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La Hydrogest abbandona gli impianti di depurazione e pretende di consegnarli alla Regione. Si teme un nuovo disastro.

Con una raccomandata indirizzata alla Regione Campania, al Prefetto di Napoli ed alle sigle sindacali provinciali, la Hydrogest spa, concessionaria in regime di project financing della depurazione nell’area a nord di Napoli, ha invitato il governatore Stefano Caldoro a riprendersi in consegna senza indugio i cinque impianti a lei affidati autoesonerandosi da qualunque responsabilità dal 31 agosto.

Queste le conclusioni cui è pervenuta la società dopo una serie di riunioni svoltesi nel corrente mese durante le quali si è cercato un accordo quantomeno sulla gestione del periodo transitorio dei sei mesi successivi alla risoluzione del contratto come previsto dall’art.45 della convenzione di affidamento della concessione.

La società concessionaria ritiene che, una volta risolto il contratto, sia una sua mera facoltà proseguire la gestione per i sei mesi successivi alla risoluzione mentre la Regione Campania considera ciò un obbligo.

In questa situazione la Hydrogest, come ha già fatto in passato, non ha pagato le maestranze e ha bussato a denari al portone di Santa Lucia sostenendo che ogni colpa è delle inadempienze della Regione Campania.

Con sole due coclee funzionanti su sette e con i lavoratori privi di stipendio e in agitazione c’è poco da star sereni a Cuma e dintorni.

La disastrosa gestione Hydrogest ha dimostrato quanto fallimentare sia stata l’attività di Antonio Bassolino e del suo compagno di giochi (tennis) Raffaele Vanoli, detto Puppi, anche in materia di depurazione delle acque. A dieci anni dal concepimento del progetto di finanza, partorito dal cervello politico di Bassolino e dal cervello tecnico di Vanoli con la benedizione del ministro verde Pecoraro Scanio, e a quattro anni dalla consegna degli impianti di depurazione alla Hydrogest, siamo punto e a capo.

Dieci anni sprecati e milioni di euro sperperati con il placet del superdirettore del Ministero dell’ambiente Gianfranco Mascazzini, sponsor dell’indecente accordo di programma per l’eliminazione della colmata a mare di Bagnoli ed il suo trasferimento a Piombino per la stratosferica cifra di un miliardo di euro.

Siamo la regione più inquinata del mondo sotto ogni profilo e sono state scucite dalle tasche dei cittadini cifre a nove zeri per ottenere questo penoso risultato.

Ciò nonostante se fossi Stefano Caldoro non darei un euro a questa società ed invocherei l’intervento della Protezione Civile per la gestione temporanea degli impianti di depurazione in attesa di bandire una nuova gara, questa volta da finanziarsi sulla fiscalità generale, per selezionare imprese capaci di gestire gli impianti di depurazione e in grado di pagare le maestranze senza coinvolgerle un mese sì ed un mese no nell’odioso ricatto in atto da tempo.

E’ venuto il momento di una forte mobilitazione popolare per sollecitare il nuovo governo regionale a risolvere finalmente i problemi che affliggono il nostro litorale. Si crei subito un tavolo istituzionale con i due presidenti delle Province di Napoli e Caserta, con i sindaci dei comuni interessati, con i rappresentanti sindacali di categoria, le associazioni delle imprese e dei cittadini.

Le scelte per il futuro, quel futuro già rubato a quattro o cinque generazioni, non possono essere più fatte giocando a tennis o in qualche salotto.

Gaetano Montefusco

Costa dei Sogni

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