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Monte di Procida. Le nuove tariffe dei parcheggi, il parere di Rocco Assante

Monte di Procida .Cari amici, mi dispiace non essere intervenuto prima su questo argomento, ma visto il mio attuale ruolo e considerato che si tratta di materie di cui mi sono occupato fino allo scorso anno, lo ritenevo poco opportuno. Non mi andava però, che questo mio rispettoso silenzio fosse equivocato.

Credo sia innegabile che su questo provvedimento ci sia stata una comunicazione poco efficace.

Provvedimento che però, nel suo complesso, è un provvedimento valido, che certamente migliorerà la vivibilità della nostra cittadina, anche se inciderà molto sulle abitudini quotidiane ed in parte sul portafoglio di ognuno di noi.

Alla luce della mia esperienza passata, proverò a fornire qualche ulteriore elemento alla discussione, soprattutto per chi è mosso da sana voglia di partecipazione, non strumentale ad altri fini.

Cerchiamo innanzitutto di chiarire alcuni termini della questione, per evitare di fare confusione.

Questione “FARE CASSA”: se fosse stato questo lo scopo, sarebbe stato molto più semplice portare il costo del contrassegno residenti a 50 euro, con introiti quasi doppi rispetto a quelli preventivabili con questo provvedimento.
Quindi credo sia superfluo aggiungere altro.

Veniamo però al nocciolo del problema, facendo una paio di utili premesse:

1) gli stalli di sosta delimitati da strisce bianche, blu o gialle sono circa 900 in tutta Monte di Procida, comprese la zona di Acquamorta dove è concentrato oltre il 10% dei posti auto disponibili;

2) a Monte di Procida circolano circa 12 mila veicoli tra auto (circa 6 mila), autocarri (circa 2 mila) e poi motocicli e ciclomotori.

Come ogni risorsa limitata quindi, anche l’accesso ai posti auto va regolamentato. Come avviene in Italia, in Europa e nel Mondo.

Chi ritiene che parcheggiare nei pressi della propria abitazione sia un diritto quasi costituzionalmente garantito, dovrebbe fare prima i conti con questi numeri.

Infatti se in una determinata zona risiedono 400 nuclei familiari e ci sono 40 posti auto (non è fantascienza, è Corso Garibaldi), a prescindere da qualsiasi regolamentazione comunale, molte persone saranno comunque costrette a trovare soluzioni alternative.

In un paese come il nostro che, oltre alle tanto declamate caratteristiche orografiche, ha anche delle caratteristiche demografiche (con una densità di oltre 4 mila abitanti per kmq), anche parlare di centro e periferia diventa complicato, ed in questo va certamente apprezzato lo sforzo di rendere a pagamento solo poche e limitate aree effettivamente ipercongestionate.

Personalmente apprezzo l’iniziativa del Vicesindaco ed amico Enzo Lucci, al quale ho anche chiesto di dare indicazioni alla Polizia Municipale affinché presti prioritariamente attenzione alle auto in sosta selvaggia, intendendo tali quelle fuori dagli spazi consentiti, che ostacolano la circolazione delle altre auto e dei pedoni, prima di controllare quelle non in regola col pagamento del grattino.

E soprattutto gli ho chiesto controlli rigorosi sul corretto utilizzo dei contrassegni per i diversamente abili.

Pensate che ogni anno la nostra Polizia Municipale incrociando i dati dell’anagrafe con quello dei servizi sociali, ne ritira mediamente un centinaio appartenenti a persone decedute e che i familiari avevano “dimenticato” di riconsegnare.

Per il resto so che è stato approntato un volantino informativo che presto sarà distribuito alla cittadinanza e pubblicato su internet, nel quale saranno chiariti molti aspetti di questo provvedimento e comunicate alcune novità che sono già in discussione, alcune delle quali saranno certamente varate a breve, mentre altre necessiteranno dell’installazione delle colonnine.

Un’ultima cosa. Poche settimane fa, discutendo con l’amico Teodoro Borredon, mi ricordò un aneddoto che oggi più che mai vale la pena riprendere:

Il padre e il figlio avevano un unico piccolo asinello.
Mentre il padre veniva portato e il figlio procedeva con i suoi piedi, i passanti li schernivano: “Ecco,” dicevano “un vecchietto moribondo e inutile, mentre risparmia la sua salute, fa ammalare un bel giovinetto”.
Il vecchio saltò giù e fece salire al suo posto il figlio suo malgrado. La folla dei viandanti borbottò: “Ecco, un giovinetto pigro e sanissimo, mentre indulge alla sua pigrizia, ammazza il padre decrepito”.
Egli, vinto dalla vergogna, costringe il padre a salire sull’asino. Così sono portati entrambi dall’unico quadrupede. L’indignazione si accresce, perché un unico piccolo animale era montato da due persone.
Allora parimenti padre e figlio scendono e procedono a piedi con l’asinello libero. Allora sì che si sente lo scherno e il riso di tutti: “Due asini, mentre risparmiano uno, non risparmiano se stessi”. A quel punto il padre disse al figlio: “Vedi figlio niente da nessuno è approvato”.

Governare significa scegliere, nella consapevolezza che non si possono accontentare tutti.

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