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I’m your man: “Un film che non è pura fantascienza”. Di Assunta Esposito

I’m your man: “Un film che non è pura fantascienza”.

Il film di Maria Sharader e interpretato da Dan Stevens e Marin Eggert è stato tratto da un racconto di Eva Braslavsky Io sono un robot. Una commedia sul rapporto di coppia in una Berlino contemporanea che trova la soluzione a tante problematiche e condizionamenti nella costruzione di un androide con l’algoritmo giusto per essere felice.

Con una comunicazione incalzante nella prima parte, il film diventa a tratti malinconico e filosofico nella seconda parte. Assistiamo a un esperimento che nella costruzione del film ricorda a tratti le commedie americane degli anni 50 sui rapporti di coppia, chi non ricorda la prima parte del film Tutti pazzi per Rosy, e a tratti la conclusione del film Blade Runner.

Ancora una volta l’uomo nel suo difficile rapporto con il genere umano cerca di immaginare un futuro in cui degli androidi possano sostituirlo eliminando tutti gli inconvenienti e i conflitti che esso comporta per sua natura. Eppure l’amore come tutte le cose della vita non è altro che illusione, e se ciò conduce alla felicità che illusione sia.

Gli attori molto bravi, i luoghi anche: il film ci consente di vedere l’Ara di Pergamon senza recarci all’Isola dei Musei.

Film molto gradevole che lascia lo spettatore triste e malinconico e con una gran voglia di dibattere su un tema del genere.

Assunta Esposito

 

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