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Sciami e sequenze sismiche ai Campi Flegrei: la spiegazione dell’INGV vulcani

INGVvulcani ha pubblicato, oggi 3 febbraio 2025, un interessante articolo informativo dal titolo: “Gli sciami sismici ai Campi Flegrei… questi (s)conosciuti“, dove viene approfondita la natura degli sciami sismici nell’area dei Campi Flegrei e le procedure adottate per il loro monitoraggio. Viene spiegato come si definisce l’inizio e la fine di uno sciame sismico, sottolineando la differenza tra “sciame” e “sequenza” sismica. Inoltre, l’articolo illustra le soglie di attivazione per i comunicati relativi agli eventi sismici nell’area vulcanica, basate su parametri scientifici e operativi. Un esempio significativo è lo sciame sismico avvenuto tra il 20 e il 21 maggio 2024, composto da 443 terremoti registrati in poco più di 25 ore.

In sismologia, i termini “sequenza sismica” e “sciame sismico” descrivono diversi modi in cui si manifestano i terremoti nel tempo.

Sequenza sismica: Si riferisce a una serie di terremoti che avvengono nella stessa area in un determinato periodo. Di solito, una sequenza sismica è caratterizzata da un evento principale, chiamato “scossa principale” o “mainshock”, seguito da scosse più piccole note come “repliche” o “aftershocks”. Le repliche diminuiscono in numero ed intensità col passare del tempo, seguendo un andamento tipico definito come legge di Omori.

Sciame sismico: È un tipo particolare di sequenza sismica in cui non c’è una scossa principale dominante. Invece, si verifica una serie di scosse di magnitudo simile distribuite irregolarmente nel tempo. Questo tipo di attività sismica è spesso osservato in aree vulcaniche, come i Campi Flegrei, dove i movimenti del magma e dei gas sotterranei possono causare tali fenomeni.

La frequenza degli sciami sismici nei Campi Flegrei è legata alla complessa struttura geologica dell’area. I movimenti del magma e dei gas sotterranei esercitano pressioni sulle rocce circostanti, causando fratture e, di conseguenza, terremoti. Questi fenomeni sono monitorati costantemente dagli esperti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) per valutare eventuali cambiamenti nell’attività vulcanica.

L’INGV utilizza una rete di sensori sismici distribuiti nell’area flegrea per rilevare e analizzare ogni scossa. Questo monitoraggio continuo permette di distinguere tra l’attività sismica ordinaria e segnali che potrebbero indicare una possibile eruzione. È importante sottolineare che la presenza di sciami sismici non implica necessariamente un’imminente eruzione vulcanica, ma rappresenta una manifestazione dell’attività dinamica del sottosuolo.

Fonte: https://ingvvulcani.com/2025/02/03/gli-sciami-sismici-ai-campi-flegrei-questi-sconosciuti/

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