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Video. Juve -Inter 1-3 una partita che ricorderemo.


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L’Inter vince a Torino. Un risultato, il 3-1 in rimonta sulla Juventus, che è un urlo: i nerazzurri, ora a -1 in classifica, possono giocarsela, per lo scudetto, contro i campioni d’Italia. Perché battono una squadra che era imbattuta da 49 partite consecutive, di tre campionati diversi. E finora imbattibile, allo Juventus Stadium. Una doppietta di Milito e un centro di Palacio replicano alla rete di Vidal in apertura di gara. Che poteva essere una mazzata sulle ambizioni della squadra di Stramaccioni, anche perché arrivata grazie ad un fuorigioco non ravvisato di Asamoh, e che invece ha cloroformizzato la squadra di Conte. Mai visti così tanti colpi di tacco, ancor più gravi, perché gratuiti, degli innumerevoli passaggi mancati. La Juve una volta di più, ma stavolta con gli interessi, paga un reparto d’attacco apparso stasera inadeguato al contesto di squadra. Vucinic si è fatto male (poi negli spogliatoi si rivelerà una semplice contusione), Bendtner e Giovinco non hanno inciso, e dire che l’Inter non è stata ermetica. E la coperta, per una volta, è diventata corta. Le implacabili punte dell’Inter, quelle che la Juve non ha, hanno fatto la differenza.
VIDAL GOL— La Juve parte col botto. Vidal segna dopo 18 secondi, deviando in rete a porta vuota, sul secondo palo, in anticipo su Nagatomo, il tiro-cross da sinistra di Asamoah. Ci sarebbe però posizione di fuorigioco del ghanese, sul tocco in verticale di Vucinic. Il guardalinee Preti non se ne accorge. E allora Juve in vantaggio. Con il sesto gol di Vidal, miglior realizzatore stagionale dei bianconeri. La Juve insiste, sfrutta lo smarrimento nerazzurro, e sfiora il raddoppio. Con un inserimento centrale in verticale di Marchisio al cui destro al volo risponde una prodezza di Handanovic.
L’azione del primo gol della Juve: Asamoah è in fuorigioco. Ansa
PALACIO SEGNA IN FUORIGIOCO— L’Inter si scuote. Con un sinistro alto di Cambiasso, ma soprattutto con il colpo di testa vincente di Palacio: ma l’argentino è in fuorigioco, sul cross da sinistra.

GARA INTENSA— Il ritmo è alto. I rovesciamenti di fronte repentini. C’è però tanta frenesia, altrettanti errori negli appoggi, anche comodi. Le occasioni da rete non mancano. Cassano se la crea da solo, con un delizioso destro a girare dal vertice sinistro dell’area, palla a lato di un soffio. Mentre Vidal sfrutta un regalo della retroguardia ospite per sprintare verso la porta, ma Handanovic è di nuovo bravissimo. In mezzo c’è un altro episodio da moviola. Il fallo vistoso, anche se non intenzionale, sullo slancio, di Lichtsteiner su Palacio. L’arbitro Tagliavento non tira fuori il secondo cartellino giallo per lo svizzero, già ammonito. Alessio lo toglie dal campo. Dentro Caceres. All’intervallo la Juve è avanti. Ma ha sprecato l’occasione per chiudere la gara, in contropiede. L’Inter ha fatto la partita, contropronostico, ma gioco-forza, sotto di un gol.

PARI MILITO— Si riparte con Bendtner al posti di Vucinic, acciaccato. La difesa dell’Inter è imbambolata, ma la Juve spreca ancora. Come Palacio, in contropiede, vanificando (palla alta) un tre contro due. Poi Tagliavento indica il dischetto per una trattenuta di Marchisio su Milito vista dal giudice di porta Orsato, che poi sarà bersagliato da oggetti lanciati dalla Curva Sud juventina, dietro di lui. Dal dischetto il Principe segna di potenza il sesto gol del suo campionato. Uno a uno. La gara si incattivisce. Si sentono tutti in credito per l’arbitraggio.

DOPPIO MILITO E PALACIO— La Juve perde, con Vidal, l’ennesima palla a centrocampo, e stavolta l’Inter, in contropiede, la punisce. Ancora con Milito, che trova la porta sguarnita sulla respinta di Buffon su Guarin, subentrato a Cassano, sfiatato. Bendtner, pessimo, non trova la porta vuota da posizione complicata, stavolta alla Juve il carattere non basta. E arriva anche il 3-1 di Palacio, dopo un’azione di contropiede conclusa dall’assist del giapponese per l’ex genoano. Esulta l’Inter, che non vinceva in campionato a Torino dal 2005. E ora festeggia un’impresa e ne sogna un’altra
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