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Trasporti pubblici. Vetrella: ordinò si cambi l’ Amministratore

Vetrella ordinò: si cambi l’ Amministratore ; dal tecnico professionista del trasporto, si passò al politico generico, così si trasformarono le sorti di Eavbus.
Il nostro lettore si chiederà i motivi attraverso i quali spesso ritorniamo sulle vicende che stanno interessando la società del trasporto pubblico locale denominata Eavbus. Ci corre l’obbligo di farlo per l’informazione puntuale di cui l’utenza ha bisogno , ma anche perché è in gioco il futuro occupazionale di numerosissimi lavoratori di Bacoli e di Monte di Procida ; località in cui per la crisi industriale, che ha coinvolto negli anni altre realtà di considerevoli dimensioni, tra cui Italsider, Pirelli, Olivetti, Sofer, Cantieri Navali , ecc.ecc., nonché l’indotto di queste, ne ha falcidiato l’economia.
Ed è bene a questo punto cercare di capirne anche le cause che ne hanno determinato il tracollo finanziario, partendo dalle sue origini e dal proprio status quo.
Dunque l’intero pacchetto azionario di Eavbus è detenuto da Eav holding, che è di totale proprietà della Regione Campania. Quindi, la Regione Campania, con la complicità di Eav Holding potrebbe avere grosse responsabilità morali e politiche del terremoto che ha investito Eavbus.
Questa società nasce nel aprile del 2008; i primi lavoratori immatricolati sono quelli delle Autolinee Schiano di Monte di Procida. Successivamente si procederà alla cessione del ramo gomme di Sepsa, Circumvesuviana e Metrocampania nord est. I funzionari e gli impiegati, per la nascente società, furono severamente selezionati, tra le aziende della holding , attraverso gli stati di servizio e i curricula custoditi negli archivi societari.
Sono enormi le difficoltà che si presentano al management subito dopo averne avviato l’attività operativa di gestione; in particolare il bacino di utenza è vasto, anzi vastissimo: è interessata ,oltre la provincia di Napoli ( Castellammare, Sorrento, Torre Annunziata, Nola ,Baiano, Bacoli, Pozzuoli, Ischia, Procida ecc.ecc.) anche le province di Caserta , di Avellino e di Benevento. E’ la seconda realtà in Campania per traffico passeggeri su gomma.
Occorrono scelte oculate . Strategie industriali precise. Il personale amministrativo reclutato sarà al di sotto dell’organico per economizzarne i costi . La gestione economica e amministrativa è gestita abilmente; la puntualità e l’efficienza del servizio è impeccabile. Non si sperpera: niente consulenze inutili o appalti superflui e costosi. Si bada all’essenziale.
Due fatti importanti cambieranno le sorti della società: l’accorpamento di Vesuviana Mobilità e le elezioni regionali del marzo 2010.
Vesuviana mobilità, azienda di Via Poggioreale a Napoli, entra a far parte di Eavbus con un numero considerevole di funzionari e di impiegati, che ne trabocca gli organici; si trascina poi un contenzioso con il personale i cui costi, di entità macroscopiche, dovranno essere sostenute dall’azienda ceduta, cioè da Eavbus. Le spese gestionali ,in poco tempo, saliranno vertiginosamente
La situazione si complica dopo le elezioni del marzo 2010, con la elezione di Caldoro. La Regione Campania è l’azionista unico di Eav, da cui dipende Eavbus. Da Via Santa Lucia, dove ha sede l’Ente Regionale, partono ordini precisi: si procede ad avvicendamenti ai vertici delle aziende del TPL. In Eavbus viene sostituito l’Amministratore Unico, l’ingegnere Silvano Cavaliere , numero uno per esperienza manageriale del trasporto, con Roberto Pepe, già noto alle cronache degli anni novanta per vicende collegate alla tangentopoli napoletana. Dunque un tecnico con un politico; un professionista di trasporti con un numero tratto dal cilindro di un partito.
Il nuovo amministratore, una volta avuta la poltrona, si libera, in poco tempo di quasi tutti i direttori di Eavbus ( contabilità e bilancio, gare e acquisti, risorse umane, esercizio autolinee di Napoli e di Benevento). La fase successiva vedrà coinvolti quei funzionari che furono sapientemente selezionati all’epoca del varo societario, che saranno sostituiti con qualche boiardo di stato.
L’azienda comincia a vivere un periodo di incertezze, che presto si trasformeranno in inerzia amministrativa ed economica ; l’efficienza del servizio di linea offerto all’utenza è minato da questo stato di cose. E’ l’inizio del calvario: gli autobus si fermano sovente, la puntualità è una chimera, le corse vengono saltate, i mezzi sono fermi nelle rimesse per la mancanza dei pezzi di ricambio, i posti di linea si trasformano in caravanserraglio per i passeggeri. Il personale è demotivato.
Su quanto sta avvenendo in quella azienda non viene percepito presso l’assessorato ai Trasporti della Regione Campania; dove si ha il dovere di sapere. Questo mutamento genetico in atto presso la controllata viene a stento avvertito dalla stessa Holding, che tenta di porre rimedi, peraltro sterili e che si riveleranno inefficaci.
L’Esercizio automobilistico è allo sbando. Occorre intervenire con efficacia e tempestivamente. L’Eav Holding si desta . Viene infatti inviato a Agnano un primo Direttore di Esercizio, tal De Iudicibus che durerà poco tempo in carica ; poi ancora l’ingegnere Sposito che, per cause ignote, reggerà l’incarico per poche settimane; dunque la Holding ricorre infine a Ciro Accetta, che pur non essendo un tecnico, avrebbe avuto l’incarico di organizzarne il settore; dopo il primo giorno, Accetta rinuncerà alla carica. Cosa si cela dietro le mura della sede legale, per cui tutti scappano ? Al nostro lettore la libera interpretazione del caso.
L’azienda è inerte, il debito avanza; le iniziative per fare cassa latitano per mancanza di interventi efficaci. I piani alti sono blindati; l’accesso al personale è off-limits; gli stessi dirigenti sindacali, a cui stanno a cuore le sorti dell’impresa, hanno difficoltà di comunicazione.
A febbraio del 2012 perviene ad Eavbus la notifica fallimentare. Sarebbe dovuto intervenire, nei termini previsti dalla legge, l’ufficio legale della società, per l’opposizione al decreto. Si tace.
Si giunge a novembre del 2012, quando non ci sono più i margini per intervenire: Eavbus è fallita; le ripercussioni sociali sono durissime: da una parte l’utenza dovrà fare i conti con disagi impensabili, dall’altra un migliaio di lavoratori rischia il posto di lavoro.
La Regione fa lo gnorri o forse non intende . Questi sono fatti inconfutabili: è la storia di Eavbus fallita per mano di chi ne ha stravolto la struttura . Dalle alchimie politiche dell’assessorato ai trasporti, con avvicendamenti inopportuni; alla miopia di Eav sul mutamento genetico della propria controllata. Questo non è soltanto il fallimento di un’azienda, ma è il tracollo di quella parte politica che dovrà rispondere alla società civile degli errori commessi. O artatamente voluti, per dare mano libera all’imprenditoria privata ? Ai posteri ……………
Geppino basciano

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