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IL SUCCESSO della DONNA MONTESE:Isabella Mavaro di Veronica Meddi

In questo giorno dedicato alla donna abbiamo scelto come esempio positivo  una ragazza  montese,Isabella Mavaro  che sta coronando il suo sogno di cantante girando i palcoscenici italiana insieme alla compagnia di “Scugnizzi”,un esempio che vogliamo usare per un augurio di gran successo nella vita per tutte le  donne.L’articolo e’ della bravissima VERONICA MEDDI.(Pacosmart)

  UNA scugnizza montese alla corte di Re MattoneSi e’ tenuta  presso il Teatro Sistina si è tenuta la conferenza stampa di presentazione dello spettacolo C’era una volta … SCUGNIZZI.All’incontro hanno partecipato il regista Claudio Mattone, Gino Landi, autore delle coreografie e tutta la compagnia.In questa terza edizione di Scugnizzi ogni elemento della compagnia è stato selezionato attraverso migliaia di audizioni. Tra i 20 cantanti-attori giovanissimi, nel ruolo di Isabella, Isabella Mavaro, tenero talento tra i molti artisti in erba di Monte Di Procida.Rossa di capelli, con occhi grandi e luminosi, Isabella si diverte e si appassiona sulle note di “Magnifica gente”. Il coro, in cui è completamente incorporata, si accompagna a tempo con le mani; e i ritmi dell’emozione, che solo il tempio del musical italiano, Il Sistina, può dare, si lasciano scoprire dalle espressioni sorridenti e tese dei nuovi giovani artisti.

Claudio Mattone, commosso al ricordo di Pietro Garinei, come un papà, ci racconta come è nato Scugnizzi e come ha preso vita questa nuova compagnia.

Tornare al Sistina dopo tanti anni senza Garinei un pochino mi emoziona. E’ un’emozione nell’emozione perché tornare in questo teatro con tutti questi ragazzi è un bel punto d’arrivo.

La mia emozione è doppia perché mi manca qualcuno!L’idea del musical è nata nella mia testa nel momento in cui stavo scrivendo le musiche per il film di Nanni Loy, SCUGNIZZI. Era il 1987 e si trattava, come ormai è ben risaputo, di un film musicale ambientato nel carcere minorile di Nisida. Sentivo che queste canzoni avevano una loro valenza teatrale e cominciai a sognarle subito in uno spettacolo. In seguito a un incontro con Enrico Vaime, abbiamo scritto le parti in prosa dello spettacolo; io avevo scritto quasi tutte le canzoni.  La strada è stata dura all’inizio perché il mio pallino era di fare uno spettacolo corale dei giovani. Allora ricordo che anche Garinei, con il quale avevo collaborato come autore in altre commedie musicali sue, mi propose di fare una commedia musicale insieme, ma c’era bisogno di nomi di richiamo in cartellone. Io dissi che la mia intenzione era di dare più peso ai problemi di certi ragazzi, uno spettacolo fatto dai giovani per i giovani. Non nascondo che all’inizio molti teatri sentendo che non c’erano nomi in cartellone mi attaccavano il telefono in faccia. Poi, trovammo un teatro a Napoli che a fine stagione ci ospitò. Ed era il periodo di Pasqua, un periodo tremendo per il teatro. Fu il pubblico, con il passaparola, che ha mandato avanti e fatto crescere questo Scugnizzi.

Poi sono venuti operatori di altre città, e da lì è cominciato il nostro percorso che è andato avanti con due compagnie diverse fino al 2007. Dopo di che, ci siamo fermati un po’ per mettere in scena un nuovo spettacolo. Ma ho trovato le condizioni del teatro italiano un po’ in difficoltà e mi sono impaurito. Siccome le richieste per Scugnizzi invece erano molte, ci siamo decisi a mettere sul sito l’annuncio delle audizioni. Questo accadeva a marzo. A maggio eravamo a 3000 iscrizioni. Abbiamo finito di provinare a settembre. Ma la gioia è che ho scoperto per l’ennesima volta che a Napoli, che è una città martoriata, tanti giovani sono motivati, seri, desiderosi di lavorare, di imparare un mestiere. Noi avevamo dei ragazzi che facevano gli scalisti, cioè spostavano la scala in scena visto che non era e non è motorizzata. Adesso fanno i capomacchinisti in altre compagnie. Questa palestra, questo laboratorio, questo cantiere ha acceso la passione ad imparare un mestiere in molti ragazzi che rivedo in televisione, in cinema, in teatro e la mia gioia è vedere che hanno fatto strada.Ci sono dei cambiamenti in questa versione di Scugnizzi? A parte la compagnia ci sono cambiamenti sulla messa in scena, nella ricchezza dell’allestimento. Abbiamo implementato tutta la zona luci, la zona audio, la zona proiezioni. La zona scenografica. Quante compagnie sono state cambiate?Due compagnie fino al 2007. Questa è la terza. Tra le novità di quest’anno abbiamo una mascottina femminuccia. Negli altri anni era un maschietto. Ho aggiunto il ruolo del “O  Gigante” che non c’era nelle altre edizioni.Credo che la bellezza di questo lavoro, cioè del teatro, sia l’artigianalità. Abbiamo fatto una scrematura di tutto e siamo a un buon livello. Non ci sono canzoni nuove perché si smembrerebbe tutto.

 Episodi curiosi?

Abbiamo avuto proprio di recente piccoli problemi tecnici. Ad esempio una base musicale tornava sempre a loop. Andrea stava cantando su questa base e non sapeva se fermarsi o andare avanti. Ha fatto tutta la canzone con una base che tornava ripetutamente all’inizio. Lui andava avanti imperterrito. Io stavo morendo. Poi abbiamo scoperto che la colpa era di un virus.

 

C’è un’accoglienza speciale da un pubblico speciale?

Credetemi, in tutti i teatri dove ci siamo esibiti abbiamo riscontrato un gran successo. In tutta Italia.

Tra le poltrone rosse del Sistina in un confuso dipanarsi di giornalisti e fotografi, noi del Corriere Flegreo siamo riusciti ad ottenere l’attenzione della nostra piccola pupilla. Isabella, ubriaca di felicità e sovrastata dalla forte emozione di una location  responsabilizzante, muove i suoi primi timidi, ma sinceri  passi, su quella che speriamo sia la strada alla sua realizzazione artistica

Isabella, quando hai avvertito la tua vocazione all’arte?

Tutto è iniziato all’età di 8 anni. Ero alle scuole elementari e facevamo delle recite. Mio padre notò che io, col microfono in mano, feci un passo avanti, sul proscenio, e lanciai un vocalizzo. Da lì è nato tutto.

Il problema è che non ho mai preso lezioni di canto, dovrei farlo, voglio migliorare. Mi sono esibita nella piazza nel mio paese, la mia amata Monte di Procida. Poi ho avuto molta fortuna. La prima esperienza importantissima è questa. Per caso ho fatto il  provino per questo spettacolo invogliata da un mio amico. Ed ora sono qui!

Ho notato mentre cantavi una luce magica nei tuoi occhi. Quando si accende?

Appena sento una nota, un pianoforte suonare, una musica che va, mi si illuminano gli occhi. Mi scaldo dentro, mi si accende un fuoco e non capisco più nulla. La passione si trasferisce nei movimenti, nella voce e non esiste più niente intorno a me: solo io e il mio amore per l’arte!

Ho letto sulla cartella stampa che vuoi fare la criminologa.

In realtà volevo fare il medico, ma non ho passato l’esame d’ammissione e ho scelto Giurisprudenza per arrivare a fare criminologia. Mi piacerebbe fare l’ispettore di polizia o la criminologa. Sono un po’ indagatrice. Ora sto un po’ abbandonando gli studi per dedicarmi completamente a questo. Forse farò l’artista? Ho 18 anni e questo di Scugnizzi è il mio debutto.

 

Le lezioni di canto quando inizieranno?

Presto, lo giuro!

 

Ai ragazzi di Monte di Procida che inseguono il sogno dell’arte cosa diresti?

Ho molti amici giù che amano il teatro come lo amo io, e quando vado al mio paese mi piace seguire le loro prove. Appena finirò questa esperienza tornerò da loro. Credo che non ci sia nulla pi più bello che stare in un circolo e fare teatro piuttosto che stare buttati in mezzo alla piazza a non fare nulla.

Mi sento di dirgli con tutto il cuore di non mollare mai, che ce la dobbiamo fare e dobbiamo fare sempre di più. Credo che in ognuno di noi, giovani artisti,  c’è il futuro dell’arte!

 

Da mercoledì 9 marzo al Teatro Sistina di Roma C’era una volta … SCUGNIZZI”  e in un coro di magnifica gente Isabella Mavaro.

 

Veronica Meddi  da Il Corriere Flegreo.

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