Così si conclude la mostra del Collettivo Opus continuum presso la Casina vanvitelliana. “Noi che tignemmo il mondo di sanguigno”: mostra erotica scaturita dal quinto canto dell’inferno dantesco.
Oggi la casina si trasforma in atelier. Casa dell’arte. Come al tempo di Michelangelo, Raffaello. Non solo un momento estetico. L’ARTE È TALE QUANDO RACCONTA UN IDEALE; ESPRIME VALORI; SOLLECITA RIVOLUZIONI. I nudi michelangioleschi della Cappella sistina “dovettero indossare” dei mutandoni…e dopo secoli con l’ultimo restauro è stata data piena dignità ad un’ opera unica che racconta la fine di ogni cosa. Nella nudità delle creature e del Creatore.
Ancora oggi abbiamo bisogno di arte che provoca e che racconta la vita come una opportunità di libertà. Grazie a tutti gli artisti di Opus continuum. Bacoli si propone città d’arte. All’ avanguardia. Nella tradizione!
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