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Storia di Monte di Procida, Edgardo lo sfortunato bimbo di 120 anni fa

Nel cimitero di via Torrione a Monte di Procida, sul lato destro della chiesa, proprio al centro della quinta colonna, c’è uno dei loculi più vecchi di tutto il cimitero montese; contiene le spoglie di un solo defunto e sulla lastra di marmo logora e priva di foto, di luci e di fiori è scolpito il nome del defunto ed una addoloratissima iscrizione:

Edgardo Sammartino

Che nella tenera età di 16 mesi

addì 20 agosto 1897

Lasciava i suoi genitori inconsolabili

La prima volta che scorsi questa nicchia funeraria ero pressoché un ragazzino e rimasi particolarmente colpito dall’età del piccolo defunto ed ovviamente dalla frase di dolore che i genitori apposero sulla lapide. Ma fui incuriosito anche dal cognome così poco comune e dal nome assolutamente inconsueto qui in paese.

Tempo fa ho deciso di fare una ricerca ed ho scoperto un po’ di notizie interessanti su questo decesso dell’agosto 1897, alcune delle quali abbastanza inaspettate.

Ho scoperto che il bambino e la sua famiglia non erano nativi di Monte di Procida ma di Napoli zona San Ferdinando.

Il padre Matteo Sammartino era un negoziante e la madre Francesca Giorgio Marrano una benestante napoletana; si trovavano nel nostro paesello in villeggiatura ed alloggiavano in via Cercone numero 38.

Il decesso avvenne il 20 agosto 1897 alle quattro della mattina e questo dovrebbe escludere una morte per incidente; probabilmente il bimbo era già malato e forse si trovava alla borgata “Montedel comune di Procida proprio nella speranza di migliorare le sue condizioni di salute. Tra i testimoni del decesso compare anche il dott. Francesco Matarese, apprezzato medico chirurgo montese, all’epoca 34enne.

E’ alquanto difficile, se non impossibile, azzardare i motivi per i quali il bambino fu tumulato in via Torrione e non nella sua Napoli, ma partendo da questa vecchia nicchia abbiamo avuto la conferma che nel 1897 il nostro paesello era già meta di villeggiatura estiva.

Nelle mie visite al cimitero non manco quasi mai di passare davanti a questo triste e sconsolato loculo per recitare una piccola preghiera per Edgardo, lo sfortunato bimbo di 120 anni fa.

Pasquale Mancino

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