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Grotta di Cocceio, altre 8 famiglie sgomberate,Il Sindaco:“presto avvierò controlli al monumento”

Bacoli. Grotta di Cocceio, altre 8 famiglie sgomberate Evacuati 4 edifici. Gli sfollati che non hanno creato problemi Continuano senza tregua gli sgomberi in via Scalandrone. Altri otto nuclei familiari sono stati evacuati dalle proprie abitazioni perché a rischio crollo. La Procura di Napoli ha disposto l’applicazione delle 6 ordinanze di sgombero emesse nel 1997 per possibile dissesto idrogeologico. Da allora, il Comune di Bacoli non le ha mai eseguite. Negli ultimi sopralluoghi effettuati dalla Soprintendenza ai Beni Archeologici è scaturito che “il pericolo è gravissimo” perché i sei edifici si trovano al di sopra della camera di scoppio della Grotta di Cocceio. Col passar degli anni il margine tra la grotta antica e le abitazioni si è assottigliato a tal punto da far evacuare con estrema urgenza dieci famiglie. Le ultime operazioni di sgombero sono state effettuate nella mattinata di ieri. Ingente dispiegamento di forze sin dalle prime ore: vigili urbani, carabinieri, guardia forestale, vigili del fuoco, tecnici comunali. Tutto è avvenuto con relativa tranquillità. Le persone evacuate ( una ventina) non hanno creato problemi, attenendosi alle disposizioni dei vigili del fuoco. Gli 8 nuclei familiari, per il momento, sono stati ospitati in alcuni alberghi della zona e appartamenti messi a disposizione dall’amministrazione comunale. “Prometto agli sfollati – afferma il primo cittadino Ermanno Schiano – che a breve farò dei sopralluoghi all’interno della Grotta di Cocceio. Se queste verifiche daranno un esito positivo, ritorneranno subito nelle loro abitazioni”. Quelli di ieri, come lo stesso primo cittadino conferma, sono stati gli ultimi sgomberi. Ora partiranno i sopralluoghi approfonditi all’area per capire il reale rischio idrogeologico. Questi avvenimenti mettono a nudo le difficoltà di un territorio come quello flegreo, invaso da abitazioni abusive, costruzioni realizzate, in passato e nelle vicinanze dei monumenti archeologici e delle zone a rischio dissesto idrogeologico. Il rischio idrogeologico è stato fortemente condizionato dall’azione dell’uomo e dalle continue modifiche del territorio che hanno, da un lato, incrementato la possibilità di accadimento dei fenomeni e, dall’altro, aumentato la presenza di beni e di persone nelle zone dove tali eventi erano possibili e si sono poi manifestati, a volte con effetti catastrofici. L’abusivismo edilizio, il continuo disboscamento, l’uso di tecniche agricole poco rispettose dell’ambiente, la mancata manutenzione dei versanti hanno sicuramente aggravato il dissesto e messo ulteriormente in evidenza la fragilità del territorio bacolese. La quasi totalità del territorio flegreo e, quindi, bacolese è interessata da fenomeni di dissesto idrogeologico. Si presenta in un territorio con forti dislivelli e geologicamente “giovane”, per cui la conformazione del territorio è spesso soggetta a modifiche naturali. Numerosi sono gli eventi di dissesto idrogeologico verificatisi a Bacoli: il più noto è il crollo di Punta Epitaffio e dei vari costoni tufacei che hanno provocato numerosi danni alla già debole economia locale. La progressiva urbanizzazione di aree un tempo disabitate come la collina dello Scalandrone (frutto spesso di uno sviluppo urbanistico dissennato e dell’abusivismo) che ha interessato spesso aree in prossimità di zone in frana, ha aumentato notevolmente l’esposizione del territorio al rischio idrogeologico. Il continuo verificarsi di questi episodi ha aumentato la sensibilità verso il problema e sta producendo, forse, un cambio di rotta culturale: non ci si deve limitare più solamente sulla riparazione dei danni ed all’erogazione di sostegni economici alle popolazioni colpite , ma occorre creare cultura di previsione e prevenzione, diffusa a vari livelli, imperniata sull’individuazione delle condizioni di rischio ed all’adozione di interventi finalizzati alla minimizzazione dell’impatto degli eventi. In questo senso questo intervento nei pressi della Grotta di Cocceio che dovrebbe subire lavori di restauro va in questo verso senza dimenticare una capillare lotta.

ENZO LUCCI da “IL CORRIERE FLEGREO” foto Elisabetta Froncillo da IL MATTINO

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