Un importante passo avanti per la sicurezza dell’area dei Campi Flegrei arriva dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR), che ha stanziato 6 milioni di euro a favore dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). Le risorse serviranno a potenziare le infrastrutture dedicate al monitoraggio in tempo reale dei segnali sismici e allo studio dell’attività vulcanica, in una delle zone più a rischio d’Europa.
Il finanziamento rientra nell’ambito della nuova annualità del Fondo per l’edilizia e le infrastrutture di ricerca, che per il 2025 dispone di un budget complessivo di 94 milioni di euro. A firmare il decreto è stata la Ministra Anna Maria Bernini, che ha sottolineato il valore strategico degli enti di ricerca italiani: “Sono un vanto per il Paese – ha dichiarato – e dobbiamo continuare a sostenerli con strumenti e risorse adeguate per affrontare sfide sempre più complesse”.
Particolare attenzione è stata dedicata all’INGV, in prima linea nel controllo dei fenomeni sismici e vulcanici. “I fondi appena stanziati rappresentano un contributo sostanziale per attività fondamentali per la sicurezza del territorio”, ha dichiarato il Presidente dell’INGV, Fabio Florindo. “I Campi Flegrei sono una delle aree vulcaniche più monitorate d’Italia, ma anche tra le più vulnerabili. Questo investimento ci permetterà di migliorare la nostra capacità di rilevamento e interpretazione in tempo reale dei segnali sismici, geodetici e geochimici, rafforzando così il sistema di monitoraggio multiparametrico già esistente”.
L’obiettivo è chiaro: offrire strumenti sempre più efficaci agli enti preposti alla protezione civile, migliorando la capacità di risposta in caso di emergenza e garantendo maggiore sicurezza alle comunità locali. Il potenziamento delle infrastrutture consentirà anche di avanzare nella ricerca scientifica, con possibili ricadute positive su scala nazionale e internazionale.
Il MUR ha specificato che i fondi del Fondo per l’edilizia e le infrastrutture di ricerca sono stati assegnati in base a progetti e richieste presentati dagli enti scientifici, con un monitoraggio continuo dei progressi secondo un cronoprogramma prestabilito.
Con questo nuovo impulso, l’area flegrea potrà contare su un sistema di sorveglianza ancora più efficiente, elemento fondamentale per affrontare con maggiore preparazione le dinamiche di un territorio ad alta complessità geologica.
