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Si decidono oggi le sorti del trasporto pubblico locale in Campania

Oggi si decide a Roma il futuro dell’Eav. Sperpero e assunzioni in sopranumero ne hanno dilaniato le casse aziendali.
Si decidono oggi le sorti del trasporto pubblico locale in Campania. A Roma, presso il Ministero dell’economia è fissato l’incontro fra il Commissario ad acta Pietro Voci di Eav , il Presidente Caldoro e gli organi ministeriali. Se non si giungerà ad un accordo si rischia l’ennesimo fallimento di una società di trasporto con oltre duemila dipendenti.
Mentre il sindacato Orsa Invita tutti i lavoratori liberi dal servizio a portarsi al terminale ferroviario di Porta Nolana, per prendere parte ad un presidio in attesa che dalla riunione di Roma giungano segnali positivi, la Faisa-Cisal ha affermato in una nota «che I lavoratori non possono essere gli unici a pagare per le inefficienze del sistema» . Noi affermiamo che neanche i cittadini e i gli utenti del servizio pubblico locale non possono subire ulteriori disastri.
I disastri, sono quelli di tutti i giorni, di cui si è detto fiumi di parole, e su cui nessuno fino ad oggi si è rimboccato le maniche per capire i motivi di questa sciagura, che si abbatte da oltre un decennio sulla regolarità del trasporto pubblico.
Oggi si attendono da Roma decisioni importanti; se esse non dovessero essere rassicuranti, si rischia di tornare nel caos, oltre il già quotidiano disservizio.
Si attende infatti il via libera per l’erogazione dei fondi Fas, un importo di circa 200 milioni di euro. E se ci dovesse essere il benestare da parte del Ministero, ci si interroga quale sarà la loro destinazione: impiegare i soldi per risanare i debiti contratti con i fornitori, programmare nuovi investimenti o pagare gli stipendi.
Già gli stipendi. Dalle teorie di economia aziendale emerge una tesi inequivocabile: il peso maggiore sopportato dalle imprese è rappresentato dal costo del personale; nelle aziende che sono raccolte sotto l’egida Eav oggi c’è un soprannumero di circa il sei per cento di unità. Con una riflessione: l’ultima assunzione risale al 2008; durante questi cinque anni sono andati in quiescenza centinaia di lavoratori. Dunque nel 2008 l’impennata dell’esubero strutturale era notevole.
Un numero dunque sesquipedale di lavoratori in eccedenza, che per poter essere pagati si è dato fondo alle casse sociali. Or dunque, qualcuno ha sbagliato quando si è dato corso a queste assunzioni, peraltro eseguite a dispetto delle leggi generali e regionali che recitano testualmente “le aziende in cui la partecipazione della regione e degli enti pubblici regionali è maggioritaria adottano per l’assunzione di personale, procedure di selezione comparativa pubblica.”. Dal 1988 nessuno ricorda di avere mai letto un bando di concorso per le assunzioni in ferrovia.
Questi sono gli sperperi. E per questa politica dispendiosa sta pagando la collettività, con un servizio inefficiente e che rischia di essere perso per sempre. E per questo management , che si è preoccupato di assumere i parenti di consiglieri regionali, assessori comunali ecc.ecc. , si rischia di perdere un servizio pubblico vitale per questa regione. Nevralgico per i Comuni di Bacoli e di Monte di Procida
Geppino Basciano

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