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Economia: "bene comune e bene comuni" di Fernando Fevola

ECONOMIA: BENE COMUNE E BENI COMUNI
di Fernando Fevola

Venerdì 15 Aprile, presso il Laboratorio delle Arti di Monte di Procida, si è tenuto l’ottavo incontro del Meic (Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale) con il prof.Luigi Fusco Girard, docente ordinario di economia ed estimo ambientale all’universita’ degli studi di Napoli “Federico II”.

Alla presenza dell’assessore alla viabilità Rocco Assante di Cupillo, facente le veci del sindaco Francesco Paolo Iannuzzi, di Don Elio Santaniello, vice rettore del Seminario di Pozzuoli nonché assistente dell’Azione Cattolica , di Eugenio D’Accardi, presidente diocesano del Meic e di un folto e qualificato pubblico, il prof. Luigi Fusco Girard, presentato dalla dott.ssa Iolanda Fevola, ha tenuto una conferenza-dibattito sul tema “Economia, bene comune e beni comuni”.

Il professore ha aperto la sua relazione mettendo in luce come quello che per noi è la razionalità non è altro che un’universalizzazione del concetto peculiare di razionalità economica: massimizzazione dei profitti e minimizzazione delle spese.
Seguendo dunque questo tipo di razionalità diviene impossibile strutturalmente perseguire il bene comune, che viene necessariamente emarginato se non si sceglie una lettura sistemica della realtà, ovvero della realtà nella sua interezza, senza particolarismi.

Il bene comune è una realtà diversa sia dal bene pubblico che dal privato: la facciata di un palazzo storico, tecnicamente posseduta da un privato, detiene, in virtù del significato che ha per la comunità, uno status tale per cui il proprietario stesso è vincolato nella sua gestione. Il paesaggio di una città d’arte come Venezia è costituito anche di una serie di abitazioni private ma la rilevanza che esso ha in termini estetici,
storici, di riconoscimento per la comunità, lo rende un bene da vincolarsi secondo strategie che limitano la possibilità d’azione del singolo privato che potrebbe, ad esempio, decidere di costruirvi un grattacielo.

I beni comuni sono dunque solitamente beni culturali, ambientali, paesaggistici, risorse dalla difficile segmentazione (un corso d’acqua che se inquinato in un punto posseduto da un privato viene a essere privato della sua utilità per tutti i suoi fruitori).
Si tratta quindi di beni inerenti per lo più alla realtà locale: onde proteggerli occorre dunque stimolare l’autogestione e accrescere il senso di cittadinanza.

Per fare sì che l’economia sia più presente localmente e si sviluppi un maggiore senso di cittadinanza, ovvero una maggiore ricchezza di relazioni tra gli individui, una delle soluzioni è il Local Exchange Trade Sistem. Si tratta di valuta locale: uno strumento di scambio, utilizzato su base volontaria, con cui è possibile scambiare beni e servizi, ma non utile al risparmio o all’investimento.
La moneta alternativa non è imposta per legge e tende a organizzare gli scambi a livello locale, dato che la sua circolazione è limitata. Inoltre, essendo l’utilizzo della moneta opzionale e solitamente preponderato all’interno di un gruppo, ottenere un bene è un atto di scambio (e dunque è chiaro il valore sia di chi dà che di chi riceve), più che di acquisto.

E’ stato inoltre presentato l’esempio del comune di Lappiano, in Toscana, che sperimenta un’economia di comunione dove un terzo dei guadagni sono destinati all’imprenditore, un terzo alla promozione del marchio di questa innovativa economia comune, il terzo restante a quanti versano in difficoltà per il momentaneo cattivo stato delle vendite.
Un sistema economico che coniughi il benessere – un benessere durevole- con il bene comune sembra quindi possibile e per ottenere ciò più che l’avanguardia tecnica  occorre il rinnovamento culturale.

Durante il dibattito con i presenti il Professor Fusco Girard ha ribadito, rispondendo a un intervento dell’assessore, l’insensatezza dell’utilizzo delle discariche in quanto incapaci di risolvere strutturalmente il problema dei rifiuti e Don Elio ha consigliato la lettura dell’enciclica papale “Caritas in veritate”, incentrata sul tema del bene comune come funzionale alla necessità umana di relazione.

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