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Vincenzo Di Nardo, lo scopritore della statua di Ulisse nelle acque di Baia

Baia, 1969. Il giorno dopo una forte tempesta, Di Nardo Vincenzo insieme al padre, Antonio Carannante, esce per la pesca come di consuetudine. Lui e il papà conoscono come le loro tasche i fondali del golfo baiano. Sanno bene cosa nasconde quel mare, ricco di mitili, polpi e pesci.

Ecco che durante la sua immersione Vincenzo nota qualcosa di strano. Si avvicina e scopre che quello che vede non è un semplice scoglio ma qualcosa di più. Prova a ripulire e si accorge che dal fango e dalle alghe si intravede una forma, una statua!

Risale ed avverte il padre della scoperta. A breve vengono avvertiti i carabinieri del nucleo subacqueo. Da quel momento la zona viene strettamente sorvegliata dai carabinieri sommozzatori.

Si iniziano le prime indagini alle quali seguiranno, poi, varie campagne di scavo fino al recupero di tutte le statue del ninfeo sommerso.

Ringraziamo Vincenzo Di Nardo per questa scoperta, senza di lui oggi il castello aragonese di baia, attuale museo dei campi flegrei, non avrebbe un tesoro così importante.

Purtroppo attualmente la sala che espone la ricostruzione del ninfeo imperiale è chiusa da anni. Si aspetta la sua riapertura come promesso da Giulierini per maggio 2019 insieme alla sala del sacello degli augustali.

Nestore Antonio Sabatano

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