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Jazz d’autore all’”Iris Pub Black Stuff” di Torregaveta

Paolo Recchia è sicuramente uno dei sassofonisti jazz più talentuosi della nuova scena jazzistica italiana e dopo aver suonato con artisti nazionali ed internazionali come Joel Frahm, Alex Sipiagin, Peter Bernstein, Sam Yahel, George Garzone, Rick Margitza, Horacio “El Negro” Hernandez, Dado Moroni, Fabrizio Bosso e Roberto Gatto, l’altra sera era di scena, grazie all’associazione “Jazz Club Campi Flegrei” solo per un pubblico di nicchia, all’”Iris Pub Black Stuff” di Torregaveta-Bacoli con Marco Valeri alla batteria, Luca Fattorini al contrabbasso e con un ospite speciale, uno dei più stimati e rispettati pianisti di jazz a livello mondiale, David Kikoski. Il quartetto ha riscosso un successo strepitoso dopo una strabiliante performance durata più di un’ora.

Nato nel 1961 a New Brunswick, New Jersey, David Kikoski ha iniziato a suonare il pianoforte all’età di sei anni sotto la guida del padre. Durante l’adolescenza suona in vari gruppi di jazz e rock, vincendo “The New Jersey Allstate Jazz Competition”. Trasferitosi a New York nel 1984, Kikoski non tarda ad affermarsi sulla scena musicale jazzistica. Nel 1989 incide il suo primo disco alla testa di un proprio trio, comprendente Eddie Gomez e Al Foster. Il secondo disco, prodotto da Walter Becker degli Steely Dan, vede la partecipazione di Randy Brecker e Billy Hart. All’inizio degli anni ’90 Kikoski fa parte del quartetto di Bob Berg, e incide a proprio nome “Another Standard” per l’etichetta Stretch di Chick Corea.

Tra le sue più recenti realizzazioni discografiche vi è inoltre il progetto “BeatleJazz”, i cui lavori hanno ottenuto grande successo e hanno visto come ospiti la partecipazione di numerosi grandi musicisti tra cui Michael Brecker (morto a New York il 13 gennaio 2007), Randy Brecker, Joe Lovano, Toots Thielemans (uno dei più apprezzati armonicisti jazz di tutti i tempi). Kikoski ha vinto un Grammy Award nel 2011 con la Mingus Big Band per il Best Live Album Jazz Ensemble, “Live at the Jazz Standard”.

Musicista di grandi doti tecniche e di forte spessore jazzistico, David è anche uno dei musicisti più generosi che ci siano sulla scena. Il suo stile trae ispirazione da svariate fonti e presenta un distillato sapientemente equilibrato della storia del piano jazz, vista attraverso l’ottica di un musicista che ne vive l’evoluzione costantemente in prima linea da oltre due decenni sulla scena di New York. Il pubblico è rimasto estasiato dal suo bagaglio lessicale jazzistico apparentemente inesauribile, infatti ha fornito dal vivo una grande forza espressiva ed è risultato assolutamente convincente.FOTO e ARTICOLO DI ANTONIO IMPARATO

fonte www.donnemanagerdinapoli.com

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