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Marinaio di Procida muore sulla piattaforma petrolifera in Congo

Fabio GrissinoGiallo in Congo. Marinaio di Procida muore sulla piattaforma petrolifera. Stava per tornare a casa

Procida. Fabio Grissino, 52 anni, marittimo procidano, è morto a bordo della piattaforma petrolifera dove lavorava al largo del Congo. La notizia ha gattato nella disperazione tutta la famiglia. Il padre Tommaso, la mamma Lucia, le sorelle Augusta e Cinzia, il fratello Ciro, sommozzatore della Marina militare, la compagna Gabriella sono annichiliti dal dolore. Ma l’isola intera è rimasta sconvolta: Fabio era una persona amabile, sognatore, dotato di una forte volontà. Il suo motto su Facebook è eloquente: «Niente è impossibile se lo si vuole veramente». Dopo aver conseguito il diploma presso l’istituto nautico isolano «F. Caracciolo», Fabio aveva navigato per alcuni anni. Poi aveva aperto un’attività commerciale nell’isola. Ma il richiamo del mare si era fatto sentire. Per cui aveva colto l’opportunità offertagli dalla società francese «Servtec» di lavorare a bordo di una piattaforma petrolifera, situata nel tratto di mare, a largo di Pointe Noire, una cittadina della Repubblica del Congo. La «Servtec» è una società francese, operante in Congo, Angola, Qatar e Filippine, che fornisce infrastrutture e tecnici nel campo dell’estrazione petrolifera e mineraria. Grissino occupava il ruolo di «esperto marittimo». Un lavoro duro, faticoso e pericoloso, ma che consentiva a Fabio di avere un piede a terra, nel senso che, come da contratto, dopo un mese a bordo, tornava a Procida per altrettanti 30 giorni prima di tornare in mare. Nei giorni scorsi Fabio era in procinto di tornare a casa, il suo turno di lavoro stava per terminare. Ma il destino ha deciso diversamente. La dinamica dell’incidente non è nota. Le notizie fornite dalla «Servtec» non fanno luce sull’accaduto. Si sa soltanto che le autorità congolesi hanno aperto un’inchiesta. La salma dello sfortunato marittimo potrebbe essere trasferita nell’isola fra una settimana. Il sindaco di Procida Vincenzo Capezzuto sta cercando di velocizzare al massimo le pratiche burocratiche. La morte di Fabio Grissino, al di là del dolore e della commozione emotiva, ha lasciato nell’isola una scia di dolorosa amarezza sociale. «La morte di un marittimo, per di più per un incidente sul lavoro, non trova mai l’eco che merita sui mass media», dicono al Circolo Capitani e Macchinisti di Marina Grande. Nell’isola la tematica della sicurezza sul lavoro è stata rilanciata qualche mese fa dal «Premio Hereos», un concorso letterario scritto e promosso dal medico del lavoro Attilio Cesarano. «Questa dolorosa via crucis dell’amato Fabio – commenta il professore Michele Romano – non si fermi al solo momento emotivo, ma costituisca la spinta ad un forte ripensamento di come ricostruire il nostro vissuto comunitario, cominciando proprio dall’attenzione e l’impegno verso la salvaguardia dei marittimi». (Domenico Ambrosino – Il Mattino)

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