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I segreti sotterranei dei Campi Flegrei: un nuovo studio rivela le dinamiche vulcaniche

Campi Flegrei: nuove scoperte sui movimenti verticali e la sismicità

Un recente studio, condotto dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) in collaborazione con l’University College of London (UCL), ci offre una nuova prospettiva sui meccanismi che regolano i movimenti verticali e la sismicità nei Campi Flegrei.

Un’indagine approfondita

La ricerca, pubblicata sulla rivista ‘Earth and Planetary Science Letters’, intitolata “Evolution in unrest processes at Campi Flegrei caldera as inferred from local seismicity”, esamina in dettaglio la distribuzione degli eventi sismici e dell’energia rilasciata in questi ultimi 40 anni.

Due livelli cruciali

I risultati dello studio indicano la presenza di due livelli poco permeabili all’interno della crosta terrestre, situati rispettivamente a circa 3 km e a 1-1,5 km di profondità. Questi strati giocano un ruolo fondamentale nel controllo dei movimenti verticali e della sismicità nell’area dei Campi Flegrei.

Il ruolo dei fluidi idrotermali

Stefano Carlino, ricercatore dell’Osservatorio Vesuviano dell’INGV e coautore dello studio, spiega che il livello più superficiale limita la dispersione dei fluidi idrotermali verso la superficie. Questi fluidi hanno un ruolo significativo nell’innesco della sismicità.

Dal fragile al duttile

Sotto il livello più profondo, le rocce cambiano comportamento da fragile a duttile. Questo significa che passano da una fase in cui possono rompersi (provocando terremoti) a una fase in cui si deformano plasticamente senza rompersi.

La fase di sollevamento della caldera

Nicola Alessandro Pino, un altro ricercatore dell’INGV, sottolinea che il processo di accumulo di fluidi e/o di magma sotto questi livelli potrebbe determinare l’aumento di pressione e il sollevamento della caldera. Questo sollevamento potrebbe continuare fino a un’eventuale depressurizzazione.

Cambiamenti dal 1982-1984 al presente

A differenza del periodo 1982-1984, la sismicità attuale, iniziata nel 2005, è concentrata principalmente nel settore orientale di Pozzuoli, sotto l’area Solfatara-Bagnoli. Stefania Danesi, della Sezione di Bologna dell’INGV, nota un cambiamento nella profondità di transizione delle caratteristiche delle rocce da fragili a duttili.

L’Importanza del Monitoraggio Continuo

Christopher Kilburn, della UCL, evidenzia che gli innalzamenti del suolo favoriscono lo stiramento e la possibile rottura parziale della crosta, facilitando il passaggio dei fluidi accumulati. Il monitoraggio dell’attività vulcanica sarà cruciale per comprendere l’evoluzione di questi processi.

Rilevanza per la Protezione Civile

E’ importante sottolineare che questa ricerca, sebbene sia di grande importanza scientifica, non ha al momento implicazioni dirette per la sicurezza della popolazione, ma potrà essere preziosa in futuro per migliorare i sistemi di previsione e prevenzione.

Questa scoperta non solo arricchisce la nostra comprensione del territorio in cui viviamo, ma sottolinea anche l’importanza di continuare a supportare la ricerca scientifica e il monitoraggio costante dei nostri paesaggi naturali.

Link allo studio: https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0012821X23005423

fonte INGV: https://www.ingv.it/stampa-e-urp/stampa/comunicati-stampa/campi-flegrei-due-livelli-nella-crosta-terrestre-dell-area-flegrea-regolerebbero-i-movimenti-verticali-e-la-sismicita-degli-ultimi-decenni

 

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