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Il ministro Musumeci ha firmato lo stato di mobilitazione straordinaria per i Campi Flegrei. Ecco cosa significa

Il ministro Musumeci ha firmato il decreto per disporre la mobilitazione straordinaria del Servizio nazionale di Protezione civile per l’area dei Campi Flegrei.

Musumeci: “Ho appena firmato il decreto per disporre la mobilitazione straordinaria del Servizio nazionale di Protezione civile per l’area dei Campi Flegrei. Il provvedimento si è reso necessario a supporto della Regione Campania, per fronteggiare la situazione di criticità determinatasi con lo sciame sismico, con numerosi eventi molto superficiali, di cui uno di magnitudo 4.4, che ha determinato una grave situazione di pericolo per l’incolumità delle persone e per la sicurezza dei beni pubblici e privati. È stata così accolta la richiesta del presidente della Regione, dopo la rapida istruttoria del Dipartimento nazionale di Protezione civile. Per meglio operare nella difficile situazione, lo stesso Dipartimento assicurerà così il coordinamento dell’intervento del Servizio nazionale della Protezione civile e del volontariato organizzato di altre Regioni, a supporto delle strutture regionali campane. L’obiettivo è concorrere a fornire, in caso di necessità, l’assistenza ed il soccorso alle popolazioni interessate“.

Cos’è la Mobilitazione Straordinaria del Servizio Nazionale di Protezione Civile

La mobilitazione straordinaria del Servizio Nazionale di Protezione Civile è uno strumento attivato in situazioni eccezionali che richiedono una risposta immediata e coordinata da parte delle autorità. Questo meccanismo viene utilizzato quando un evento, come uno sciame sismico, minaccia la vita, l’integrità fisica o beni di primaria importanza.

Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ha richiesto al Governo la mobilitazione straordinaria del Servizio nazionale di Protezione Civile per fronteggiare la situazione emergenziale​. Tale richiesta è stata accolta rapidamente: nel pomeriggio di oggi 13 marzo, dopo una veloce istruttoria del Dipartimento nazionale, il ministro per la Protezione Civile Nello Musumeci ha firmato il decreto di mobilitazione straordinaria per l’area flegrea​.

Questa mobilitazione è uno strumento previsto per supportare le autorità locali in casi di crisi complessa, e permette di mettere in campo risorse e competenze di tutto il Servizio nazionale di Protezione Civile in modo coordinato. Di seguito i punti chiave delle misure adottate e delle implicazioni per il territorio.

Le prime azioni concrete messe in atto mirano a garantire la sicurezza della popolazione e la valutazione rapida dei danni causati dalle scosse:

  • Verifiche e messa in sicurezza: Squadre di tecnici e vigili del fuoco stanno effettuando verifiche speditive dei danni su edifici e infrastrutture nelle zone colpite​. Questo include controlli strutturali sugli immobili (abitazioni, scuole, edifici pubblici) per individuare lesioni o cedimenti. Ad esempio, è stata interdetta per controlli una scuola nel quartiere Posillipo di Napoli​, e in generale sono state chiuse in via precauzionale tutte le scuole nel comune di Pozzuoli e nel Municipio di Bagnoli a Napoli nella giornata del 13 marzo​, per consentire ispezioni approfondite. In comuni limitrofi come Bacoli e Quarto, le verifiche svolte in nottata non hanno evidenziato danni significativi, permettendo la regolare apertura delle scuole​. Finora non si registrano crolli di vasta entità, anche se si sono verificati danni minori (come il crollo di controsoffitti) con alcuni feriti lievi: 13 persone hanno dovuto ricorrere a cure mediche a causa della scossa maggiore, per contusioni o tagli da vetri rotti​.

  • Centri di coordinamento locali: Sin dalle prime ore dell’emergenza, i comuni interessati hanno attivato i propri Centri Operativi Comunali (COC) per gestire la situazione​. In parallelo, presso la Prefettura di Napoli è stato convocato il Centro Coordinamento Soccorsi (CCS) provinciale​. Questi centri garantiscono il raccordo tra tutte le forze in campo a livello locale (protezione civile regionale, forze dell’ordine, vigili del fuoco, sanitari, ecc.) e permettono di prendere decisioni tempestive (come evacuazioni di singoli edifici pericolanti, chiusura di strade, assistenza ai cittadini in difficoltà). Il Capo Dipartimento nazionale della Protezione Civile, Fabio Ciciliano, ha riferito di aver convocato immediatamente un’unità di crisi nella notte, in coordinamento con la Prefettura e la Protezione Civile regionale, per organizzare la risposta urgente allo sciame sismico​.

  • Aree di attesa e assistenza per la popolazione: Considerando la forte preoccupazione dei residenti e il desiderio di molti di non rientrare subito nelle proprie case dopo le scosse, sono state allestite aree sicure di ritrovo temporaneo. In particolare, la Protezione Civile campana – su indicazione del Presidente De Luca – ha predisposto presso l’ex base NATO di Bagnoli (Napoli) una “Area di Attesa”: una tensostruttura di circa 140 mq con tavoli e sedie per accogliere chi desidera trascorrere qualche ora in sicurezza lontano dagli edifici​. Nell’area sono stati installati servizi igienici chimici (10 unità) e presidi sanitari di primo soccorso gestiti dall’ASL Napoli 1 Centro​. Il personale della società regionale SMA Campania e volontari di Protezione Civile si sono attivati già dal pomeriggio del 13 marzo per montare queste strutture​. È importante sottolineare che si tratta di un’area di attesa (sosta breve), non di accoglienza prolungata: per i cittadini che avessero necessità di passare la notte fuori casa è stata individuata una sede comunale in via Acate a Bagnoli, prevista dal piano di protezione civile del Comune di Napoli​. Proprio nelle ore successive alla scossa principale, decine di residenti della zona, presi dal panico, si erano spontaneamente radunati presso l’ex base NATO – arrivando anche a forzare i cancelli trovati inizialmente chiusi – per trovare riparo all’aperto. La pronta apertura ufficiale di questo spazio come area di attesa, annunciata in mattinata dal sindaco di Napoli Gaetano Manfredi​, ha risposto a tale esigenza, offrendo una soluzione più ordinata e dignitosa rispetto alla permanenza in strada o in auto.

  • Monitoraggio continuo e informazioni: L’Osservatorio Vesuviano dell’INGV (Istituto di Geofisica e Vulcanologia) sta monitorando h24 l’evoluzione del bradisismo e delle scosse​, fornendo aggiornamenti costanti alle autorità. I dati in tempo reale sui terremoti (magnitudo, epicentri, profondità) vengono condivisi con la Protezione Civile per valutare il rischio di ulteriori eventi. Al momento, l’INGV conferma che lo sciame sismico ha generato decine di eventi minori dopo il picco di magnitudo 4.4 e non si segnalano ulteriori scosse di pari entità fino al tardo pomeriggio del 13 marzo​. Sul fronte della comunicazione al pubblico, il Dipartimento di Protezione Civile e la Regione Campania stanno diffondendo consigli e informazioni utili: ad esempio, attraverso i media locali e i social, viene raccomandato alla popolazione di mantenere la calma, seguire le norme di autoprotezione durante le scosse (ripararsi sotto mobili robusti, evitare di usare ascensori, ecc.) e informarsi solo attraverso fonti ufficiali. Un piano di comunicazione alla popolazione dedicato al rischio bradisismico è stato elaborato in precedenza nell’ambito delle misure preventive nazionali​, proprio per assicurare che, in emergenze come questa, i cittadini ricevano istruzioni chiare su cosa fare.

Con la mobilitazione straordinaria, il Dipartimento nazionale di Protezione Civile assume il coordinamento generale degli interventi, integrando le forze locali con quelle provenienti dal resto d’Italia. In pratica, questo significa:

  • Invio di risorse da altre regioni: Su indicazione del Dipartimento, vengono attivate le “colonne mobili” delle altre Regioni e Province autonome​. Le colonne mobili sono contingenti di mezzi, attrezzature e personale specializzato di protezione civile pronti a muoversi in aiuto delle zone colpite. Ad esempio, possono includere squadre per l’allestimento di campi tende, unità per il rilevamento di danni strutturali, moduli per mense da campo, generatori elettrici, pompe idrauliche, ecc. e i relativi tecnici e volontari. Queste risorse aggiuntive saranno schierate a supporto della Protezione Civile della Campania, che dall’inizio dell’emergenza ha impiegato tutte le risorse territoriali disponibili e il volontariato regionale​. Il contributo extra-regionale assicura un rinforzo in termini di uomini e mezzi qualora la situazione dovesse aggravarsi o prolungarsi.

  • Volontariato organizzato nazionale: Oltre alle colonne mobili istituzionali, la mobilitazione coinvolge il volontariato di Protezione Civile organizzato di altre regioni​. Dunque, associazioni e gruppi di volontari da ogni parte d’Italia, formati per operare in emergenze, possono essere attivati e messi a disposizione nell’area flegrea. Questi volontari possono svolgere numerosi compiti: assistenza alla popolazione nei centri di accoglienza, supporto logistico (distribuzione di pasti, montaggio di tende), attività informative porta-a-porta, aiuto nelle verifiche di agibilità, ecc. L’integrazione dei volontari avviene sotto il coordinamento del Dipartimento e in raccordo con la Sala Operativa Unificata della Regione Campania, così da evitare sovrapposizioni e impiegare al meglio le competenze di ciascuno.

  • Strutture operative nazionali: All’interno del Servizio nazionale di Protezione Civile rientrano vari enti e Corpi dello Stato (i cosiddetti “soggetti operativi”): Vigili del Fuoco, Forze Armate, Forze dell’Ordine, servizi sanitari e Croce Rossa, strutture scientifiche e tecniche, ecc. La mobilitazione straordinaria permette di rafforzare l’apporto di queste strutture. Ad esempio, il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco può incrementare il numero di squadre sul posto per i soccorsi e i controlli di stabilità; l’Esercito potrebbe essere chiamato a supporto logistico (ponte radio, mezzi per evacuazione, presidi nelle zone rosse); la Croce Rossa Italiana e altre organizzazioni sanitarie possono inviare ulteriori personale medico e ambulanze per assistenza. Tutto questo viene diretto dal Dipartimento nazionale, in costante raccordo con l’unità di crisi locale e con il Direttore dell’Agenzia Regionale di Protezione Civile. Come dichiarato dallo stesso ministro Musumeci, l’obiettivo di questo sforzo coordinato è di “fornire, in caso di necessità, assistenza e soccorso alle popolazioni interessate” nel modo più efficace e tempestivo possibile.

La mobilitazione straordinaria, quindi, mette in moto un flusso di risorse economiche e logistiche significativo: nell’immediato per gestire l’emergenza (costi di emergenza), e in prospettiva per mitigare i rischi (costi di prevenzione). Le istituzioni dovranno bilanciare l’urgenza del soccorso con la pianificazione a lungo termine, assicurando trasparenza nell’uso dei fondi e un coordinamento efficace anche sotto il profilo amministrativo.

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