Il depuratore di Cuma rischia il blocco totale da un momento all’altro, con gravi ripercussioni sull’ambiente e per la salute pubblica. Ne sono convinti i lavoratori della struttura e i rappresentanti sindacali, che ieri mattina hanno richiesto l’intervento della polizia presso il depuratore e, inoltre, hanno sporto denuncia presso i carabinieri della compagnia di Pozzuoli. In seguito alle querelle legali tra la Regione Campania (proprietaria dell’impianto) e la concessionaria Hydrogest Campania spa (attualmente in stato di liquidazione), i lavori di rifunzionalizzazione dell’impianto puteolano sono praticamente fermi. Degli interventi previsti dopo la grave emergenza di due estati fa, che sarebbero dovuti servire a riportare il depuratore al pieno funzionamento, poco o nulla è stato realizzato. I piccoli risultati raggiunti inizialmente sono stati vanificati dal successivo blocco dei lavori, seguito a una serie di avvenimenti negativi succedutisi negli ultimi mesi, come la decisione della Hydrogest di recedere dal contratto, il successivo accordo con la Regione per una gestione temporanea utile a individuare un nuovo concessionario, la messa in liquidazione della società e le inchieste che hanno determinato una raffica di arresti e denunce a carico di amministratori e tecnici legati al ciclo della depurazione regionale. Il risultato è quello per cui oggi l’impianto di Cuma (il più importante della provincia) funziona al minimo e rischia di bloccarsi definitivamente, perché i macchinari che dovevano essere sostituiti o riparati sono ancora fuori uso. Inoltre, i lavoratori – riunitisi in assemblea permanente – devono ancora ricevere gli ultimi due stipendi, e denunciano la mancanza del materiale utile al rispetto della normativa in tema di sicurezza sul lavoro. In caso di blocco effettivo dell’impianto, le conseguenze per l’ambiente e per la salute dei cittadini potrebbero essere ben peggiori di quelle prodotte dal blocco del 2009. Un pericolo che ieri ha spinto Gennaro Croce, segretario provinciale della Fismic, a chiedere l’intervento presso l’impianto della polizia, giunta a verificare con i propri occhi le carenze strutturali dell’impianto. Inoltre, Croce si è recato presso la compagnia dei carabinieri di Pozzuoli, dove ha presentato una denuncia circa le condizioni in cui versa l’impianto. «Sono molto preoccupato per la salute pubblica – ha dichiarato ai carabinieri l’esponente sindacale – in quanto vi è il serio rischio che l’impianto si blocchi e si ripetano i danni ambientali del passato.
fonte IL MATTINO