Home » Cronaca » Crack DEIULEMAR: Sentenza a quattro anni e mezzo per Leonardo Lembo

Crack DEIULEMAR: Sentenza a quattro anni e mezzo per Leonardo Lembo

Due giorni di fuoco per avvocati e curatori fallimentari quelli del 24 e 25 settembre e per gli obbligazionisti tutti del crack Deiulemar di Torre del Greco. Dopo il tempestivo intervento della curatela della SDF nei confronti del Tribunale di Torre Annunziata che ha consentito il risequestro in sede civile dei 300 milioni di euro in beni mobili e immobili dissequestrati il giorno prima dal Tribunale penale di Roma, è stata una giornata dura e faticosa quella di ieri 25 settembre proprio a Roma alla IV sezione penale dello stesso Tribunale.

Prima decisione che il giudice Di Girolamo ha dovuto prendere quella relativa alla richiesta di patteggiamento della pena da parte dell’imputato Leonardo Lembo essendo lo stesso reo confesso. La sentenza di accoglimento della richiesta ha visto applicare la riduzione della pena all’armatore Leonardo Lembo accusato insieme agli altri di truffa, associazione a delinquere, frode nei confronti dello Stato, distrazione e sottrazione di patrimonio societario, riciclaggio di denaro e bancarotta fraudolenta. La pena prevista quattro anni e mezzo di reclusione ha lasciato i 70 obbligazionisti che irriducilbilmente presenziano ogni volta alle udienze penali (tra cui questa volte ce n’erano circa venti di Monte di Procida) senza parole. Come sia possibile che una persona che venga accusato di tali capi di imputazione ben più gravi di un semplice furto o una semplice rapina solo perchè ha ammesso la propria colpevolezza nei vari reati possa beneficiare del patteggiamento e della riduzione della pena fino a minimi storici così come previsto in questa sentenza di primo grado. Si augurano gli obbligazionisti tutti che questo provvedimento venga impugnato in corte d’appello da tutti gli avvocati penali degli stessi presenti in modo numeroso in aula.

L’udienza è poi proseguita con l’apertura del procedimento nei confronti dei soci Della Gatta Pasquale e Angelo Della Gatta unici presenti in udienza essendo in stato di detenzione, mentre gli altri si sono assentanti preferendo un processo in contumacia. Il giudice dopo aver assolto alle formalità di rito ha ribadito la decisione già presa nell’udienza del 12 giugno 2013 nei confronti della lista di testimoni presentati dagli avvocati degli imputati ossia di ridurla al minimo essendo ogni testimonianza molto lunga e complessa anche perchè determinate prove testimoniali sono state dallo stesso considerate superflue essendo la documentazione sui capi di prova sufficientemente dettagliata ed esaustiva.

L’avv. Sepe, avvocato di Pasquale e Angelo della Gatta ha poi sollevato il problema dell’incompatibilità del giudice su questa parte dell’udienza essendo il medesimo lo stesso ad aver giudicato Leonardo Lembo e ritenendo dunque questo dato pregiudizievole nei confronti degli altri due imputati. Ha dunque chiesto al giudice Di Girolamo di astenersi dal continuare l’udienza e di rinviare la stessa ad altro giorno affinchè il Presidente del Tribunale scegliesse un nuovo collegio giudicante. La questione è stata rimessa al Presidente del Tribunale in quanto organo superiore il quale non ha ravvisato tale incompatibilità ribadendo che la sentenza della Corte Costituzionale che il Sepe avrebbe invocato a legittimazione della sua richiesta parla di opportunità e non di necessità di cambiare il collegio giudicante in simili casi.

L’avv. Sepe allora ha chiesto formalmente la ricusazione del giudice Di Girolamo ribadendo di ricorrere in Cassazione per vizio di legittimità. L’udienza è proseguita con la testimonianza di un unico teste da ascoltare, essendo ormai già le 14.00 del pomeriggio e risultando quindi impossibile ascoltarli tutti e tre come previsto dalla programmazione dell’udienza. Il teste, il Capitano della Guardia di Finanza Capuozzo è stato dunque interrogato dal PM Paolo D’Ovidio, davanti una platea che in religioso silenzio ascoltava ripercorrendo tutte le tappe della vicenda Deiulemar e molto probabilmente ricordando tutto il male psicologico subito. La prima domanda ha riguardato la genesi della vicenda.

Il Capitano Capuozzo con voce tranquilla ma che a tratti rivelava un’ansia di precisione e di approfondimento di ogni singola operazione svolta ha raccontato con dovizia di particolari com’è cominciata l’inchiesta, come è proseguita, quanti e quali elementi lo hanno indotto a considerare delinquenziali determinate operazioni commerciali e fiduciarie, descrivendo com’era organizzata la Holding Deiulemar, come veniva fatta la raccolta del risparmio, come sono stati distratti i patrimoni della Deiulemar CDN, come sono state costituite le altre società fiduciarie e immobiliarie.

Tutto, ha detto il Capitano Capuozzo, altamente emozionato e preoccupato di non dimenticare niente, presentando addirittura dei prospetti per consentire al giudice Di Girolamo di comprendere e seguire meglio il racconto di un diabolico sistema messo in piedi per truffare la povera gente. Tutto o quasi, considerando che alle ore 16.30 il racconto non era ancora concluso, la cui conclusione è stata dunque rinviata all’udienza che si terrà lunedì 30 settembre nella stessa aula della IV sez. Tribunale penale di Roma. Zitti gli imputati a prendere appunti, nei loro corpi quasi ossuti, nelle loro facce gialle quasi a dare rappresentazione fisica a uno dei tanti trust da loro costituiti dopo il 2005 chiamato appunto Yellow Cats.

Assunta Esposito

Commenti:

Notizia interessante

Muore la ragazza investita a Pozzuoli mentre usciva da un pizzeria.

Pozzuoli. Travolta all’uscita della pizzeria, muore 21enne casertanaSimona Serra investita da un’auto a Pozzuoli dopo …