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Monte di Procida, indagine amministrativa del Comune. Il giallo dei divieti

da IL MATTINO del 23 luglio 2008

Monte Di Procida. Un’indagine amministrativa, un giro di vite della capitaneria, ma potrebbero esserci anche strascichi giudiziari.La morte di Violetta e Cristina, le due rom annegate nel mare di Torregaveta, continua ad agitare le acque della polemica. Celebrazioni religiose si preannunciano per il prossimo fine settimana, in qualche modo per voler idealmente lavare la vergogna dell’indifferenza mostrata al mondo intero. Dell’ennesima tragedia del mare si discuterà probabilmente anche in Consiglio Comunale: una richiesta in tal senso la presenterà stamani il consigliere Giuseppe Pugliese nella conferenza dei capigruppo. Ma Pugliese annuncia anche un dossier per capitaneria e carabinieri con l’obiettivo di porre fine alla lunga catena di morti assurde nelle acque flegree. Già l’altra mattina i vigili urbani di Monte di Procida – su disposizione del sindaco Franco Iannuzzi – hanno avviato una serie di accertamenti: sopralluoghi, verifiche delle autorizzazioni e soprattutto del rispetto delle norme di sicurezza.

La situazione è complessa: la spiaggia di Torregaveta appartiene amministrativamente, nel tratto iniziale, al Comune di Bacoli; poi c’è l’arenile di competenza di Monte di Procida che, a sua volta, è diviso fra un’area in concessione ad un lido ed un tratto di spiaggia libera. A ridosso del costone tufaceo vige formalmente ancora l’interdizione in base ad una vecchia ordinanza del 1984 che, a seguito del fenomeno del bradisismo, fece scattare divieti lungo tutti i tratti di costa che presentavano pericolo di frane.

In realtà i lavori per la messa in sicurezza sono stati completati lungo tutto il litorale, ma a Torregaveta formalmente il cantiere resta ancora aperto perché manca l’atto di consegna formale. E proprio la zona in cui le due piccole rom si sono gettate in mare doveva essere chiusa con recinzioni, ripristinate soltanto ieri insieme con la segnaletica di divieto. Eppure, proprio sul fronte della sicurezza balneare, gli obblighi sono tassativi.

Ed infatti la capitaneria di porto ha emesso un ulteriore richiamo a tutte le amministrazioni competenti. È del 29 aprile scorso l’ordinanza 10/2008 firmata dal tenente di vascello Sergio Castellano dell’ufficio circondariale marittimo di Pozzuoli che disciplina rigorosamente proprio le attività balneari: segnalazione delle condizioni avverse del mare, a carico del concessionario o, nel caso di spiaggia libera, a carico del Comune; posizionamento di boe galleggianti che indichino i tratti di mare destinati ai bagnanti inesperti; obbligatoria presenza di un bagnino, uno ogni 80 metri di costa.

In realtà, i controlli sono del tutto insufficienti: basti pensare che CircoMare Pozzuoli ha competenza da Bagnoli alla foce del fiume Garigliano, ben 80 chilometri di litorale preso d’assalto da centinaia di migliaia di bagnanti, e non dispone nemmeno di una motovedetta: paradossi inaccettabili per una zona che negli ultimi due anni ha registrato 10 interventi con 7 morti e 3 feriti.

ANTIMO SCOTTO

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