Negli ultimi anni, l’area dei Campi Flegrei ha visto un forte aumento delle emissioni di gas vulcanici, suscitando preoccupazione tra residenti e autorità. In particolare, l’anidride carbonica (CO₂) ha raggiunto livelli impressionanti: circa 5.000 tonnellate al giorno, una quantità simile a quella emessa da un vulcano attivo.
Questo fenomeno è strettamente legato al bradisismo, un processo geologico che provoca il sollevamento e l’abbassamento del terreno. Nei Campi Flegrei, il suolo si è progressivamente innalzato e, con esso, sono aumentate anche le emissioni di gas.
L’anidride carbonica è incolore, inodore e più pesante dell’aria. In spazi chiusi o poco ventilati, tende ad accumularsi in basso, diventando un potenziale pericolo. Un esempio noto è la Grotta del Cane, dove i livelli di CO₂ a terra sono così alti da far perdere i sensi agli animali di piccola taglia.
Per affrontare la situazione, si è tenuto un vertice in Prefettura a Napoli con Protezione Civile, sindaci dell’area flegrea, Asl e Osservatorio Vesuviano. Tra le decisioni prese, spicca il monitoraggio degli edifici pubblici, come scuole e ospedali, per individuare possibili accumuli di gas e prevenire rischi per la salute.
Inoltre, la Regione Campania ha lanciato la campagna informativa “Io non rischio“, per sensibilizzare i cittadini sui pericoli legati ai gas vulcanici e sulle corrette misure di autoprotezione. Essere informati può fare la differenza, soprattutto in ambienti chiusi dove l’accumulo di CO₂ potrebbe diventare pericoloso.
Va detto, però, che al momento non ci sono segnali di un’eruzione imminente.
Le autorità stanno monitorando costantemente la situazione e adottando tutte le precauzioni necessarie per garantire la sicurezza della popolazione dei Campi Flegrei.
