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Scosse sul Vesuvio ma a preoccupare sono i Campi Flegrei

Secondo gli esperti i movimenti sismici che stanno interessando il Vesuvio negli ultimi giorni rientrano nella normalita’.

Sta di fatto che altri due terremoti sono stati registrati dagli strumenti dell’osservatorio vesuviano. La prima scossa rilevata alle ore 02:19:54 del 18/06/2013 ad una profondità di 1.46 km. La seconda scossa è avvenuta alle ore 04:25:33 del 18/06/2013 ad una profondità di 0.06 km. Magnitudo ancora da verificare.

Ma a preoccupare seriamente i vulcanologi sarebbe la camera magmatica comune, estesa a 8-10 chilometri di profondità. Un bacino comune alla caldera dei Campi Flegrei e al Vesuvio, colmo di magma, che potrebbe fuoriuscire in qualsiasi momento e risalire in tempi brevi verso la superficie. Studiando i flussi di calore provenienti dai due complessi vulcanici – maggiori in corrispondenza dei Campi Flegrei e minori man mano ci si avvicina al Vesuvio, vulcanologi sono inoltre arrivati alla conclusione che, probabilmente, gran parte della sorgente magmatica si troverebbe in corrispondenza dei Campi Flegrei, considerati un “super vulcano” potenzialmente molto più pericoloso del Vesuvio.

Nel caso dovesse verificarsi, “il processo di risalita del magma sarebbe molto veloce, impiegherebbe pochi giorni”, spiegano gli esperti. “Ciò significa che dal momento in cui si verificano i fenomeni precursori dell’eruzione (come variazioni delle caratteristiche chimiche e delle temperature delle fumarole, deformazioni del suolo e attività sismica) ci vogliono pochi giorni perché il magma risalga in superficie. Cosa che, in assenza di un piano di emergenza riguardante i Campi Flegrei, potrebbe provocare dei disastri non solo a livello locale, ma estesi a tutta l’area campana”.

E gli esperti puntano il dito contro i piani di evacuazione, inadeguato per quanto riguarda il Vesuvio e la zona rossa, addirittura inesistenti per i campi Flegrei, dove le eruzioni sarebbero potenzialmente molto più violente di quelle scatenate dal vulcano, e che possono verificarsi in qualsiasi punto della caldera, a partire dalla città di Napoli, dove i quartieri di Soccavo, Fuorigrotta e Posillipo potrebbero ritrovarsi sommersi da lava e cenere

fonte www.articolotre.com

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