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Dopo il rogo, Citta’ della Scienza le ipotesi e il dolore del vescovo Pascarella

E’ “un danno alla cultura di Napoli e dell’intera nazione, afferma il vescovo di Pozzuoli, Gennaro Pascarella, nel cui territorio ricade la struttura. /radio Vaticana)
Testo proveniente dalla pagina http://it.radiovaticana.va/news/2013/03/05/rogo_alla_citt%C3%A0_della_scienza_forse_doloso._il_vescovo_di_pozzuoli/it1-670562
del sito Radio Vaticana
Un incendio doloso appiccato quantomeno con il consenso dei clan che controllano la zona: è questa l’ipotesi più consistente sul rogo che lunedì sera ha distrutto Città della Scienza.
Appiccato da mani venute dal mare di Bagnoli. La Procura ha aperto un fascicolo con l’ipotesi di incendio doloso ai danni del Comune di Napoli. Il procuratore aggiunto Giovanni Melillo, che coordina sia la sezione sui reati di strada sia il pool antimafia competente sui clan del capoluogo, ha incontrato ieri gli investigatori e ha diretto un primo vertice sullo stato delle indagini.(Repubblica)
Un attentato con un movente imprenditoriale: spostare quattrini, veicolare investimenti, avere in tasca la certezza di entrare nella ricostruzione, di svolgere un ruolo nella nuova bonifica di un pezzo di costa occidentale. Ipotesi di scuola, primo passo di una indagine complessa, dove al momento non si esclude alcuna pista Hanno agito di notte, intorno alle 21,40 di lunedì scorso, potendo contare sul fattore climatico: sono arrivati probabilmente dal mare, ma avevano una conoscenza compiuta della mappa interna all’impianto espositivo, sapevano come colpire e come rendere tutto più rapido. Venti o trenta minuti per distruggere il simbolo della rinascita degli anni Novanta, per costringere tutti a spostare lo sguardo dal centro alla periferia, dal lungomare alla periferia occidentale. Ma quella criminale non è l’unica pista battuta in queste ore dalla Procura. C’è dell’altro. Non si possono escludere episodi di ritorsione, anche alla luce dei premi assicurativi in ballo per alcuni lavori condotti solo a metà e in attesa di nuovi finanziamenti pubblici; e in riferimento alla mancanza di liquidità, che ha costretto i vertici della struttura a non versare gli stipendi ai dipendenti da più di otto mesi. Malessere anche da alcuni dipendenti del settore pulizie, rimasti fuori dai contratti più appetibili. Scenario in movimento, decisive le analisi scientifiche, per capire come sono state appiccate le fiamme e quali metodi hanno usato gli incendiari
(Il Mattino)
Vittorio Silvestrini parla con un filo di voce e comincia a mostrare i segni dell’età. Ma non ha perso energia e decisione. L’altra sera — era trascorsa mezz’ora da quando le fiamme avevano iniziato a divorare la sua creatura prediletta, Città della Scienza — lui è arrivato a Coroglio per constatare con i propri occhi quello che gli avevano riferito i suoi collaboratori, primi fra tutti gli addetti stampa Carlo Guardascione e Barbara Magistrelli, che hanno trascorso quasi tutta la notte insonni, increduli davanti al rogo assieme a tanti altri dipendenti.

Professore, cosa ha pensato quando le hanno detto dell’incendio?
«Inizialmente ho pensato che fosse uno scherzo di cattivo gusto. E mi è risultato difficile credere che invece era vero».

E quando ha capito che invece era proprio vero, cosa ha pensato?
«Quasi subito ho pensato a come ricominciare. Ho cominciato a valutare la possibilità di ricostruire».

Ed è possibile? In che modo la Fondazione Idis avrà la possibilità di ricostruire l’enorme area museale andata completamente distrutta?
«Sì, è possibile perché negli anni abbiamo attivato un sistema di polizze assicurative che ci consentiranno di intervenire direttamente».

Anche se l’incendio dovesse risultare doloso?
«Sì, la nostra copertura assicurativa prescinde dalla cause dell’incendio». (corriere del Mezzogiorno)

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