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Quattro Giovani Attrici di Monte di Procida e Bacoli debuttano con Mimmo Borrelli

Quattro Giovani Attrici di Monte di Procida e Bacoli debuttano in Opera Pezzentella di Mimmo Borrelli

Finalmente in scena “Opera Pezzentella”, testo inedito che verrà messo in scena il 16 e il 17 giugno nella chiesa di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco. Un’opera d’arte site specificche si preannuncia come la possibilità di vivere un’esperienza per ora unica, ma, speriamo, ripetibile.opera pezzentella 1

Mimmo Borrelli, dopo quasi dieci anni di successi e tanti riconoscimenti (ultimo in ordine di tempo il Premio Testori; premio Riccione vinto, unico caso, per due volte consecutive; premio Tondelli; premio Vittorio Gassman; premio Eti Olimpici del Teatro) è da molti considerato “il più grande drammaturgo italiano del momento” (Renato Palazzi, Linus); torna in scena da autore, regista e attore con “Opera Pezzentella”, testo in versi scritto dopo due anni dedicati a raccogliere testimonianze e storie legate al culto delle anime pezzentelle, ma soprattutto a vivere la chiesa nella sua quotidianità, nel rapporto che essa ha con il quartiere e con la sua storia più recente. Da circa 10 anni la chiesa ha goduto di interventi di restauro, ha visto l’apertura di nuovo ambienti e negli ultimi due anni è tonata ad essere anche un luogo di relazioni, di incontri, grazie al progetto Purgatorio ad Arco: un Arco sul territorio, sostenuto da Fondazione CON IL SUD. Ogni pomeriggio la chiesa accoglie giovani e ragazzi del quartiere che fanno musica, cantano, si muovono nella sua preziosa navata. Mimmo Borrelli ha “raccolto” tutto ciò: ha studiato il passato, ascoltato testimonianze, vissuto il presente. La chiesa, il culto, i fedeli, le passioni e le relazioni dei nostri giorni confluiscono e diventano parte, anche grazie ai 20 giovani interpreti (tra cui quattro ragazze di Bacoli e Monte di Procida: Sara Guardascione, Isabella Lubrano, Lucienne Perreca e Sara Scotto di Luzio. ndr) , di questa cerimonia: un intenso omaggio ad uno spazio vivo, pieno di spiritualità e di umanità.borrelli

Nasce così Opera Pezzentella di e con Mimmo Borrelli:

L’intento, doveva essere quello di legare la storia pietrosa, importante ed apparentemente morta dei monumenti, della chiesa, delle nicchie, con la testimonianza pulsante, anche bassa ma viva di quelli che, in quella chiesa e in quel rito sociale erano completamente immersi e assorbiti, ovvero coloro che frequentavano quotidianamente quei luoghi, che poi rappresentano i veri e propri monumenti, depositari del saggio sapere e della memoria storica del sito: un restauro delle memorie che sitibondo, errabondo e frenetico è andato di pari passo con quello del sito, a partire dalle umanità più svariate dei fedeli, per arrivare ai diseredati, gli umili, o gente comune del quartiere, che di quella struttura ne hanno incoscientemente, preservato nulla se non la loro presenza, o fortunatamente custodito leggende, racconti, storie, orditi appassionati di commiserazione, perdono, gioia, grazia, speranza.

Ho scelto di coinvolgere dei non-attori o attori non pienamente formati ed anche allievi attori, molti dei quali hanno partecipato ai laboratori del progetto di valorizzazione partecipata che negli ultimi due anni ha cambiato il volto del Complesso del Purgatorio ad Arco. Attori che hanno l’anima da mettere in gioco, coristi che hanno l’ugola da tendere, scordare, nello sradicare “ll’anema ra cuorpo”, in un’ascesa protetta, seppur messa alla brace del fuoco della purga più severa: il giudizio del pubblico. Pubblico che in tal senso anch’esso dovrà prepararsi ad un viaggio esperienziale lungo tre tappe e tre luoghi della chiesa: un fuori, un dentro, un sotto. Sacrestia, chiesa, ipogeo. Così come il Purgatorio rappresenta la terra di mezzo, il dentro tra il fuori e il sotto, di Paradiso e Inferno.

L’intento è quindi di riavvicinare interpreti e spettatori, in una trance lucida comune, attraverso l’emozione, i loro ricordi, le loro passioni, per farli confluire in una concreta ri-frequentazione della chiesa. I guardiani e le anime disperse dovranno “servire” una cerimonia laica, espressa attraverso i suoi aspetti spirituali e sociali, laici seppur liturgici, in rapporto vivo con l’incommensurabile natura e memoria patrimoniale della struttura: artistica, architettonica, religiosa.

 

“Opera pezzentella” è quindi anche un racconto sulla nostra Napoli sitibonda e sepolta, poiché il culto delle anime pezzentelle ne rappresenta pienamente sia la discrasia, che l’armonia, in equilibrio sempre mancante e allo stesso tempo stabile del suo popolo. Un viaggio nella nostra contraddittoria Napoli, ossimorica di eccessi, tra i fiotti tufacei dei suoi sotterranei ed ipogei intellettivi per quanto passionali; disumani a volte, idilliaci templi, della nostra stessa disgraziata città, condannata da una bellezza che ormai ci è indifferente, come anche l’aldilà che un tempo però era sempre invece percepito come prossimo, vicino, aderente alla sopravvivenza del napoletano stesso.”

Mimmo Borrelli

fonte: www.purgatorioadarco.it

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