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Video. Demolizioni e condono, interventi al convegno del Partito Democratico di Bacoli.

Davvero un fenomeno di tale estensione è solo esclusivamente nient’altro che risultato della speculazione edilizia?

Davvero una casa di 60-70 mq è opera della camorra ed evidenzia senza ombra di dubbio un fine speculativo?

Insomma, davvero tutte queste case di così modesta entità non sono altro che espressione di una ostinata volontà a delinquere, a speculare, a trarre illeciti profitti da un’attività edificatoria senza fine?
Una volontà a delinquere quasi connaturata al cittadino campano in quanto campano, come pure più volte ci viene detto. Una volontà a delinquere antropologicamente scritta nel dna del cittadino campano?
Ma ci si rende conto? Non si vuole certo negare la gravissima piaga dell’abusivismo edilizio speculativo, che ha straziato, martoriato i nostri territori, profondamente segnato un paesaggio di rara bellezza come quello campano. E’ vero che si è dato corso ad una abusiva “cementificazione selvaggia”. Ma è altrettanto vero che esistono numerose realtà, non figlie dell’ illegalità, ma inevitabili vittime di un sistema corrotto e mal funzionante del quale la vera illegalità si è nutrita, per le quali è necessario intervenire con opportune regole di pianificazione, che possano da un lato sopperire all’esigenza abitativa, ma dall’altro impedire la grande speculazione edilizia.
Esiste un abusivismo, che si voglia accettarlo o non, che è figlio della necessità, di una necessità che non ha trovato dall’altra parte ad essere sorretta ed orientata, un ordinamento efficace, non ha trovato adeguati strumenti giuridico-normativi, urbanistici tali da poter efficacemente rispondere a quella che è una naturale esigenza dell’uomo.
Tra le 70000 famiglie che questi comitati raccolgono, in ridotta delegazione questa sera presenti , non ce n’è una che non attenda da meno di 20 anni, l’assegnazione di casa popolare, sussistendone i requisiti.
Ma dove sono le tanto decantate opere di edilizia residenziale pubblica? Al loro posto si vedono nascere alberghi (quelli mai verranno demoliti, recentemente il Tiberio Palace Hotel è stato acquisito a patrimonio comunale), centri commerciali ecc…
La soluzione dell’abusivismo edilizio campano, nella sua specificità, passa soprattutto per la via della corretta pianificazione urbanistica dei territori, per la via della rivisitazione di un regime vincolistico eccessivamente impositivo fondato sul divieto assoluto che non ha sortito che l’effetto contrario di far implodere il sistema.
La Campania si doti di strumenti di pianificazione d’avanguardia, che pongano argini al dilagante fenomeno della speculazione ma che sappiano concedere per contro ordinati spazi per uno sviluppo dell’urbanistica nel segno della legalità e del rispetto dell’ambiente.
Se la battaglia di chi difende l’ambiente fosse vera e meglio illuminata dalla coscienza di saper riconoscere le umane necessità, la Campania potrebbe diventare il fiore all’occhiello delle costruzioni eco-compatibili di scarsa incidenza sul territorio .
A quanto detto si aggiunge, beninteso fatta salva la sua necessaria funzione di tutela, l’ estensione ingiustificata del regime vincolistico anche a quelle zone che godono di una realtà paesaggistica di minore rilievo e che pertanto ben avrebbero potuto prestarsi ad aree di ordinato sviluppo disincentivando fenomeni di abusivismo nelle zone di maggiore rilievo.
Ad ogni modo, laddove si renda necessario secondo diritto, demolire le abitazioni in questione, ci diciamo contrari alle demolizioni “per rappresaglia”. Uno Stato di diritto non può tollerare che una modesta abitazione venga demolita, ed una villa invece, per ragioni di insufficienza e indisponibilità economica, richiedendo costi eccessivi, rimanga in piedi. Uno Stato di diritto non può tollerare che da un un giorno all’altro si mandi per strada una famiglia peraltro in attesa da tempo immemorabile dell’ assegnazione di una casa popolare, senza che si disponga per questa una soluzione abitativa temporanea e senza che possano attivarsi meccanismi assistenziali sociali per i bambini coinvolti.
A questo proposito, abbiamo presentato denuncia di violazione di diritti umani presso L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite, ne attendiamo risposta

Se anche non si condividesse un solo punto di quanto si è detto, quanto meno ogni deputato campano avrebbe dovuto inorridire quando più e più volte si è negata e si nega ogni discussione nel merito della questione, sulla base di un intollerabile pregiudizio nei confronti del popolo campano .
Avrebbe dovuto inorridire quando i suoi concittadini, dai quali è stato eletto, sono acriticamente e pregiudizialmente considerati camorristi. Forte del ruolo pubblico che ricopre ogni deputato campano, libero di essere contrario, d’accordo o indifferente, dovrebbe sentirsi ferito nell’orgoglio quando la Campania viene cancellata dall’agenda politica parlamentare.
Invece si preferisce soggiacere alla linea di partito, alle direttive dei vertici autoritari : l’asse Bersani-Bindi.
Allora non chiediamo di essere d’accordo a questo o a quel condono, ma dopo aver toccato con mano la questione, vi chiediamo di ricordarvi, quando sedete sulle, dei concittadini-elettori per i quali avete assunto questo alto ruolo di responsabilità e di rappresentanza.

Esposito Domenico

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