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Antonella Clerici negli Stati Uniti con Ciro Moriello per 3 spettacoli, intervista di Veronica Meddi

Italia chiama Italia e la Princeton International Artist di Ciro Moriello, in collaborazione, per questa occasione, con la Oliver Management di Alessandro Oliverio e Ilaria Riccardi e Sound Roots di Claudio Noto, presenta di nuovo, come è ormai sua consuetudine da molti anni, appuntamenti imperdibili: “3 Super Spettacoli ‘Le Voci del Futuro’”: il 24 febbraio a Chicago …., il 25 febbraio al Foxwood casino in Connecticut con doppio appuntamento alle 4:00 pm e alle 8:00 pm e il 26 febbraio al Taj Mahal di Atlantic City ore 6:00 pm. chicago
Conduce gli eventi Antonella Clerici, volto ormai noto e amato dal pubblico italiano di tutto il mondo, che sarà accompagnata per questa avventura tutta tricolore da un gruppo di bambini che incarnano il ruolo meritato di futuri artisti, anche se grazie al programma Ti Lascio una canzone, lo sono già.
Andrea Ascanio, Giorgio Franzè, Valerio Monaco, ovvero i Tre Nini, Angela & Marianna Fontana, Michael Bonanno, Giada Borrelli, Damiano Mazzone, Sebastiano Cicciarella, Stefano Ricci, Davide Rossi, Madalina Lefter e il vincitore dell’ultima edizione Stefan Atigorvitoae, con la direzione musicale di Davide Gobello e la supervisione artistica del Maestro Leonardo De Amicis, saranno i protagonisti indiscussi di questi tre appuntamenti che promettono l’abbraccio caldo dal Bel Pese agli tutti gli Italiani di serie A con canzoni che tutto il mondo intona, da Se bruciasse la città, Io vivrò, a L’Italiano e molte altre.
Ospite dell’evento …
Il 6 febbraio ci siamo recati, durante la registrazione della puntata della Prova del cuoco, presso gli studi televisivi della DEAR in Via Ettore Romagnoli, 30, a Roma, nel camerino di Antonella Clerici che ci accolti per una piacevole chiacchierata che vuole il solo merito di essere un tramite tra la conduttrice e il pubblico italiano che la sta attendendo con trepidazione amorosa in America.
Il camerino è arredato come una location fiabesca, con fiori, peluches, un quadro che ritrae Antonella, un cuscino con su stampato il suo volto e un piccolo e meraviglioso sgabellino di Maelle, la gioia di Antonella; donna, artista, diva e mamma, rigorosamente mamma.

Da Telereporter (1985) a la regina della Prova del cuoco, a conduttrice di San Remo, a mamma di tutti i bambini di Ti lascio una canzone. Antonella, qual è il tuo segreto per avere un tale riscontro da parte del pubblico.
Credo la naturalezza. Essere assolutamente come sono nella vita così in televisione. Questa mia verità credo che passi dallo schermo al pubblico. Io sono incasinata come mi vedi, così. Vado a casa, ho la bambina, mi dimentico di comprare il latte. In trasmissione, soprattutto alla Prova del cuoco, ho un rapporto sincero, vero col pubblico. Racconto tutte le mie problematiche, i miei fatti sentimentali. Ad esempio quando la bambina a Capodanno è stata male. Io racconto i miei fatti diretti, entro nelle case della gente. Loro sanno che sono una loro di loro. Ho i chili di troppo, non sono una di quelle che dopo aver partorito si è dimagrita subito. C’ho messo 2 anni e ho ancora i chili addosso. Non sono una wonder woman: sono una donna normale che fa un lavoro eccezionale!

“…ho scoperto che è possibile vivere soltanto se si ha un’ardente e assoluta identificazione con un punto di vista!” queste sono le parole di Peter Brook. Sei d’accordo? E se sì, qual è il tuo punto di vista?
Il mio punto di vista è sempre sottoposto al cambiamento. Non sono una di quelle che dice: “non cambierò mai idea”, perché credo che sia sintomo di poca intelligenza rimanere ancorati nelle proprie posizioni. Io sono una aperta al nuovo, anche nel lavoro. Ascolto tutti, poi decido con la mia testa perché se ho una convinzione la porto fino in fondo. Cerco di seguire le idee che sono in evoluzione. Se qualcuno ha un’idea migliore della mia, l’ascolto. Io credo che la vita sia in continuo movimento e in continua evoluzione, e rimanere fermi sulle proprie posizioni, credo che sia sintomo di poca intelligenza. È giusto avere un punto di vista, ma credo che sia giusto che questo punto di vista fluttui così come la vita.

Andrè Gide diceva: “l’arte muore di libertà e vive di costrizioni”. Quali e quante per trovare la tua espressione artistica?
Io ho delle costrizioni che forse il mio lavoro impone, ma per me sono invece delle libertà. Ad esempio io sono una che non ama uscire la sera, non conosco la mondanità, non vado alle feste, non mi interessano questi aspetti della vita del divertimento puro. Non mi piacciono gli eccessi, quindi, non faccio fatica a rimanere nei ranghi e rimanere fedele alla mia immagine. Sono molto semplice, faccio una vita molto semplice, e mi piacciono le cose molto semplici. Penso che comunque tutto ha un prezzo, e quindi è naturale che la mia vita spesso è sotto ai riflettori, mi dà fastidio solo quando diventa un eccesso, soprattutto quando riguarda la mia bambina. Però è naturale che noi adulti che facciamo questo lavoro non possiamo fingere di girare con gli occhiali scuri per non essere riconosciuti. Il successo è nell’essere fermati per strada, quindi se in questo c’è un limite alla libertà è un prezzo che bisognerà pur pagare.

La società di oggi ci costringe alla “vetrinizzazione”: apparire per essere. Essere cosa?
Essere dei cretini! Oggi anche i social network non aiutano. Ogni tanto ci vado. Credo che quando hai vent’anni, sia uno strumento fantastico; quando devi promuovere qualcosa, sia altrettanto uno strumento fantastico. Ridicolo che stai tutto il giorno lì a twittare, se fai la pipì, se vai al bagno. Mi sembrano tutte persone che non fanno il nostro mestiere e che vorrebbero farlo e cercano in questi network la loro vetrina. Tutto ciò che è vetrina, tutto ciò che venga dal web, dall’essere a tutti i costi protagonista, credo che sia un po’ come per noi che se non sei in onda non sei nessuno. È tutto un eccesso, una vetrinizzazione di cui bisognerebbe imparare a fare a meno.
Quale principessa sognava di essere l’Antonella bambina?
Tutte le principesse! Io vedo che la mai bambina vuole essere tutte le principesse: da Biancaneve, Cenerentola, La bella addormentata nel bosco. Poi dopo capisci che il principe azzurro in realtà è una grande bufala! Puoi trovare un principe in una parte della vita, ma non per tutta! Ci sono più principi nel corso della vita. Una volta il principe azzurro esisteva perché campavi trent’anni, adesso a trent’ anni inizi a conoscere la persona della vita, quindi è chiaro che morendo molto più in là forse di principe non ce n’è solo uno. È molto fortunato chi incontra la propria anima gemella!
Quali emozioni ti governeranno quando ti esibirai per gli Italiani all’estero?
Io, essendo già stata all’estero, quando sono andata in America, sono rimasta veramente colpita dal loro affetto nel confronto della nostra patria. Spesso immeritatamente. Viceversa l’Italia non fa molto per gli Italiani all’estero. Mi incavolo quando vengo a sapere che La prova del cuoco viene data alle 4 del mattino. Bisognerebbe avere rispetto per le persone e mandare la trasmissione negli orari adeguati per un programma del genere. Credo che gli italiani all’estero non siano degli italiani di serie B ma di serie A spesso ancorati a dei clichés che in Italia non esistono più. Che erano però i clichés più belli, quelli di valore, quelli legati appunto alla musica, alla cucina. Magari una mentalità un po’ retrò, che io credo, sia stata sempre la nostra grande forza. Ora sta diventando un po’ il contrario, la nostra debolezza.
Cosa credi si aspettino questi Italiani da te e da tutti i ‘cuccioli’ che ti accompagnano?
Noi stessi! Un pezzo d’Italia, un pezzo delle loro canzoni, della loro vita. Molti di loro, anche se vivono lì, hanno avuto veramente tanto successo, che devono appunto al paese dove vivono. Molto più successo di quanto avrebbero ottenuto stando in Italia. Uno nasce Italiano e muore Italiano. Evidentemente il legame con la propria terra passa attraverso la musica, la cucina, ed io ho il privilegio di fare entrambe le cose.
L’Italia cos’è oggi per noi? E l’Italia cosa oggi è per loro?
Per gli Italiani che stanno in America è ancora un’Italia che non esiste più. Hanno ancora un’idea un po’ romantica, grazie a Dio, del nostro Paese. Noi, invece, purtroppo, abbiamo perso anche questo romanticismo e con esso tutti i valori belli che avevamo come la famiglia. Purtroppo, devo aggiungere, che la classe politica non ci rappresenta affatto. Sempre di più andiamo nel baratro e i giovani non si appassionano più alla politica e i giovani bravi non li fanno entrare e non riescono a fare carriera, e i politici che ci sono, di destra, di sinistra e di centro non ci rappresentano più. Sono sempre i soliti e ci siamo stancati di questa classe dirigente.
“E se tutta la gente si desse la mano, se il mondo veramente si desse una mano, allora si farebbe un girotondo intorno al mondo”. Come è il mondo che vorresti per tua figlia?
Vorrei che fosse un mondo di valori, dove i sentimenti fossero ancora dei sentimenti, dove l’amicizia avesse un valore, dove esistesse una morale. Morale intesa come rispetto dell’altro. Mi piacerebbe molto che mia figlia avesse questo tipo di educazione e di sensibilità. Perché se è vero che la sensibilità ti porta a essere più fragile e quindi anche a soffrire di più, però è anche vero che è quella che ti dà di più. Crei tu stessa un mondo migliore. Quando invece sei un alfa privativo vivente, sei un’anaffettiva, un’agnostica, atea, finisci per costruire il mondo in cui purtroppo stiamo vivendo. Tutto è finalizzato al sesso, al tutto e subito, tutto e subito non è possibile perché ogni tanto, invece, bramare qualcosa è la cosa migliore e quando ottieni, ottieni anche la tua crescita.

Veronica Meddi

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