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I sindaci difendono ''IL REGNO di NETTUNO''

Le amministrazioni delle isole di Ischia e Procida – scrivono in una nota congiunta – denunciano il tentativo di condizionare la politica di sviluppo territoriale per renderla schiava di interessi economici di parte ed estranei a quelli delle popolazioni ed aziende ischitani e procidani.
Si registrano da alcune settimane violenti ed organizzati attacchi stampa contro l’area marina protetta Regno di Nettuno, e non si può non comprendere che ubbidiscono ad una regia ben definita”.
Riguardo alle accuse contro il consorzio di gestione dell’Associazione mare pulito (Amp) relative alle regolamentazioni della nautica da diporto e all’assenza di interventi per la depurazione, i sindaci affermano: “In merito alla depurazione è evidente che la stessa non è di competenza e nei poteri di un’area marina protetta, che non può operare fuori dal territorio marino. Ciononostante il direttore dell’Amp ha preso l’iniziativa ed organizzato un seminario tecnico nel novembre del 2009, proponendo, con il supporto dei migliori esperti italiani del settore, delle tecniche innovative di depurazione verde, applicabili in mare”.
Per quanto riguarda le limitazioni all’ancoraggio i cinque sindaci affermano: “Forse a qualcuno non piace che ci possa essere un modello di turismo che si basi sulla vera fruizione del mare goduto da chi va a vela o a motore con i giusti ritmi, e non solcato da bolidi costruiti per passare al più una giornata in mare, da parte di conducenti della domenica che devono esibire come status l’ultimo modello di barca”.
E amcora:?”La limitazione all’ancoraggio è doverosa, per chi vuole e deve proteggere l’ambiente del Regno di Nettuno – sottolineano – Non si parla solo di Posidonia, si parla anche di coralligeno, di fondi duri colonizzati da alghe calcaree ed altri organismi che creano un campione di biodiversità unico nel Mediterraneo. E’ assolutamente falsa e da respingere la menzogna che il sistema delle autorizzazioni sia pensato per fare cassa.
Se l’ente gestore avesse voluto fare cassa avrebbe permesso a tutti di ancorare a pagamento, come al Parco nazionale della Maddalena”.
“Le amministrazioni isolane – concludono – rimarcano come sia evidente dietro gli attacchi di personaggi legati ad ambienti esclusi dalla gestione del regno di Nettuno il tentativo di imporre un modello di sviluppo concentrato sul consumo delle risorse, sulla sfrenata utilizzazione del mare che porterebbe la precaria situazione delle isole flegree a uno stato di caos assolutamente ingestibile”.

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