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Crack Deiulemar, lettera aperta di una signora torrese

Egregia redazione,

scrivo per illustrare che a Torre del Greco si sta verificando un vero e proprio dramma sociale che sta coinvolgendo oltre 10000 famiglie. Si tratta di obbligazionisti della società armatoriale Deiulemar, operante sul territorio, e non solo, da oltre 40 anni, famosa in tutto il mondo, grazie a noi cittadini risparmiatori che abbiamo prestato il nostro denaro per un investimento a basso rischio, poichè gli interessi garantiti della società superavano di circa l’1-2% quello delle banche. Da circa 2 mesi e mezzo è emerso che le obbligazioni dichiarate al bilancio dai capi di questa società, i signori Della Gatta, Iuliano e Lembo, fossero solo di 40 milioni di euro, a fronte di quasi 700 milioni di obbligazioni emesse. Improvvisamente i soci hanno deciso di interrompere il pagamento degli interessi e non si è capito dove sono finiti i nostri risparmi dato che non hanno intenzione di rimborsarci dei nostri sacrifici. Un fatto certo e documentato è che nel corso degli anni, a partire dal 2005 si è assistito ad un graduale e progressivo svuotamento della originaria Deiulemar compagnia di navigazione (a cui abbiamo affidato ufficialmente i nostri risparmi) e la creazione di nuove società, indipendenti da quella originaria, ma gestite dagli stessi soci , tra cui la Deiulemar Tankers s.r.l (creata per scissione ramo noli nell’ottobre 2010), la Deiulemar Shipping S.p.A., creata per conferimento del ramo “flotta di proprietà” che controlla a sua volta per il 100% la società ledi Shipping dall’ottobre 2011, pochi mesi prima dello scoppio della notizia delle presunta “crisi”, in gennaio 2012. I nostri risparmi che sarebbero dovuti entrare, come indicato nell’intestazione delle cedole firmate dall’allora amministratore unico Michele Iuliano, alla “Deiulemar compagnia di navigazione” erano invece dirottati altrove, nelle nuove società indicate sopra, ma anche in altre attività (quali acquisto di beni personali, alberghi, yachts, paradisi fiscali) non dichiarate ufficialmente dai soci su cui sta indagando. In altre parole la compagnia storica a cui abbiamo affidato i nostri risparmi è ad oggi una “scatola vuota”, svuotata appositamente in modo che i signori Della gatta, Iuliano e Lembo potessero trovarsi coperti e sicuri di poter procedere le attività armatoriali, ma liberandosi degli obbligazionisti (a cui devono praticamente tutto o quasi) dopo aver fatto scoppiare la notizia shock del presunto crack. Si capisce quindi che, seppur vera di base la crisi dei noli che ha interessato tutto il settore marittimo, essa abbia contribuito in minima misura alla situazione attuale. La crisi è stato evidentemente un pretesto adottato per raggiungere l’obiettivo di liberarsi dai debiti obbligazionari, semplicemente non sanandoli, per rendere le attività più fluide e la società più “sana” come i soci stessi hanno dichiarato in più occasioni. La città è disperata, sono i soldi di onesti lavoratori, di tutte le età e di tutti i ceti sociali e tassati salatamente. Siamo vittime di una truffa sulla quale la Procura di Torre Annunziata sta indagando ed attendiamo le sue risposte. Le accuse sono piuttosto gravi, tra cui bancarotta fraudolenta e appropriazione indebita di denaro pubblico. Al momento la società non è fallita, e i soci non intendono farlo, ma vorrebbero liquidarci con una proposta definita unanimamente anche dalla stampa locale “oscena”. Consiste nella conversione del 100% del nostro capitale in 30-40% di azioni, che non renderebbero nulla a noi ipotetici futuri azionisti, data l’attuale situazione della società nel mondo. Il fatto grave è che i soci intendono così liberarsi del debito nei nostri confronti senza restituzione di denaro, e continuando a svolgere le proprie attività armatoriali, e la lussuosa ed agiata vita di sempre. Tutto questo a Torre del Greco, sotto gli occhi di noi tutti poveri cittadini truffati. E’ importante evidenziare infatti, che i soci in questione non hanno affatto difficoltà economiche e il loro unico scopo è quello di liberarsi di noi obbligazionisti per privarsi del debito. Il loro patrimonio comprende possedimenti in tutto il mondo, quasi tutta la città è di loro proprietà, possiedono 18 grandi navi di trasporto merce, e ne gestiscono le attività di 60. Possiedono negozi di lusso in città turistiche come Capri, grattacieli a New York, e svariate società, persino sottoterra. Con questi patrimoni, grazie alla collaborazione di esperti, si è stimato che potrebbero rimborsarci abbondantemente del 100% del nostro capitale fino alla scadenza del 2018 e nonostante questo la società resterebbe in vita producendo utili. Inoltre c’è un tesoro di denaro liquido che esiste in quanto in 5 anni i soci si sono divisi utili per oltre 300 milioni di euro e deve essere trovato, sicuramente sarà all’estero in paradisi fiscali e ben custodito. Potrete approfondire il caso attraverso servizi nazionali e locali preparati da: striscia la notizia (link in basso), metropolis web, mezz’ora di torre in rete (julie news), ove troverete diversi servizi dedicati alla vicenda, alla manifestazione di piazza del 9 marzo, alla fiaccolata del 22,la manifestazione del 29 marzo, la manifestazione davanti alla procura del 5 aprile e quella del 13 aprile davanti agli uffici. Abbiamo estremamente bisogno di GIUSTIZIA, e che il caso diventi nazionale per accendere l’attenzione su questa tragedia che ci è piombata addosso da un giorno all’altro, dato che la società ha da sempre instaurato con i cittadini torresi un rapporto di estrema fiducia, tanto che molti di noi hanno riposto tutto il patrimonio, frutto dei sacrifici di una vita. I capi della società hanno ritirato capitali fino a 2 giorni prima dall’esplosione della notizia dichiarando che andasse tutto bene e continuando a firmare regolarmente le obbligazioni di proprio pugno. Questa situazione si insinua nel contesto già difficile del Sud Italia, con i relativi problemi occupazionali per molti giovani, e le pensioni da fame di tanti poveri anziani che rischiano di non poter curare le proprie malattie. Il potere d’acquisto si è di colpo ridotto e molte attività commerciali sono costrette a chiudere.
Nei giorni scorsi, lo stesso successore dello storico «capitano» Michele Iuliano, l’ avvocato Roberto Maviglia, aveva lanciato un appello ai soci della compagnia di navigazione per un «nuovo impegno economico» dopo il primo da cento milioni di euro formalizzato a marzo. Da parte dei risparmiatori, l’unico accordo può essere sul rimborso graduale dei nostri risparmi. Questa soluzione legittima e percorribile, con un adeguato piano di rientro non coincide però con la volontà dei soci.

A fronte di quanto narrato nella presente, grazie alla rivista “linkiesta” siamo venuti a conoscenza di verità interessanti che lasciano trasparire la costruzione programmata a tavolino e le innumerevoli responsabilità di soggetti che hanno architettato ed appoggiato questo piano “malefico” che sta portando alla distruzione della nostra città. la società si è avvalsa di personaggi preparati, che potessero assicurarle la sopravvivenza in ogni caso, e senza curarsi considerare minimamente che il patrimonio deriva essenzialmente dagli obbligazionisti. Il contenuto di questo articolo è prezioso per contribuire all’identificazione di tutti i responsabili della truffa (secondo i reati su cui indaga la procura) e alla ricostruzione esatta di questo guazzabuglio in cui mai avremmo immaginato di trovarci. Ecco il link d’interesse:

http://www.linkiesta.it/deiulemar-fallimento-salvataggio#ixzz1rg4Wn23Y

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