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Storia di Monte di Procida: Enrico Romeo, il giovane, brillante e sfortunato maestro di musica montese

Nel cimitero di via Torrione, sulla destra della chiesa, praticamente a terra, c’è un vecchio loculo con in testa impresso il simbolo della Lira (strumento musicale) e sulla cui copertura in marmo vi è riportata la seguente scritta:

Qui giace
Enrico Romeo
insigne maestro lirico
varcò i principali teatri d’Italia, d’Europa
e oltre oceano
Raccolse onore e gloria
A soli 32 anni un morbo ribello lo rapì
all’affetto dell’arte e della famiglia
La moglie, la figlia, i fratelli
inconsolabili posero
30 agosto 1916

Sono trascorsi esattamente 104 anni dalla prematura morte di Enrico Romeo e vale la pena scoprire qualcosa in più su questo giovane maestro lirico montese. Ecco quanto ho scoperto su questo nostro, quasi sconosciuto, compaesano musicista.

Enrico Romeo di Santillo nacque a Napoli, sezione porto, nel 1884 da Antonio e Raffaella Venditti. Suo padre era un benestante e questo permise ad Enrico di studiare per bene, sin da piccolo, la musica che era la sua più grande passione. Il ragazzo frequentò poi il conservatorio e subito dopo iniziò una splendida carriera di musicista specializzandosi soprattutto come maestro dei canti e dei cori nelle grandi opere liriche.

Si esibì con successo in vari teatri italiani e ben presto si trasferì a Milano; il suo nome appare in molti manifesti di opere rappresentate alla Scala.

Nel 1907 è maestro del coro nell’opera “Iolanta” di Pëtr Il’ič Čajkovskij. Nel 1909 è maestro sostituto nell’opera “Rosellina dei Vergoni” di Francesco Balilla Pratella.

Nel 1910 il nostro Enrico Romeo inizia la sua carriera all’estero esibendosi nei teatri di Londra e dal 1911 la sua abilità, l’esperienza e le sue doti musicali lo portarono anche oltre oceano.

Dal 15 al 22 aprile infatti è assistente direttore nella “Cavalleria Rusticana” di Pietro Mascagni rappresentata al Teatro Sols di Montevideo in Uruguay dove rimase per molto tempo.

Tornato dall’america del sud, nel 1912, sposò Anita Poltronieri dalla quale ebbe una bambina, nata qui a Monte di Procida, a cui volle dare il nome di America Romeo in omaggio al grande successo ottenuto oltre oceano.

Nel 1913 divenne maestro dei cori alla Scala di Milano, ma il 1913 per il nostro compaesano musicista non fu un grande anno; purtroppo a soli 4 mesi, il 17 settembre 1913, la figlia America morì nell’abitazione situazione al corso Garibaldi n.44 di Monte di Procida.

Poco più di due mesi dopo, il 27 novembre 1913, morì anche sua madre Raffaella Venditti all’età di 68 anni, sempre qui a Monte di Procida al corso Garibaldi n.40 e come se non bastasse poco più di 10 giorni dopo, il 9 dicembre 1913, morì anche il padre Antonio oramai 82enne, sempre nella stessa abitazione di corso Garibaldi 40.

Dopo circa un anno di lutto, trascorso soprattutto qui a Monte di Procida, Enrico trovò la forza di andare avanti e così arrivò un’altra bambina e un’altra avventura nel sud America.

Nel 1915 il maestro Romeo andò di nuovo in tournée in Uruguay per la rappresentazione dell’opera “Manon” di jules Massenet; per quest’opera ebbe l’occasione di dirigere il grande tenore napoletano Enrico Caruso.

Sempre nel 1915 al teatro Sols di Montevideo, Enrico Romeo, in qualità di maestro del coro, rappresentò l’opera “Il Barbiere di Siviglia” di Gioacchino Rossini.

Nel marzo 1916 era ancora in sud America, questa volta in Argentina al Teatro Colón di Buenos Aires per la rappresentazione di varie opere teatrali.

Questa lunga tournée lo affaticò non poco; tornò a Milano molto provato ed in pessime condizioni di salute. Gli venne diagnosticato un disturbo cardiaco e gli fu consigliato di lasciare il lavoro e di andare a rilassarsi per un po’ di tempo.

Così Enrico, nell’agosto del 1916, tornò a Monte di Procida per riposarsi; venne da solo, senza la moglie e la figlia, proprio per stare più tranquillo possibile. Purtroppo il maestro Romeo alle ore 12 e 20 del 30 agosto del 1916 morì in una abitazione situata in via Nuova Acquamorta numero 3.

Aveva solo 32 anni ed una grande e brillante carriera da musicista davanti a sé; purtroppo non riuscì a sopravvivere al suo male al cuore chissà quanto straziato dai tragici eventi del 1913.

Riposa in pace maestro.

–Pasquale Mancino

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