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Rapinata la fidanzata di Lavezzi che su Twitter scrive “Città di m… Lavezzi deve andare via da Napoli.

Hanno prima svaligiato la casa di Cavani. Poi hanno rapinato la moglie incinta di Hamsik. L’unico del tridente delle meraviglie immune ai trattamenti della malavita napoletana sembrava Ezequiel Lavezzi. Ieri notte è stata colmata anche questa lacuna. A farne le spese è stata fidanzata del Pocho, Yanina Screpante, che nella notte tra sabato e domenica, intorno all’una, è stata rapinata di un prezioso Rolex. Diversa è stata però la reazione. Yani a differenza delle colleghe wags non ha subito in silenzio, ma si è sfogata su twitter scrivendo in spagnolo: «E poi dicono che in Argentina c’è insicurezza….Napoli città di mer….mi hanno rubato l’orologio a mano armata!». Al che un tifoso le ha subito risposto: «Napoli non è una città di m…. Poteva succederti ovunque. Modera le parole. Solo a Napoli il tuo fidanzato è un Dio». E lei di rimando, sempre in spagnolo: «Non mi importa, se mi succede qualcosa, il mio fidanzato se ne va da qua. E io non voglio essere un Dio!». I tweet sono stati postati nella notte, e poi rimossi.

Yanina Screpante

LA RAPINA – La modella argentina, 27 anni, si trovava in auto in via Petrarca, nella zona più elegante del Vomero, e con lei c’era un’amica. Stavano chiacchierando sotto casa di una delle due, quando sono state avvicinate da due balordi. Sotto la minaccia di una pistola Yani ha dovuto consegnare l’orologio. Quindi, tornata a casa, ha riversato su twitter la propria rabbia. La tifoseria napoletana non ha gradito molto, e non tanto per le offese alla città quanto per la minaccia di «portarsi via» il Pocho, colonna della squadra. Sui forum sono esplose intere catene di Sant’Antonio di insulti e proteste all’indirizzo della fidanzata di Lavezzi. Al punto che la stessa Yani nella tarda mattinata di domenica ha fatto un passo indietro: «Chiedo scusa a tutta la città di Napoli, il mio è stato lo sfogo di una ragazza impaurita, terrorizzata, dopo una rapina con una pistola in faccia. Vorrei dire anche se mi capitava in Argentina in quel momento avrei scritto lo stesso». Il dietrofront ha avuto luogo sempre su Twitter: «Napoli e napoletani – ha scritto la modella – vi chiedo di comprendere il mio sfogo, non potrei mai odiare o sparlare di un città così bella…..Saluti».

DE LAURENTIIS LA RIMPROVERA – Controcorrente, come spesso gli capita, il presidente del Napoli De Laurentiis. La colpa per lui non sarebbe né della microcriminalità né tantomeno della città violenta. Ma della crisi: «In un clima di recessione (non è consigliabile ndr) andare in giro con grandi macchine e Rolex, tra l’altro in città dove si sa che questi vengono rubati». Il presidente ha spiegato ai microfoni di RaiSport che i calciatori e i loro familiari «credono di essere riconosciuti mentre è molto difficile che ciò avvenga quando si è in auto. Forse non sono diventati abbastanza napoletani». Poi De Laurentiis si è rivolto direttamente alla compagna di Lavezzi: «Cara Yanina, mi dispiace per quello che ti è capitato, ma Napoli è una città meravigliosa e i napoletani sono persone straordinarie capaci di una solidarietà unica al mondo».

LA PAURA DELLA CAMORRA – Lo scorso ottobre Cavani, a cui avevano svaligiato la bella villa di Lucrino, nel golfo di Pozzuoli, dovette cambiare casa per rifugiarsi in un parco residenziale super-sorvegliato al centro. Più recentemente, lo scorso 22 novembre, è toccato alla moglie di Hamsik, per giunta in attesa del secondo figlio, sperimentare il brivido di una pistola puntata a dieci centimetri dal naso. Ora è la volta della fidanzata di Lavezzi. Se tre indizi fanno una prova, per i blogger che assiduamente seguono il Napoli la camorra ha preso di punta la squadra di Mazzarri. E forse sta cercando di terrorizzare i tre tenori per indurli a lasciare la società azzurra. Sulla rete non manca chi sottolinea le strane coincidenza che smentiscono una consolidata tradizione. Fin dai tempi di Maradona i giocatori del Napoli sono sempre stati immuni dai pericoli della città. Ora qualcosa è cambiato

fonte www.corriere.it

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