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Le parole del sindaco sfiduciato Peppe Pugliese: “Non doveva succedere, non ora!”

Non doveva succedere, non ora! II bradisismo, la fragilità di questo momento storico non hanno fermato otto consiglieri comunali e un assessore a dimettersi, determinando la mia caduta dalla carica di sindaco. La paura di questa notte, con una scossa di magnitudo 4.0 neanche li ha fermati. Come succedeva con il covid anche stanotte non ho dormito e sono stato al capezzale di un paese scosso e impaurito, credo di essermi sempre comportato come un buon padre di famiglia, non sono mai esistiti orari e limiti.
Domani sarei dovuto andare a Roma, in audizione in Commissione, proprio per fare in modo che anche il nostro territorio sia incluso in una legge speciale per i Campi Flegrei. Avrei dovuto partecipare ad una riunione nel pomeriggio in Prefettura. Invece no, non potrò farlo. Non sono più il sindaco di Monte di Procida da qualche ora. Ho tessuto una rete importante di sinergie e collaborazioni istituzionali di cui sono profondamente orgoglioso, mai era accaduto per un primo cittadino di Monte.
Ma non mi fermo: ho visto strani movimenti in queste ore e sono pronto a parlarne col prefetto.
Sono stato il sindaco che ha ingoiato polemiche sterili, accuse false, sono stato il sindaco che in queste ore ha cercato di dare pari dignità con gli altri al Comune più piccolo in grandezza dei Campi Flegrei. Non potrò farlo più.
Durante il periodo del Covid vi sono stato vicinissimo, insieme abbiamo affrontato la paura, l’emergenza. E ce l’abbiamo fatta. Ero pronto a fare lo stesso adesso. Ma non posso più. Non vi arriverà più la telefonata a casa per informarvi delle problematiche quotidiane. Proprio ora, in un momento così tragico e delicato per la nostra comunità sarete soli. Io non ci sarò e non perché ho fatto un passo indietro, anzi. Non so quale ambizione personale abbia spinto i consiglieri a dimettersi, a tornarsene a casa, dimostrando che per loro contano più le ambizioni e rancori piuttosto che l’interesse del paese. Per me è un atto irresponsabile, infantile. I mei anni al governo della città sono stati anche dolorosi, difficili, con decisioni da prendere che potevano apparire mortificanti, ma erano sempre nel rispetto delle regole, ai ricatti non ho mai ceduto. Lascio una cittadina con un bilancio comunale solido, con opere pubbliche importanti avviate, ieri proprio abbiamo messo la prima pietra del porto, che si attendeva da 40 anni e accadrà lo stesso per la piazza, cuore della nostra bellissima città e per tanti altri interventi. Io amo Monte di Procida, ho deciso di viverci con la mia famiglia, ho qui i miei amici e la mia più grande ambizione era quella di vederla fiorire. Sono stato vicino alle associazioni, ai giovani a chi ha avuto idee innovative, perché il futuro è possibile solo se ci apriamo all’innovazione e non ci pieghiamo a vecchie logiche clientelari. Torno a casa a testa alta, felice di aver dato il mio contributo alla mia terra, alla mia città. Grazie a voi sono cresciuto come politico e come uomo e sarò sempre orgoglioso di essere stato il vostro sindaco.

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