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Mafia e malavita per la DIA solo le isole sono “pulite” da fenomeni mafiosi o infiltrazioni malavitose.

Un risultato confortante arriva dalla relazione della Direzione Investigativa Antimafia (DIA) relativa al secondo semestre dell’anno solare 2019 che evidenzia ancora una volta come l’ isola di Ischia sia esente da fenomeni mafiosi o infiltrazioni malavitose. Nella sezione che riguarda Pozzuoli, Bacoli, Quarto, Fusaro, Monte di Procida, Miseno e Isole del Golfo non c’è traccia di Ischia, gli investigatori scrivono testualmente: “Nell’area flegrea, che include i comuni di Pozzuoli e di Quarto, il sodalizio Beneduce-Longobardi, sebbene registri la detenzione degli elementi apicali e di un nutrito numero di affiliati, tuttavia mostra ancora vitalità attraverso l’azione di alcuni esponenti di spicco che continuano a gestire le attività illecite nel territorio, con tentativi di riorganizzazione promossi da nuove leve. Quest’ultima ipotesi ha trovato conferma in un’indagine dei Carabinieri, che il 3 dicembre 2019 hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di due pregiudicati, affiliati al clan Longobardi-Beneduce, attivi in una serie di estorsioni realizzate avvalendosi, ovviamente, delle modalità mafiose. Nello stesso contesto, un evento che ha destato un forte clamore mediatico è rappresentato dai festeggiamenti con fuochi d’artificio organizzati a Monteruscello, il 31 ottobre 2019, per la scarcerazione di due affiliati ai citati Longobardi-Beneduce, che hanno visto un’ampia partecipazione popolare, attratta anche dall’esibizione di un cantante neomelodico. Tale episodio fa emergere ancora una volta quelle ambiguità relazionali che da alcuni decenni intercorrono tra la criminalità organizzata e il genere cd. neomelodico, troppo spesso (e non solo in territorio campano) facile cassa di risonanza dei disvalori sociali tipici della camorra, dove la musica diventa un potente strumento di comunicazione che accompagna l’omaggio reverenziale al boss detenuto o appena tornato in libertà o al latitante. Una sorta di applicazione, in chiave moderna, della locuzione latina panem et circenses: è l’evidente e inconfutabile dimostrazione che parte della comunità risulta sottomessa alla presenza criminale, in particolare verso soggetti che, seppur detenuti (anche da lunghi anni ed in regime differenziato) detengono ancora saldamente potere all’esterno, esteriorizzato con strategie demagogiche. A Bacoli e Monte di Procida risulta attiva l’organizzazione criminale PARIANTE, che fa capo al figlio del capostipite e a suo zio paterno, dedita ad attività estorsive e allo spaccio di stupefacenti”

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