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Mareggiate, la costa Flegrea invasa ancora da rifiuti e detriti

Di Patrizia Capuano Da IL MATTINO

BACOLI. Le mareggiate che sferzano il litorale flegreo hanno trasportato una grande quantità di detriti provenienti dal golfo: da Licola, Cuma a Monte di Procida fino a Baia i marosi, intensificati dalle tempeste che hanno investito il comprensorio, hanno trascinato lungo la linea di costa e sulla battigia moltissimi retini, plastica, polistirolo, cotton fioc, frammenti di vetroresina e di legno tanto da ricoprire talvolta la sabbia. E non sono stati risparmiati tratti delle sponde del lago Miseno, collegato al mare attraverso le foci di Miliscola e Miseno, apparse nei giorni scorsi a chi percorreva la pista ciclabile in alcune zone inondate da bicchieri in plastica, sacchetti, retini, cartacce, pezzetti di legno. Sono quindi seguite segnalazioni dei cittadini al Comune, che ha provveduto a rimuovere quanto era stato depositato dalle correnti marine attraverso i canali. Nel primo pomeriggio di ieri, quindi, il perimetro del bacino lacustre è apparso ripulito. In ogni caso il Centro Ittico Campano – la società pubblica che amministra i laghi Fusaro e Miseno con il patrimonio immobiliare adiacente – sta programmando con il proprio personale, se si dovesse rendere necessario, un ulteriore intervento lungo gli argini dello specchio salmastro a partire da domani.

Anche nel porticciolo di Marina Grande sono intervenuti gli operai del locale ente pubblico al fine di asportare i rifiuti dalla spiaggia libera e dalle aiuole adiacenti, dopo segnalazioni e denunce dei residenti. Una emergenza periodica che interessa la litoranea flegrea soprattutto nei mesi invernali, quando le tempeste lasciano sugli arenili ciò che il mare – considerato da molti una sorta di pattumiera – raccoglie. I detriti così inondano punti della linea di costa e tratti di fascia sabbiosa rendendo necessari anche interventi di volontari, che promuovono in sinergia con le istituzioni giornate ecologiche a tutela dell’habitat marino-costiero. L’obiettivo è di rimuovere rifiuti dai fondali che restituiscono di tutto: pneumatici, batterie dismesse, plastica e a volte persino parti di elettrodomestici e carcasse di imbarcazioni.

Colpite da questa emergenza per la particolare posizione geografica, le località costiere di Capo Miseno ai margini del porto imperiale, dello storico quartiere Poggio, di Marina Grande, l’arenile della Beata Venere di Baia adiacente il parco archeologico sommerso, la spiaggia romana tra Fusaro e Cuma ai limiti del Comune di Pozzuoli.
E per contrastare questa situazione, gruppi di cittadini hanno già chiesto in diverse occasioni azioni di controllo da parte di Comune, capitaneria, Regione, Provincia e Parco Campi Flegrei affinché siano adottate strategie che possano individuare le cause di questo «sversamento» di detriti e rifiuti nella rada flegrea, che le correnti marine puntualmente restituiscono alla terraferma. L’origine del fenomeno, secondo pescatori del posto, sembra provenire dall’area nord-est del golfo di Pozzuoli e dal canale di Procida.

Un’urgenza ambientale di fatto periodica che si ripresenta puntualmente tra l’autunno e l’inverno. Altro dato sottolineato dai comitati ambientalisti, la presenza nei nostri mari di polistirolo che si deposita in grosse quantità sugli arenili. Si tratta peraltro di un materiale il cui tempo di biodegradabilità è pari a mille anni e che, sbriciolandosi, rende vana ogni operazione di pulizia e di bonifica.detriti plastica

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