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Pino Lubrano scrive al sindaco, riportiamo l’antica tradizione della festa dedicata a “Mamma Assunta”

Ritengo che sia abbastanza noto, non solo l’amore viscerale che nutro per la mia terra, ma anche, ahimé, quanto delle mie economie ho dedicato con orgoglio, ad eventi che tenessero alto il nome di Monte di Procida, della sua gente e delle sue secolari tradizioni.

Ciò posto, sono costretto a manifestarle il mio profondo rammarico perché, ancora una volta, viene snaturata la splendida, antica tradizione della festa dedicata a “MAMMA ASSUNTA” (non è un contrasto con Salvio Pietroluongo, ma un diverso modo di interpretare i sentimenti e la tradizione dei MONTESI)

1. Dov’è il concerto della BANDA MUSICALE (ci si domandava quale banda viene: Lecce, Noicattaro, Bracigliano?)

2. Dov’è la vendita, la cui passione prendeva tutti e quando le torte venivano messe all’asta, il banditore per dare valore al prodotto diceva: chest’ è robb è nnammurat’

3. Dove sono gli spettacoli per bambini! (Burattini, marionette)

4. Dov’è il “PAZZARIELLO” che girando per il paese annunciava l’inizio della festa?

5. Dov’è il tradizionale concertino della canzone napoletana?

6. Ma soprattutto dove stanno le FAMIGLIE MONTESI che scendevano a fare la tradizionale passeggiata “NELLA FESTA”

Un bambino diceva: “mammà voglio r pistacch”, un altro battendo i piedi per terra “Mo mè
accattà nu giocattolo!”; un altro piangendo “Voglio ì ncopp r machin tozza tozza”. Ed erano
tragedie greche, splendide nella loro tradizione e nel profondo senso umano.

Altri tempi, altri bei tempi, ma, forse, ANCHE ALTRI CUORI ED ALTRI SENTIMENTI.

Ebbene, Sindaco, io vorrei tornare a quei tempi, certissimo di interpretare il desiderio della stragrande maggioranza dei MONTESI:

1. Aggià sentì nu piezzo r’ musica, la marcia trionfale dell’Aida (immancabili SABATINO, NDUNUCCIELL, AMERIGO, AQUILONE etc)

2. Stasera amma ì! Ce sta u cuncertino cu Gino di Procida

3. U ‘uaglione ha pigliet nu piccio e l’ò purtà ncopp r machine tozza tozza!

4. Stasera aggia purtà r turron a nonna e r’ nucelle arruscat, si no chi à sente!

Insomma, SINDACO, vorrei tornare a quando, tra risate e sfottò, una damigiana di vino rosso di INNARO (ho detto tutto in quanto a VINO), venne aggiudicata per 800.000 lire in un duello rusticano, a suon di banconote da 50 mila, tra l’imprenditore Pasquale Mancino e l’avvocato Arcangelo Mazzella.

Dai, SINDACO, pensa alla nobile tradizione di questi splendidi montesi, FAI un manifesto ed invita i cittadini a formare un grande comitato che possa programmare, con volontà popolare, la “ANTICA TRADIZIONE R’A FEST R’A MARONN”.

Distinti saluti e grazie, non per me, ma per la mia gente: LO STRAORDINARIO POPOLO MONTESE.

Il Presidente, PINO LUBRANO

N.B. “Può darsi che non siate responsabili per la situazione in cui vi trovate, ma lo diventerete se
non fate nulla per cambiarla” MARTIN LUTHER KING

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