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Veri o Falsi agenti Enel in giro per Monte di Procida.. ecco la verità

Enel[1]MONTE DI PROCIDA Stanno arrivando parecchie segnalazioni per delle persone che girano per le case cercando di cambiare i contratti ENEL con altri più vantaggiosi, in linea di massima non sono illegali ma questo dipende dal loro comportamento. Su questo stanno indagando anche i Caribinieri di Monte di Procida avvisati questa mattina.

Gennaro ci scrive che in questi giorni stanno girando ragazzi spacciandosi come al solito per dipendenti enel che vogliono “controllare una delle ultime bollette” per verificare se ci saranno aumenti statali etc… in una settimana ne sono venuti 3 volte. Da soli o in gruppo, quando vengono io li mando via e controllo che non facciano il giro anche dalle mie zie e nonni che magari potrebbero cascarci. Ovviamente sono venditori per qualche società di fornitura e attraverso i dati in bolletta poi sottoscrivono un contratto. La mia preoccupazione va a quei tanti anziani che comunque non possono informarsi neanche attraverso montediprocida.com.
Gennaro
Michele stamattina ci ha scritto, ci sono due tipi in giro per via Torrione che si identificano come operatori enel e chiedono l’ultima bolletta alla gente per verificare se rientrono nel prossimo rincaro, io temendo una truffa come tanti della zona li ho allontanati e ho ritenuto opportuno avvisarti.
Saluti Michele
in merito pubblichiamo l’articolo che abbiamo proposto on line nel 2013+ù
Tratto da IL MATTINO ON LINE. 2013

Avviso agli utenti: attenzione alla bolletta, perché in agguato, nella cassetta della posta, potrebbe celarsi una richiesta di pagamento per un contratto di energia elettrica o gas che non avete mai firmato.
E il rischio che ciò avvenga è sempre più alto, dato che «tra Napoli e provincia il fenomeno è in aumento: quasi il dieci percento dei contratti tra quelli che trattiamo è falso», avverte Rosario Stornaiuolo, presidente di Federconsumatori Campania.A essere danneggiati dalla truffa, va precisato, sono in questo caso sia i cittadini che le grandi aziende. Chi è che fa il furbo allora? «I tribunali – spiega l’avvocato Armando Cortese, penalista di Federconsumatori – sono pieni di procedimenti penali per contratti di fornitura falsi. Bisogna stare attenti a rilasciare i propri dati sensibili. Per stipulare un contratto non richiesto, infatti, bastano i dati dell’intestatario e poco altro. Questo favorisce singoli sub-agenti che creano contratti fasulli, dato che le loro percentuali di guadagno aumentano in proporzione al numero di contratti portati a casa a fine mese».
I premi di produzione fanno gola, dunque, ai rappresentanti delle ditte esterne di cui le grandi aziende si servono per vendere sul territorio. Ma è ovvio che non tutti i sub-agenti hanno intenzioni fraudolente. Per evitare pericoli, il cittadino che non voglia rischiare di cadere in certe trappole deve fare molta attenzione anche a dove vanno a finire le vecchie bollette. E a chi le si mostra.
Una scena tipo ce la racconta Cortese, con i fogli del procedimento penale alla mano. «Una signora ha aperto la porta al sub-agente, gli ha mostrato le precedenti bollette e si è ritrovata poco dopo con un contratto che non ha mai firmato”. In questi casi, le cifre da pagare variano. Si va dalla singola bolletta da 50-60 euro (come nel caso della signora) fino a migliaia di euro se la truffa viene fatta, per esempio, ai danni di un’attività commerciale. C’è chi ci casca e paga. C’è chi paga per timore o per sfinimento. E c’è chi, al contrario, sceglie le vie legali. «Il meccanismo del contratto non richiesto è cresciuto in maniera esponenziale negli ultimi anni – spiega l’avvocato Roberta Rispoli -. Il consenso del firmatario viene letteralmente inventato».
Una volta chiarito il ‘perché’ del contratto falso, veniamo al ‘come’. Solitamente la truffa avviene in due modi. Con firma apocrifa, se il sub-agente sottoscrive il contratto al posto dell’utente ignaro. Non a caso, i processi si risolvono molte volte con una perizia calligrafica, cioè confrontando la firma messa sul contratto falso con quella reale dell’utente. Oppure la truffa può essere telefonica, se chi sta dall’altro lato della cornetta riesce a carpire a distanza i dati dell’intestatario. Oltretutto, il cosiddetto codice ‘pod’ (‘point of delivery’, cioè il punto di prelievo dell’energia dalla rete elettrica nazionale), individuale e presente sulla bolletta dell’energia elettrica, si ricava con facilità aggiungendo “IT00” al “numero del cliente”, che si ottiene schiacciando un tasto del contatore. Insomma, per procurarsi il pod di un utente basta introdursi nel palazzo, premere un tasto e il gioco è fatto.
Il libero mercato, si sa, ha i suoi pregi e i suoi difetti. Tra questi ultimi, c’è anche il rischio di ingolosire i promoter malintenzionati con guadagni irregolari. Nonostante le contromisure che le aziende adottano per contrastare chi fa il furbo nella vendita porta a porta. «Prima di procedere all’attivazione di un contratto contattiamo telefonicamente il cliente per accertarne la volontà – fanno sapere da Enel Energia -. Inoltre, sono previste diverse fasi di controllo sulla correttezza delle procedure e il pagamento di penali rilevanti nel caso in cui emergono comportamenti non conformi. Dal codice identificativo presente sul contratto, Enel Energia può individuare le agenzie responsabili di eventuali comportamenti scorretti e intervenire con misure che vanno da multe fino alla risoluzione del contratto con l’agenzia stessa».
Non diversa, la posizione di Andrea Casalgrandi, general manager delle vendite ai clienti di Sorgenia: «I contratti non richiesti danneggiano i cittadini ma anche noi operatori. I rappresentanti delle nostre agenzie esterne sul territorio sono vincolati al rispetto di una corretta condotta commerciale: devono avere un tesserino di identificazione, specificare che lavorano per Sorgenia, illustrare le offerte in modo trasparente e accertarsi della volontà del cliente di sottoscrivere un contratto. Se queste regole non vengono rispettate Sorgenia interrompe il rapporto di collaborazione e nei casi estremi si rivolge all’autorità giudiziaria. Anche in caso di contratti falsi o sottoscritti contro la propria volontà, tuteliamo il cliente con una telefonata di controllo da parte del nostro call center, una lettera di pre-benvenuto precedente l’attivazione e la possibilità di dare disdetta entro 10 giorni dal ricevimento della conferma di attivazione (40 giorni in caso di vendite telefoniche)».
Resta da fare un secondo avviso agli utenti: non c’è solo l’insidia del contratto falso. Anche la «bolletta pazza» rientra tra i casi gettonati. In quel caso, si tratta di errori meno gravi, involontari, risolvibili dopo la segnalazione dell’errore. Eppure scenografici, dato che fa impressione vedersi arrivare una bolletta del gas da infarto: 77mila e 464 euro da pagare dopo pochi mesi dall’ingresso in casa, come è capitato a una coppia di sposini napoletani. «Ormai è una giungla in cui combattiamo quotidianamente – spiega Rosario Stornaiuolo, presidente di Federconsumatori Campania -. Tra Napoli e provincia la truffa del contratto falso è in crescita. Anche a causa della crisi, ormai più del 9 percento dei contratti di forniture che ci presenta la nostra utenza è un falso telefonico o con firma apocrifa. Abbiamo già vinto una causa contro una grande azienda per un contratto falso. Sempre più gente ci chiede che le utenze non vengano sospese perché non si riesce a pagare le bollette regolari, figuriamoci se si possono pagare quelle false». Oltre al danno, la beffa per i più deboli. «Sono sempre di più gli immigrati vittime di contratti non richiesti, siamo sui tre casi ogni due settimane», spiega Pierre Preillà di Federconsumatori. Racconta poi il tragicomico caso di un immigrato che, al momento della presunta sottoscrizione del nuovo contratto di fornitura a Napoli, si trovava in Senegal. Insomma, utenti, attenzione alla bolletta, ovunque siate.

fonte www.ilmattno.it articolo di Gennaro Di Biase

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