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Tre Km. di speranza: come rendere balneabile il tratto tra MdP e il Volturno

Tre Km. di speranza: come rendere balneabile il tratto tra MdP e il Volturno

Due anni di tempo, per una spesa tra i 25 ed i 30 milioni di euro, e torneremo a bagnarci nel tratto di costa che va da Monte di Procida a Varcaturo.
Queste le rosee conclusioni emerse dal convegno tenuto ieri a Licola Mare presso il Lido Le Dune, dove alla presenza dell’assessore regionale all’ambiente della Regione Campania, Luigi Nocera, è stato presentato il progetto per la posa in opera di una condotta sottomarina alla foce del depuratore di Cuma.Si tratta di un intervento (come ha spiegato il Prof. Giuseppe De Martino, coordinatore dello staff tecnico che ha elaborato il progetto) che consente di portare per caduta – senza cioè l’ausilio di costose pompe – i reflui trattati dall’impianto puteolano (circa 30 tonnellate al giorno di materiali in sospensione) a circa tre chilometri dalla battigia e ad una profondità di oltre 22 metri. (Scarica la relazione del progetto)

La condotta, secondo le dichiarazioni dell’ing. Fausto Melli, direttore tecnico della Sogesid, intervenuto con l’ingegner Messina che ha seguito le fasi di studio dell’opera, sarà unica ed avrà un diametro di due metri.

Se i tempi saranno rispettati, una volta realizzata quest’opera il mare della zona flegrea, da Monte di Procida a Bacoli, da Pozzuoli a Giugliano e nel tratto di Varcaturo che ricade in comune di Castelvolturno, tornerà balneabile.

Tre chilometri di condotta e tre chilometri di speranza per invertire finalmente la perversa tendenza che vede la Campania ai primi posti nel mondo civile, quanto a incapacità di gestire i problemi generati dalle scorie della nostra opulenta civiltà.
Sia in materia di rifiuti solidi che di acque reflue viviamo una situazione di sofferenza dovuta a colpe diffuse ed antiche, dalle quali nessuno può pensare di andare indenne.

Non le istituzioni, sia quelle locali e quelle nazionali, non gli organi di controllo, sia di tipo amministrativo che giudiziario, non i tecnici che da anni occupano poltrone di rilievo senza riuscire a dare quei risultati che sarebbe lecito attendersi, non i cittadini le cui colpe si chiamano indifferenza e rassegnazione.

Non è pensabile, però, continuare ad annegare nella disperazione più assoluta di fronte ai cumuli di immondizia che, simili a pestiferi bubboni, mortificano la nostra vista e il nostro olfatto, nè è ulteriormente tollerabile sulle nostre spiagge un mare schiumoso e nero.
Nel marasma generale finalmente qualcosa si muove e in questo buio tunnel dell’inquinamento idrico si intravvede in lontananza una fievole luce.

Alla presentazione del progetto, oltre all’assessore Nocera erano presenti Michele Ragosta, presidente della commissione regionale all’ambiente e il capogruppo dei Verdi, Stefano Buono, accompagnati da Giuseppe Di Girolamo, c’erano poi i consiglieri regionali Pietro Diodato di AN e Nicola Maisto dell’Udeur.

Particolarmente sorprendente, infine, la presenza di Antonio Fantini, segretario dell’Udeur, accompaganto dal quartese Nicola Giaccio e dal puteolano Carmelo Cicale.
Antonio Fantini, segretario dell’Udeur.

“Se le segreterie dei partiti cominciano ad occuparsi del problema che già sta a cuore di alcuni consiglieri regionali” ha affermato Gaetano Montefusco, il legale del cartello ambientalista cha fa capo a Costa dei Sogni “significa che davvero c’è intenzione di risolvere i problemi.”

Oltre ai politici di livello regionale, peò, sono intervenuti anche alcuni tra i sindaci più impegnati nella battaglia ambientalista, come Enrico Fabozzi di Villa Literno o Peppe Barra di Cardito e il nuovo primo cittadino di Monte di Procida, Franco Iannuzzi.

Gli altri erano rappresentati degnamente dai loro delegati. Per Giugliano c’era Armando Di Nardo, mentre per Calvizzano l’attivissimo Salvatore De Rosa, per Bacoli Antonio Tosi e Franco Vitale. Era presente anche Carmela Pugliese, assessore all’ambiente del comune di Ercolano, ma montese d.o.c., mentre i comuni commissariati – presente per Quarto l’ex sindaco Pasquale Salatiello – erano rappresentati semplicemente dai loro cittadini e dalle associazioni.

Decine di associazioni con le loro bandiere, da Mare Blu di Quarto a Bagnara che vive di Castelvolturno, col colonnello Aldo Di Resta suo presidente. C’erano l’Unicel, l’associazione delle casalinghe campane e l’associazione dei carabinieri di Pozzuoli, Fiamme d’Argento, presieduta dall’ex consigliere comunale Alfonso Trincone. Erano presenti la Coldiretti di Pozzuoli con Paolo Fontana e la Confagricoltura con Enrico Micillo, l’Associazione Piccoli Industriali di Emilio Alfano e l’associazione per la tutela dei laghi dei Campi flegrei con il suo vicepresidente Maurizio Fumo, alto magistrato.

Anche l’importante Consorzio Rinascita di Castelvolturno ha partecipato col suo presidente dott. Felice Di Persia, per non parlare delle associazioni “storiche” aderenti a Costa dei sogni, come l’Arca di Castelvolturno, presieduta da Elena Pera o L’Associazione Nazionale dei Vigili del Fuoco in congedo con Enrico Giordano, Giuseppe Maisto e tanti altri associati.
E’ un elenco lungo che va completato segnalando Pino Di Maio delle Acli di Bacoli con un nutrito gruppo di giovani , l’associazione Mare Azzurro di Marano, presieduta da Renato Gaudo, la popolare associazione Rinascita per Licola di Giugliano con Ferdinando Ferrara.
Erano presenti ovviamente Pasquale Trinchillo, presidente del sindacato balneare SIB e i delegati della Federazione Italiana Balneare di Adolfo Masullo, oltre a Luigi Scotto, presidente dell’associazione Complessi Turistici e Balneari Flegrei.

Non sono mancati infine Vincenzo Martino e Luigi De Martino con i soci delle Pro-loco di Castelvolturno e del Litorale Domitio e quelli delll’U.N.S.I.C di Giugliano, mentre per la prima volta, accolti con affetto, sono intervenuti Antonio Casale, presidente del noto Centro Sociale Fernandes, Angelo Luciano del Centro Laila e il dott. Cimmino del Magic Word, accompagnato nell’occasione da Renato Rocco della segreteria del senatore Emiddio Novi.
Il professor De Martino, dinanzi a tale affollatissima platea, composta da centinaia di cittadini, ha chiarito dubbi e perplessità sollevati da alcuni tra i presenti ed a favore del progetto si sono espressi pure Bruno Mazza, ingegnere responsabile dell’ambiente presso la Provincia di Napoli e i sindaci del territorio.

Sono 26 i comuni che supportano l’iniziativa attraverso un protocollo d’intesa sottoscritto nel maggio dello scorso anno e ad essi si affiancano oltre 40 associazioni aderenti al cartello ambientalista dell’associazione Costa dei Sogni che è riuscita, in tre anni, a far passare l’idea che la depurazione delle acque va integrata da un sistema di condotte sottomarine per sopprimere gli scarichi dei depuratori che sfociano sulla battigia.
E’ stato Peppe Barra, sindaco di Cardito, a riepilogare l’intero progetto di Costa dei Sogni, ricordando che lui è riuscito a convincere 11 comuni dell’entroterra a partecipare all’iniziativa.

Il mare è di tutti, è il nostro slogan, è di chi vive sulle coste e di quelli che abitano sui monti. E’ dei bambini e dei vecchi ed è anche di chi non è ancora nato, ed è l’unica risorsa disponibile per dare una forte spinta al benessere fisico ed economico delle zone dell’area a Nord di Napoli attanagliate dalla morsa della criminalità organizzata.

Il convegno, però, è stata anche l’occasione per parlare del penoso stato di laghi e fiumi e per esorcizzare quella enorme fogna a cielo aperto che è il canale dei Regi Lagni, un corso d’acqua di 55 Km con un’ampiezza di bacino di oltre 1.100 Kmq, che attraversa aree di elevato rischio ambientale.

Un corso d’acqua che ha inglobato l’antico fiume Clanio (Clanis in latino) che nasce a nord dell’area Vesuviana, tra Cicciano ed Avella, attraversa i territori di Cimitile, Acerra, Casalnuovo, Cardito, Caivano, Aversa, Marcianise, Casaluce e Casal di Principe arrivando a Villa Literno per sfociare infine a Castelvolturno.

In questo canale scaricano le acque reflue depurate gli impianti di Nola, Napoli ovest, Acerra, Marcianise e Villa Literno e l’unico in possesso di regolari autorizzazioni,allo scarico è l’impianto di Nola giacchè gli altri devono essere tutti rifunzionalizzati dal nuovo concessionario, la s.p.a. Hydrogest della spezzina Termomeccanica.

La situazione è gravissima e non va sottaciuta. Bisogna creare subito un coordinamento tra i troppi – e a volte inutili – enti competenti, coinvolgendo associazioni e cittadini comuni, pretendendo dal neo concessionario un calendario pubblico dei tempi degli interventi.
Il disastro non è irrimediabile, ma può diventarlo se si è inerti, perchè oltre ai canali artificiali anche grandi fiumi, come il Volturno ad esempio, sono aggrediti da scarichi fuorilegge, per non parlare dello stato delle acque montane.
Chi sa che gli affluenti del Volturno sono carichi di veleno già sulle montagne?
Chi conosce l’Isclero e il Tesa o i fiumi Ufita e il San Nicola?

Eppure questi corsi d’acqua stanno diventando delle fogne. Nascono in Parchi naturali, come quelli del Partenio o dei Monti Picentini, e portano, attraverso il Volturno, i loro veleni in un altro Parco naturale, Foce del Volturno, presso l’area umida dei Variconi, un’area umida protetta da un trattato internazionale, la convenzione di Ramsar del 1977.
Se lungo questi corsi d’acqua ci sono interi paesi privi di depuratori, se vi sono ancora tanti scarichi abusivi, che si aspetta ad intervenire?

Il mare si disinquina partendo dai monti e se i fiumi portano nel Tirreno acque inquinate è grave. Ancor di più, però, è grave che queste acque, lungo il percorso, vengano usate per l’irrigazione e che in esse si abbeverino gli animali selvatici e domestici.

In alcune zone del Basso Volturno, oltre che i bufali, vivono diverse specie di uccelli, molti dei quali inclusi nella lista dei “protetti speciali”, come l’airone bianco maggiore, l’airone rosso, la cicogna bianca, il cavaliere d’Italia e la moretta tabaccata.

Chi difende questi esseri viventi dal dissennato uso delle risorse idriche? Troppi fanno spallucce di fronte agli aggressori dell’ambiente, troppi si rassegnano all’inquinamento come se fosse inevitabile.

Partendo dai problemi più evidenti, quelli di Cuma e dei Regi Lagni, si deve voltare pagina.

fonte: www.costadeisogni.it

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