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A presto la Storia di Monte

E’ motivo di grave disappunto constatare che Monte di Procida, la più antica città flegrea, non ha avuto fino ad oggi un suo cantore.

Eppure, fin dalla notte dei tempi, sul pianoro di “Bellavista” ardimentosi naviganti mediterranei, approdati al nostro litorale, si arrampicarono per le balze scoscese di Monte Grillo e vi fondarono un centro di vita, dove recentemente sono stati trovati tracce e manufatti d’epoca neolitica (6.000 anni fa).

In un’opera di prossima pubblicazione, intitolata “Monte di Procida: antica Misenum”, Angelo Antonino Gnolfo tratta i seguenti argomenti:…..

  • origini della Terra e di Monte di Procida;
  • origini della vita vegetale e animale a Monte di Procida;
  • origini dell’Uomo Pensante e dell’Uomo Paleoflegreo;
  • nascita della civiltà mediterraneo-paleomontese a Bellavista e sua diffusione nei Campi Flegrei;
  • Cuma, città paleomontese, faro di civiltà, che si diffonde in Italia (Napoli, Roma, Sannio…);
  • a Monte di Procida, in una villa patrizia, nacquero, crebbero e si formarono Tiberio e Caio Gracco, fautori d’ideali democratici e innovatori della società italica (II sec. a.c.);
  • il mare di Acquamorta teatro della battaglia navale tra Cuma e la lega etrusco-cartaginese, che in un memorando, epico scontro fu pesantemente sconfitta;
  • Monte di Procida sede della Reggia Imperiale Romana, che si estendeva, tra boschetti e terrazzamenti fioriti, dalla villa di Cesare (Castello di Baia) alla villa di Lucullo (Torregaveta e Case Vecchie). Quivi soggiornarono gli imperatori, da Augusto a Tiberio, dai Flavi agli Antonini, dai Severo a Romolo Augustolo, ultimo sovrano di Roma (476 d.c.);
  • A Torre di Cappella, sede della diocesi miseno-montese, affondò le sue radici il primogenio Cristianesimo, mentre la Villa Luculliana di Monte di Procida diveniva monastero fortezza, denominato Castrum S. Martino (496 circa);
  • 846 – distruzione della nostra città da parte degli Arabi e loro insediamento nel Castrum;
  • 905 – il Castrum di S. Martino viene liberato, i mussulmani vengono cacciati via, i borghiggiani miseno-montesi cominciano a tessere la trama della propria esistenza medioevale, difficoltosa, oscura, tanto da non fare più notizia (come il fuoco di un tizzone che, coperto di cenere, pare sia spento, ma al primo refolo si riaccende e dà testimonianza della sua vitalità);
  • 1129 – 1141 – XIII sec. – si moltiplicano le prove della sua operosità;
  • 1340 – il Fisco avoca a sé il Castrum, che diverrà Terra libera demaniale, dotata di franchigia daziaria (XV sec.);
  • il Castrum montese di S. Martino si evolve in borgata agricola (cioè da strumento di guerra in arnese di pace e di lavoro) dotata di tre chiesette per la cura spirituale delle famiglie che vi operano (fine XVI sec.);
  • XVII – XVIII sec. – circa duecento anni di lotta contro gli agenti daziari di Pozzuoli (perquisizioni arbitrarie domiciliari, multe, arresti, lotte cruenti);
  • 1799 – Monte di Procida fiore all’occhiello della Repubblica Partenopea; difesa del proprio litorale da parte dei difensori borghiggiani montesi, che riescono a catturare 42 prigionieri anglo-borbonici;
  • 1887 – conseguimento dell’autonomia parrocchiale;
  • 1907 – conseguimento dell’autonomia comunale;
  • chiese parrocchiali dei Montesi: Madonna Assunta, Madonna del Buon Consiglio, S. Antonio, S. Giuseppe, chiesa parrocchiale a Brooklyn;
  • Montesi: seimila anni di storia, talora fulgida, talora oscura, ma sempre epica, rendono la nostra città fiera di essere la matrice della civiltà flegrea e di avere difeso eroicamente la nostra identità etnica, contro le molteplici, dolorose vicissitudini della vita.
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