato perpetuo Nicola Ricci.

Nel dipinto, San Michele appare come un fiero guerriero con la spada alzata in segno di vittoria. Indossa un elmo piumato sulla testa e regge uno scudo che recita la frase “Quis ut Deus” (Chi è come Dio?). Questa raffigurazione sottolinea la natura combattiva del santo, che non solo difende Procida dai nemici terreni, ma anche dalle minacce spirituali.

San Michele è invocato come un potente guerriero nelle preghiere dei fedeli, chiamato a combattere contro nemici visibili ed invisibili, tra cui il demonio, gli spiriti maligni, i falsi testimoni, le maldicenze, le discordie, la fame, la peste, la guerra, le calamità naturali e tutto ciò che rappresenta l’influenza malefica di Satana. L’immagine dell’Arcangelo Michele nella Chiesa di San Michele a Procida non solo ispira ammirazione estetica, ma anche una profonda devozione da parte dei procidani, che riconoscono il suo ruolo protettivo nella storia dell’isola.

Una delle più famose preghiere procidane dedicate all’Arcangelo Michele recita:

Fu Michele, che da quest’isola
fulminò quell’infedele
che venendo dall’oceano
s’appressò con cento vele:
a recar su questa terra
o catene o morte o guerra.

Ricordiamo che un Arcangelo è un angelo divino con una posizione di guida all’interno del gruppo, ossia è un capo supremo degli altri angeli semplici e San Michele Arcangelo è considerato il capo degli Arcangeli.

Gli Arcangeli sono sette in totale e sono considerati figure celesti di grande potere e importanza nella tradizione religiosa e spirituale. Ognuno di essi è associato a specifiche virtù, responsabilità e sfere di influenza, contribuendo così a guidare e proteggere l’umanità lungo il cammino della spiritualità e della redenzione.

Nella tradizione cristiana, i sette Arcangeli più noti sono:

1. Michele: È associato alla giustizia, alla protezione e alla sconfitta delle forze del male. È l’arcangelo guerriero ed ha il compito di proteggere il Regno dei Cieli e guidare gli uomini nella strada del Signore, insegnando a distinguere tra il bene e il male, la verità e la bugia.

2. Gabriele: È noto come il messaggero divino e svolge un ruolo importante nell’annunciare le importanti profezie e messaggi divini, inclusa l’annunciazione a Maria della nascita di Gesù.

3. Raffaele: È conosciuto come l’arcangelo della guarigione. Nella Bibbia, svolge un ruolo chiave nel libro di Tobia, dove aiuta nella guarigione del padre di Tobia.

4. Uriel: È spesso associato alla saggezza, all’illuminazione e alla rivelazione divina. Il suo nome significa “Fuoco di Dio” o “Luce di Dio”.

5. Sariel: In alcune tradizioni, Sariel è considerato un arcangelo e viene associato alla vigilanza sugli spiriti umani e al giudizio delle anime.

6. Remiel: Il suo nome significa “Misericordia di Dio”. In alcune tradizioni, è considerato l’arcangelo responsabile di guidare le anime al giudizio divino.

7. Raguel: Il suo nome significa “Amico di Dio”. Raguel è spesso associato alla giustizia divina e al mantenimento dell’equilibrio nell’universo.

Auguri a chi oggi festeggia l’onomastico.

–Pasquale Mancino

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