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Una montese nella delegazione italiana per la Missione Marzo 2023 in Benin.

Abbiamo più volte scritto e riportato sul nostro sito le tante, tantissime attività del Console Gambardella. Questa volta abbiamo provato a raccontare una (delle tante) missioni attraverso le parole e le immagini di una nostra compaesana componente della delegazione italiana della Missione di Marzo 2023 in Belin: Anita Amato.

Sono grata per l’opportunità di fare la differenza e di essere parte di un team che lavora per il bene della comunità beninese. Parto per la missione con umiltà e determinazione” con queste parole sui social la montese affrontava questa nuova avventura e al ritorno la passione, la tenacia e la determinazione sono ancora tutte lì. Addirittura accresciute per tutto quello che le ha “regalato” l’esperienza africana.

Ecco le sue parole

In un mondo in cui la solidarietà sembra essere un valore sempre più raro, sentire parlare di una missione umanitaria in Africa rappresenta un raggio di speranza per tutti coloro che credono nella forza del bene comune. Guidata dal Console Dr Giuseppe Gambardella, la delegazione ha lavorato per realizzare progetti a favore della comunità locale, con l’obiettivo di migliorare l’accesso all’istruzione, all’acqua potabile ed alle cure mediche. L’esperienza di una missione umanitaria è un’occasione unica per mettere alla prova le proprie capacità professionali, ma anche umane. La solidarietà, la condivisione e la collaborazione sono infatti valori fondamentali per il successo di una missione del genere” ci spiega la dott.ssa Anita Amato.

In questa missione“, prosegue Anita Amato “il team ha lavorato fianco a fianco con la popolazione locale, ascoltando le loro esigenze e cercando di trovare soluzioni efficaci e sostenibili. Si è trattato di un lavoro impegnativo, ma altamente gratificante. La costruzione di due pozzi per l’accesso all’acqua potabile, l’inaugurazione di una casa per la maternità, la distribuzione di cibo e di vestiti, la distribuzione di kit scolastici e dei banchi per favorire le condizioni psico- fisiche per l’ apprendimento, e l’organizzazione di attività per i bambini, utilizzando anche la clownterapia, sono solo alcuni degli interventi che hanno portato avanti durante la missione. La missione umanitaria ha rappresentato anche un’occasione per vivere un’esperienza unica di incontro e di scambio culturale“.

Certo non e’ semplice rapportarsi ad una realtà così diversa e distante dalla nostra ed infatti Anita Amato spiega “Il confronto con una realtà così diversa da quella a cui siamo abituati ha permesso di ampliare i propri orizzonti e di arricchirsi dal punto di vista umano. Ho incontrato persone meravigliose dai sorrisi sinceri e dai cuori generosi, che nonostante le difficoltà quotidiane, trovavano il modo di gioire della vita e di condividere la loro allegria con gli altri. Ho toccato con mano la forza della solidarietà e della cooperazione, che possono fare la differenza in un mondo troppo spesso ingiusto e disuguale. Ho visto con i miei occhi la bellezza e la durezza della vita in questo paese, tra povertà e malattia, ma anche con una straordinaria capacità di resistenza e di speranza. Spero che la mia esperienza possa motivare altre persone a fare lo stesso, a mettere le proprie energie e le proprie competenze al servizio degli altri e a lavorare per un mondo migliore“.

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