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La Guardia Costiera sequestra 45 kg di datteri

 Pozzuoli: individuata “piazza” di vendita di datteri di mare

Nell’ambito delle attività di controllo e vigilanza della filiera ittica, direttamente disposte dall’Ammiraglio Arturo Faraone, Direttore Marittimo della Campania, finalizzate alla tutela della salute dei consumatori ed alla salvaguardia dell’ambiente e degli stock ittici, il personale dell’Ufficio circondariale marittimo di Pozzuoli, alle prime ore del giorno ha posto sotto sequestro un ingente quantitativo di datteri di mare (denominazione scientifica Lithophaga lithophaga) in peso complessivo superiore ai 45 kg.

L’intensa attività d’intelligence, svolta nei giorni scorsi dagli uomini della Guardia costiera di Pozzuoli ha permesso, mediante specifici appostamenti, di individuare la “piazza” illegale di smercio del prodotto. Infatti, in un parcheggio ad uso pubblico situato, nei pressi della stazione della cumana in località Arco Felice – Pozzuoli – i Militari hanno colto in flagranza un soggetto proveniente da Castellammare di Stabia pronto a vendere illegalmente a terzi il pregiato prodotto occultato opportunamente nel vano posteriore di un auto commerciale.

L’intero prodotto ittico, è stato posto sotto sequestro ed il detentore è stato deferito all’Autorità Giudiziaria di Napoli.

Il sequestro operato questa mattina, supera per ordine di quantitativo quello già effettuato nel periodo natalizio, sempre dagli uomini della Guardia Costiera di Pozzuoli, in territorio giuglianese che ammontava a 35 kg ed attesta, purtroppo, che la richiesta di tale specie di frutti di mare, sebbene proibita, è sempre attuale.

Si ricorda, infatti, che per tale specie non è ammessa la pesca, detenzione, trasbordo, sbarco, magazzinaggio, vendita e esposizione in qualsiasi stadio di crescita. Uno dei motivi per cui la pesca e la detenzione dei datteri di mare è severamente vietata è perchè, per i modi in cui viene praticata, è particolarmente violenta e distruttiva per il fondo marino che rimane notevolmente danneggiato per un lungo periodo di tempo con grave pregiudizio per tutta la flora e la fauna marina che è interessata a questo tipo di “Habitat”. Per meglio evidenziare la devastazione del fondo marino che questo tipo di pesca determina, il dattero di mare vive all’interno di gallerie scavate nella roccia calcarea grazie ad una secrezione mucosa erosiva e raggiunge le massime densità di popolazione entro i primi cinque metri di profondità pur essendo presente fino a 20-25 metri. La sua crescita è estremamente lenta e si stima che raggiunga la lunghezza di 5 cm in un arco di tempo compreso tra i 15 ed i 35 anni. La pesca del dattero di mare, quindi, determina la distruzione degli scogli dove questi animali vivono.

I controlli sull’intera filiera di commercializzazione dei prodotti ittici, continueranno serrati lungo tutto il litorale flegreo e domitio a tutela del consumatore nonché degli operatori del settore che agiscono nel rigoroso rispetto delle norme

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