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BACOLI,sequestrate una rete da un chilometro con quaranta nasse

 Bacoli. Task force della guardia costiera nell’area marina protetta di Baia contro la pesca di frodo: sequestrate una rete da un chilometro con quaranta nasse – adoperate per catturare la variegata fauna del tratto – e scattata una denuncia contro ignoti. Il personale di Locamare Baia, coordinati dal maresciallo Enrico Alborino – in sinergia con la capitaneria di porto di Pozzuoli diretta dal comandante Caterina Piccirilli – prosegue il serrato monitoraggio lungo la costa flegrea al fine di ostacolare qualunque tipo di attività legata alla pesca di frodo. La sorveglianza è potenziata dunque nel parco marino di Baia, nel cui perimetro i militari ritrovano periodicamente attrezzi da pesca tra le strutture archeologiche sommerse di età imperiale. Il rischio che colonnati, mosaici e mura romane siano danneggiati da reti e nasse è molto alto. Per scongiurare questo pericolo, la Sovrintendenza speciale ai Beni Archeologici di Napoli e Pompei (cui è affidata la gestione del sito) presta la massima attenzione alla tutela dell’area; sono quindi capillari a tal fine i controlli da parte della guardia costiera e dei diving center locali, che segnalano qualunque irregolarità a danno delle antiche strutture. Controlli lungo il litorale e nel tratto marino protetto anche per i diportisti: i militari dell’ufficio locale marittimo di Baia hanno rilevato la presenza di imbarcazioni da diporto in un’area off-limits e denunciato all’Autorità giudiziaria quattro diportisti intenti a navigare nella zona A, definita di riserva integrale. Un’altra area sottoposta a monitoraggio è localizzata nel porto di Marina Grande, nel cui specchio acqueo, tra il promontorio di Centum Cellae e il molo, è inabissata una villa imperiale segnalata in superficie con boe di colore giallo. In quest’area, il personale di Locamare Baia e della capitaneria di porto di Pozzuoli hanno multato dieci diportisti per aver violato l’ordinanza in vigore. Il provvedimento – firmato nel 2003 da Circomare Pozzuoli a tutela dell’eccezionale patrimonio archeologico sommerso – vieta la navigazione, il transito, la sosta e l’ancoraggio delle imbarcazioni e, infine, la pesca. Intanto proseguono serrate le ispezioni lungo tutto il litorale flegreo per bloccare la pesca di frodo: appena qualche settimana fa, in una grotta di Punta Pennata accessibile dal mare, sono stati rinvenuti 50 chili di esplosivo, costituto da una ingente quantità di polvere di alluminio e fertilizzante che poteva sbriciolare un tratto di costa affollato da bagnanti e diportisti. Solo il rapido intervento della guardia costiera e degli artificieri inviati dalla Questura, che hanno fatto brillare la miscela, ha evitato il peggio

fonte  Il MATTINO     PATRIZIA CAPUANO

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