
Quello che è successo la scorsa notte a Napoli fa davvero male. Pier Macchié, il cui vero nome è Pierangelo Fevola, è unartista di strada, poeta, e nostro concittadino di Monte di Procida, è stato aggredito sul ponte della Sanità. Un ragazzo in scooter, senza casco, gli si è avvicinato e gli ha strappato via con forza il suo cappello. Non un cappello qualsiasi: il cappello che Pier indossa sempre, parte del suo personaggio e del suo modo di stare al mondo. Tutto è stato ripreso in un video, poi pubblicato dallo stesso artista sui social. E in poche ore, la rete si è infiammata. Tantissimi cittadini hanno espresso rabbia, delusione e affetto. Alcuni hanno anche segnalato l’accaduto al deputato Francesco Emilio Borrelli.
La risposta di Borrelli? Dura e chiara: «Un’aggressione vile e insensata. È l’ennesimo attacco da parte di chi odia la cultura, disprezza il rispetto e si rifugia nella violenza. Pier Macchié porta bellezza nelle strade. Non può diventare un bersaglio. Acquisteremo noi il materiale per rifargli il cappello, ma non basta: vogliamo che chi ha fatto questo venga identificato e paghi per ciò che ha fatto».
Il video è stato rilanciato anche sulla sua pagina Facebook, ricevendo numerosissimi messaggi di solidarietà. Pier Macchié non è solo un artista. È uno che ha preso le strade di Napoli e le ha trasformate in palcoscenici. Poesie, murales, performance: la sua arte parla a tutti. E tutto è partito da qui, da Monte di Procida. Per questo, sentirlo uno di noi non è solo un orgoglio. È naturale. Ma l’episodio riapre una ferita grande: il tema della sicurezza nelle strade. Il rispetto degli spazi pubblici. La libertà di esprimersi senza paura. La speranza, adesso? Che chi ha fatto questo venga trovato e punito. E che episodi del genere non si ripetano. Perché chi porta arte e bellezza in città, merita protezione. Non umiliazione.
A Pierangelo va il nostro più sincero e solidale abbraccio.
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