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Rifiuti Tossici, la proposta del Professor Antonio Di Meo.

I beni confiscati alla camorra? Vendiamoli ai privati per creare nuova occupazione – E col ricavato bonifichiamo i terreni avvelenati. E’ la proposta del Professor Antonio Di Meo.

Sono dati allarmanti, la Città lo sa e zittisce; la gente si ammala e poi muore. Si tratta degli effetti sulla salute pubblica imputati ai rifiuti tossici giacenti nelle nostre terre.
Le morti premature in Campania sono altissime, dove si supera del 13% la media nazionale, e con dati in peggioramento. Secondo una ricerca condotta da un gruppo di ricercatori, arriva a dichiarare che il 60% dei residenti svilupperà tumori od altre gravi patologie, come dimostrato da l’osservazione dei dati statistici, delle mappe dell’inquinamento e dai tipi di sostanze ritrovate.
In queste mappe figurerebbe anche il Litorale Domizio-Flegreo, stante anche alle dichiarazioni di un pentito della camorra, Carmine Schiavone, 70 anni, cugino di Francesco detto Sandokan, il gran capo del clan dei Casalesi.
Un orrendo business, che sta facendo ammalare e morire migliaia di cittadini, colpiti da svariate forme di cancro; un affare per le industrie che si sono rivolte alla camorra per sotterrare fiumi di schifezze in cambio di soldi.
I rifiuti non provengono soltanto dalle industrie del Nord, ma ci sarebbero dentro molte società francesi, belghe e di altri Paesi europei. Insomma, mezzo mondo avrebbe scaricato nel Sud d’Italia i suoi residui più pericolosi. Il materiale tossico è stato sotterrato nelle cave di sabbia o sotto terra poi ricoperto con cura. Per cui in Campania stanno morendo 5 milioni di persone; colpa di quei veleni nascosti anche con le mani di insospettabili connivenze.
Gli enti pubblici, la sanità, dovrebbero intervenire, per accertare la presenza di eventuali discariche: scavare dove si sospetti la presenza di qualcosa di nocivo. Nel caso di scoperte, le autorità devono intervenire per la bonifica, al fine di scongiurare nuovi danni alle persone; purtroppo non lo fanno: mancano volontà politica e soldi e tutto viene rimandato al domani. Da diversi anni.
Una proposta degna di riflessioni viene avanzata dal Professor Antonio Di Meo, politico e studioso delle realtà locali.
“ I Rifiuti tossici sono stati portati al Sud dalla malavita; si sono avvalsi di questi vettori molte aziende del Nord, per risparmiare sullo smaltimento legale. Hanno lucrato smisuratamente, pur sapendo che quella tossicità sarebbe stata dannosa per quelle terre e letale per la loro popolazione. Dunque un connubio tra alcuni imprenditori del Nord e le cosche del Sud. Con quei soldi la camorra ha comprato palazzi, ville, castelli, terre e quant’altro.”
“ Lo Stato – continua il nostro interlocutore – procede continuamente alla loro confisca; successivamente questi beni vengono destinati ai comuni che li utilizzano per fini istituzionali o sociali. Molto spesso le amministrazioni locali non si attivano per questo fine, o lo fanno con estrema lentezza “
E’ il caso di Villa Ferretti, che sorge nell’incantevole baia sottostante il Castello Aragonese a Bacoli; da circa dieci anni (data di consegna 24.10.2003) questa magnifica struttura e le sue pertinenza, risulta essere stata confiscata e consegnata all’Ente di via Lungolago. Con la promessa di essere utilizzata come centro culturale polivalente ad indirizzo musicale e espositivo; secondo le finalità del progetto si sarebbe dovuto allestire una biblioteca, una sala conferenze, un centro espositivo per mostre, ed essere la base logistica per operatori nazionali ed internazionali che effettuano attività di studio e ricerca nell’ambito dell’archeologia subacquea, oltre a contenere un museo civico per le attività di pesca e di mitilicoltura e delle arti marinare. Purtroppo fino ad oggi, anche in presenza di finanziamenti cospicui (Progetto Integrato Territoriale Campi Flegrei per un importo di 1.700.000,00 euro) la struttura, in attesa della sua conversione, muore nell’abbandono e nella depauperazione.
“Diamo una diversa destinazione ai beni confiscati alla camorra. – Propone dunque il Professor Di Meo – Gli enti locali potranno venderli ai privati, e con il ricavato, si potrà operare per la ricerche dei siti avvelenati e procedere, successivamente, alla loro bonifica”.
Un vantaggio poliedrico. “ Certamente: col ricavato della vendita si potranno creare i presupposti per salvaguardare la salute pubblica; con l’acquisto del bene l’imprenditoria privata potrà trasformare questi manufatti in esercizi ricettivi turistici, come alberghi, villaggi-alberghi, residenze turistico alberghiere, alloggi agro-turistici, case ed appartamenti per vacanze, ostelli per la gioventù e via discorrendo. L’economia locale se ne avvantaggerà. E – conclude il Professore – ci saranno sicuramente nuove opportunità occupazionali. “
geppino basciano
04/09/13

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