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Campi Flegrei: solo a giugno 880 scosse. Al 60% un’eruzione esplosiva piccola come quella del Monte Nuovo

Durante l’incontro informativo di ieri, sono stati presentati i dati sull’evoluzione degli eventi sismici e lo stato attuale del monitoraggio del territorio.

Negli ultimi 12 mesi si sono verificati 4.488 sismi legati al bradisismo, di cui ben 880 solamente nel mese di giugno.

La comunità scientifica ha elaborato percentuali dei diversi tipi di eruzione basate sulla storia e sul comportamento passato della caldera, che ha registrato più di 70 eruzioni negli ultimi 15.000 anni. Le percentuali sono le seguenti: 11% per un’eruzione effusiva, 60% per un’eruzione esplosiva “piccola” simile a quella del Monte Nuovo nel 1538, 25% per un’eruzione esplosiva “media” come quella di Astroni avvenuta circa 4.500 anni fa. La probabilità di una “super eruzione” simile a quelle avvenute 40.000 e 15.000 anni fa è inferiore all’1%.

Ma, non è possibile prevedere con certezza quando si potrebbe verificare un’eruzione. Al momento, i livelli di monitoraggio non mostrano anomalie significative, ma si tratta di fenomeni naturali imprevedibili.

Dal 2012, i Campi Flegrei sono stati posti in allerta gialla, il livello di attenzione che precede le fasi di preallarme (arancione) e allarme (rosso).

La fase di attenzione richiede un monitoraggio più accurato e una costante informazione ai cittadini. Se si dovesse passare alla fase di preallarme, sarebbe dichiarato lo stato di emergenza e oltre un milione di persone a rischio verrebbero allontanate (in modo autonomo o assistito) verso punti sicuri, secondo un piano di evacuazione recentemente modulato dal Comune di Pozzuoli e dalla Regione Campania.

Luigi Manzoni, sindaco di Pozzuoli, ha sottolineato che la popolazione è consapevole dell’aumento del bradisismo e ha lavorato in collaborazione con le autorità scientifiche per pianificare azioni preventive in caso di evoluzione del fenomeno.

È importante distinguere tra “rischio” e “pericolosità” quando si parla della probabilità di un’eruzione nel vulcano Campi Flegrei.

Francesca Bianco, direttrice del Dipartimento Vulcani dell’INGV, ha spiegato che i dati scientifici presentati durante l’incontro riguardano la “pericolosità”, ovvero la probabilità che l’area sia interessata da fenomeni vulcanici di diversa intensità entro un determinato intervallo di tempo. Il “rischio”, d’altro canto, dipende da variabili come pericolosità, esposizione e vulnerabilità specifiche per ogni zona.

Il vulcano Campi Flegrei è monitorato costantemente attraverso una vasta rete multiparametrica che si estende anche in mare, coprendo circa il 50% dell’area della caldera. Il Direttore dell’Osservatorio Vesuviano dell’INGV, Mauro Di Vito, ha affermato che la rete di monitoraggio viene costantemente aggiornata grazie a finanziamenti anche da parte della Regione Campania. Attualmente, il vulcano si trova in fase di allerta gialla e le sue variazioni vengono monitorate 24 ore su 24. In caso di rilevanti anomalie, vengono immediatamente avviate le procedure di comunicazione con le istituzioni coinvolte.

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