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Dal sottosuolo dell’area flegrea energia pulita per illuminare milioni di case e uffici.

Una squadra di geologi emiliani, commissionati da una società di Faenza, la Tampieri srl, sta studiando da mesi i fluidi geotermici nelle viscere del sottosuolo dell’area flegrea con un unico obiettivo: produrre milioni di kilowattore all’anno a emissioni zero.

Si è capito che, sfruttando il sottosuolo, ossia i serbatoi naturali geotermici dell’area flegrea è possibile produrre energia pulita, la quale, riutilizzata, potrebbe illuminare e riscaldare le abitazioni e gli uffici di più di due milioni di cittadini in provincia di Napoli.

Nello specifico, a beneficiare di cotanta energia pulita è una vasta aerea di 70km quadrati inclusa tra i quartieri flegrei di Napoli e i comuni di Quarto, Pozzuoli, Giugliano, Bacoli, Monte di Procida e Marano.

La ricerca per conto della Tampieri srl si concretizzerà in più fasi e secondo le previsioni, i lavori avranno una durata di 15 mesi per un investimento privato di 250mila€. Secondo i geologi “la fonte geotermica garantirebbe un apporto significativo in termini di energia rinnovabile” per questo “avvieremo il monitoraggio dei pozzi Enel, Eni e di quelli acquiferi già presenti sul territorio flegreo in modo da capire dove localizzare il pozzo esplorativo”.

I vulcanologi di metà Europa temono questa zona, definita dal professore Giuseppe Di Natale, responsabile dell’osservatorio nazionale di geofisica e vulcanologia, il supervulcano, molto più potente del Vesuvio, essendo i Campi Flegrei un energico concentrato di magma ed acqua.

Difatti, all’interno della relazione del progetto della Tampieri c’è un capitolo dedicato proprio al distretto vulcanico flegreo, ricco di sorgenti termali, nel quale risiedono due milioni di persone. Quest’acqua a meno di 200m di profondità potrebbe raggiungere i 180 gradi trasformandosi in un prezioso serbatoio di energia pulita.
Teresa Sacco.
fonte www.controcampus.it

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