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Torrefumo: pericoli e misteri irrisolti. Lettera aperta al sindaco, al segretario comunale e alla cittadinanza tutta

Lettera aperta alla cittadinanza

Cari concittadini, sono ormai passati più di trenta giorni dalla richiesta di accesso agli atti protocollata al comune di Monte di Procida con gli amici della associazione MUSA, Monte di Procida Unita per Salute e Ambiente.

La richiesta di accesso era resa necessaria dal totale silenzio e dalla immobilità della amministrazione comunale, che ha probabilmente sottovalutato la gravità e complessità del problema relativo alla contaminazione di amianto riscontrate nell’area di Torrefumo.

Ricordiamo che dopo le prime analisi, commissionate nel gennaio 2019, che hanno evidenziato la presenza di cementoamianto nel sito, l’area è rimasta aperta al pubblico per una precisa scelta del governo cittadino, e successivamente interdetta per l’evidente pericolo per la salute pubblica (bene tutelato, ricordiamo ai distratti, da quella stessa Costituzione spesso tirata in ballo quando fa comodo e solo in maniera autoreferenziale) dopo l’intervento dell’ASL Napoli2, anche se, a tutt’oggi, duole constatare che non vi è nessun controllo sul rispetto dell’ordinanza di interdizione, quindi i cittadini continuano a fruire dell’area con una certa facilità.

Dopo il primo campionamento sono state effettuate ulteriori analisi con un affidamento diretto alla dottoressa Aurora Brancia, nome noto a chi si interessa di ambiente e rifiuti pericolosi, poiché consulente di parte non già degli enti ma dei privati che gestiscono i siti contaminati, come la vicina cava Lubrano.

Ebbene, l’ente comune di Monte di Procida ha già liquidato il consulente, ma a noi cittadini è impedito conoscere i risultati della perizia. Infatti, trascorsi 30 giorni dalla richiesta di accesso, la stessa si intende RIFIUTATA.

Il problema non è formale ma sostanziale; il nostro diritto a conoscere è compromesso e la nostra preoccupazione è che i frammenti di amianto, non messi in sicurezza, possano venire ancor più frantumati e dispersi in seguito ai violenti moti atmosferici di questi mesi.
Assistiamo basiti e increduli al totale disinteresse della giunta e del consiglio comunale nei confronti di un tema, la salute umana, che dovrebbe essere naturalmente trasversale.

Ma vi è di più.

Con determina 367 del 20 dicembre u.s. il nostro comune spende altri soldi affidando ad una ditta di Aversa lo smaltimento dei campioni, in maniera peraltro irrituale poiché, generalmente, chi esegue un lavoro di analisi si incarica anche dei costi dello smaltimento del materiale analizzato, e qui apprendiamo due cose: la prima è che sono state condotte indagini sovrapponibili alle prime, cioè top soil, la seconda è che abbiamo l’ovvia conferma della presenza di amianto nel sito.

Non solo: con la determina 366 di pari data l’ente affida ancora una volta allo steso consulente, in maniera diretta, “(…) la sola attività di analisi del rischio sanitario specifico(…)”. E , nel testo della determina, leggiamo increduli che il fine di pubblico interesse che si intende perseguire è “(…) la verifica della sicurezza del sito di Marina di Torrefumo(…)”.

Quindi facciamo un bel passo indietro, chiedendoci ancora SE il sito sia pericoloso.
La verità è più forte di tutto. E la verità è che l’amianto è pericoloso. L’esposizione alle fibre di asbesto può causare gravissime patologie.

E’ di evidente urgenza la necessità di agire con interventi immediati ed un programma dettagliato di messa in sicurezza dell’area, e ribadiamo la necessità di allargare il campionamento alle aree limitrofe.

E, proprio perché la tematica è di interesse generale e collettivo, chiediamo, ancora una volta, al sindaco pro tempore, garante della sicurezza e della salute pubblica, ed al segretario comunale, garante della trasparenza della pubblica amministrazione, di rendere pubblica la perizia redatta dal consulente incaricato e di informare la cittadinanza sul programma di azioni intraprese e da intraprendere per la messa in sicurezza dell’area contaminata, per il risanamento della medesima e per il controllo delle aree limitrofe, a partire dall’area “scirocco” ove insistono anche le aree ricreative.

Dott. Avv. Armida Mancino per MUSA

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