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Video.TGr. Crac Deiulemar, scattano gli arresti

Torred el Greco. Crac Deiulemar, scattano gli arresti a Torre del Greco e nell’inchiesta più seguita degli ultimi anni è il giorno della svolta. Sono nove le ordinanze di custodia cautelare che la Guardia di Finanza della compagnia di Torre del Greco ha eseguito ore su disposizione della Procura di Torre Annunziata. In manette sono finiti, uno dopo l’altro, i vertici della compagnia di navigazione, dichiarata fallita dai giudici della sezione fallimentare dopo lo scandalo dei bond carta-straccia.
Destinatari delle ordinanze di custodia cautelare sono: i fratelli Angelo e Pasquale Della Gatta, la madre dei due, Lucia Boccia – finita agli arresti domiciliari – la sorella Micaela Della Gatta, Giuseppe Lembo – l’unico fondatore superstite dell’impero Deiulemar, agli arresti domiciliari – i suoi figli Filippo e Leonardo Lembo, la sorella Maria Lugia Lembo – arresti domiciliari per la vedova di Michele Iuliano, morto per un infarto pochi mesi fa – e la figlia di quest’ultimo, Giovanna Iuliano, finita dietro le sbarre del carcere.
Le accuse della procura sono pesantissime: associazione per delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta, truffa aggravata ai danni dello Stato, infedele dichiarazione dei redditi, riciclaggio e raccolta abusiva del risparmio. La finanza ha, inoltre, eseguito il sequestro di beni per un valore di circa 323 milioni di euro. In particolare, i provvedimenti riguardano 10 motonavi, partecipazioni societarie e beni immobili e scaturiscono dall’attività investigativa relativa all’ingente bancarotta della compagnia armatrice, che ha danneggiato incolpevoli risparmiatori (circa 13.000) che avevano investito nelle obbligazioni della società. La Deiulemar, secondo le accuse supportate da una pioggia di denunce, ha rastrellato un tesoro stimato in almeno 800 milioni di euro, un tesoro messo insieme grazie alle obbligazioni «vendute» a migliaia di famiglie di Torre del Greco e dei Comuni limitrofi. E’ l’affare dei «carati del mare», che dura da oltre venti anni. Prestiti obbligazionali in cambio di cedole annuali con interessi ben più alti di quelli garantiti dagli investimenti bancari. Il guaio è che dopo anni di raccolta, durante i quali i fondatori della Deiulemar hanno costruito rapporti di fiducia con i propri investitori, le obbligazioni sono svanite nel nulla, risucchiate da investimenti sui quali la magistratura ha acceso i rifloettori.

Lo scandalo e’ esploso all’inizio del 2012, quando, anche a causa della crisi del settore dei noli, gli armatori di Torre del Greco non sono riusciti più’ a far fronte alla richiesta di restituzione di capitali agli obbligazionisti. Secondo il censimento della stessa compagnia, sarebbero oltre 13mila le cedole in mano ai cittadini, che adesso sperano di poter recuperare almeno in parte i risparmi di una vita.

16/07/2012 Fonte Metropol

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