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100mila a Napoli per un Fiume in Piena, i montesi in prima fila. Video

NAPOLI – Neanche la pioggia ha fermato i manifestanti. Il corteo «Fiume in piena» è partito da Piazza Garibaldi a Napoli per poi invadere corso Umberto e arrivare a piazza Plebiscito. In piazza sono scese tantissime persone (10omila secondo gli organizzatori) provenienti da ogni angolo della Campania, e non solo, per dire «No al biocidio». Ci sono anche persone dal resto d’Italia. Famiglie, gruppi d’amici, semplici conoscenti. Tutti uniti per salvarsi dai veleni della camorra. I manifestanti chiedono l’immediata bonifica delle terre campane inquinate dagli sversamenti illegali di rifiuti tossici e nocivi. L’indice è puntato anche contro il fenomeno dell’incendio di rifiuti che fa conoscere alcuni comuni delle province di Napoli e Caserta ormai tristemente note come «La Terra dei fuochi». IL CORTEO – I manifestanti espongono anche alcuni striscioni con le foto di persone morte negli ultimi anni per patologie oncologiche: a loro dire si tratta di malattie legate all’inquinamento dei suoli. E poi una galleria di foto di quelli che ritengono «Colpevoli di biocidio». E tra striscioni che chiedono di finirla con il «Biocidio», c’è anche la «Bancarella dei veleni», una dimostrazione «olfattiva» di cosa si prova a vivere nella Terra dei Fuochi. E poi tanti altri striscioni e cori che vanno dal «Monnezza vostra, Morte nostra» a «All’anema e chi t’è muort». I cittadini campani scendono di nuovo in piazza a distanza di poco più di 2 settimane dalla precedente manifestazione del 26 ottobre, sempre sullo stessa tema: la catastrofe ambientale tra Napoli e Caserta.
DON PATRICIELLO – «Oggi è un punto di non ritorno, una data spartiacque. Vogliamo risposte certe». Così risponde Don Maurizio Patriciello, a chi gli chiede come sta andando la manifestazione. Ed è proprio stato alla testa al corteo il parroco di Caivano che da anni si batte per le bonifiche. Don Patriciello taglia corto sulle polemiche e spiega «Fare finta di non vedere ora è un sacrilegio. Chi non vede dovrà renderne conto alla storia. Chi nasce oggi non avrà la terra. Siamo stati dei farabutti l’abbiamo rovinata. Però la nostra madre terra Campania è moribonda, ma non è morta». Accanto a don Maurizio Patriciello, sta sfilando Nino D’Angelo, che ha sollecitato «un risveglio delle coscienze». Ma il cantante è solo una delle tante persone del corteo fatto di musica di un clima sereno nonostante la preoccupazione per il futuro della Campania e per quello dei propri figli. “oggi è un punto di non ritorno. è una data spartiacque. Vogliamo risposte certe.
fonte www.ilcorrieredelmezzogiorno.it

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