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Rifiuti tossici e salute: che fare? Convegno a Pozzuoli con don Patriciello

All’incontro erano presenti anche i rappresentanti del “Comitato Terra dei fuochi e dei veleni”  di  Monte di Procida.

Centinaia di persone hanno partecipato al convegno, conclusosi da pochi minuti, presso l’Auditorium dell’Isis “G. Tassinari” di Pozzuoli. Sotto i riflettori il triste scenario che da anni ormai si consuma in Campania, definita da tanti come enorme sversatoio di materiali tossici e speciali provenienti da tutta Italia. “Rifiuti tossici e salute: che fare?”: questo il nome dell’iniziativa promossa dall’Osservatorio per la Tutela dell’Ambiente e della Salute e dall’Acli Dicearchia di Pozzuoli per definire proposte concrete a favore della prevenzione sanitaria e della tutela ambientale. Un messaggio di speranza, dunque, per ripartire e combattere dallo stesso fronte la più grande devastazione ambientale e territoriale che si sta realizzando sotto i nostro occhi.

Ad intervenire presso la sala “A. D’Ambrosio” dell’istituto scolastico di Pozzuoli, diretto dal preside Dario Sessa, sono state numerose personalità, quali: l’avvocato Giovanna Di Francia, presidente dell’Acli Dicearchia; il dottor Diego Bouché, direttore dell’Ufficio Scolastico Regione Campania; il dottor Vincenzo Stabile, comandante regionale del Corpo Forestale dello Stato; padre Maurizio Patriciello, parroco di Caivano; l’avvocato Domenico Carozza, giuslavorista; il professore Ugo Leone, condirettore della rivista Amra e il professore Ciro Di Francia, presidente dell’Osservatorio per la Tutela dell’Ambiente e della Salute.

Anche se non è stato ufficializzato, in Italia, il nesso che ci sarebbe tra l’incremento dei tumori in alcune aree della Campania e la presenza di discariche abusive nella Regione, i dati che lo rendono evidente si fanno ormai sempre più preoccupanti. La gente continua ad ammalarsi e a morire: la mortalità è risultata in eccesso significativo per gli uomini nel 19 per cento dei comuni della provincia di Caserta e nel 43 per cento dei comuni della provincia di Napoli; per le donne nel 23 per cento dei comuni della provincia di Caserta e nel 47 per cento dei comuni della provincia di Napoli.

L’idea dei promotori del convegno è creare, infatti, al più presto un Coordinamento sul territorio flegreo per isolare coloro che hanno provocato tale disastro ambientale e l’epidemia oncologica, garantendo al contempo un futuro migliore alla giovane popolazione. “Siamo pronti a fare passi in avanti per il nostro futuro, ma crediamo sia necessaria l’unione delle forze – ha affermato il professore Ciro Di Francia, presidente dell’Osservatorio locale, che rivolge ancora una volta un accorato appello ai sindaci flegrei – Insieme possiamo combattere i ‘patti’ che danneggiano la salute pubblica e recuperare l’immagine e l’economia della nostra regione. Il nostro progetto vuole accorciare le distanze con le istituzioni e svolgere insieme ad esse il ruolo di sentinelle del nostro territorio”.

Per don Patriciello, anima di tante battaglie contro i roghi tossici, la forza della disperazione è al momento il motore principale. “Qui viene disatteso il sistema di precauzione, né vengono fornite ai cittadini risposte certe – denuncia il parroco di Caivano – Chiediamo una mappatura dei terreni agricoli per sapere quali prodotti possano essere messi sul commercio, senza avvelenare i nostri bambini; siamo stanchi di veder morire centinaia di persone senza che venga mosso un dito. Occorre una marcia in più per fermare questa catastrofe e porre fine ad una situazione del tutto anomala”.

La manifestazione ha puntato, inoltre, l’attenzione sul bioscanner, strumento inventato dal fisico Vedruccio che in pochi minuti e senza alcun disagio per il paziente consente di rilevare la presenza di stati patologici. La famiglia Di Francia sta combattendo da mesi affinché l’apparecchiatura possa essere messa a disposizione dell’intera comunità flegrea. Stasera Pozzuoli ha lanciato un ennesimo messaggio di riscatto. Le persone presenti al convegno hanno deciso di fare la propria parte per la prevenzione sanitaria e la tutela del territorio. Non vogliono arrendersi al pensiero che tutto sia corrotto e che non ci sia più nulla da fare, né fare battaglie solo sui social network, senza metterci la faccia.

Oltre 300 persone oggi hanno deciso di appoggiare la lotta dell’Osservatorio e dell’Acli Dicearchia perché stanchi di vedere ammalare i propri cari, di vederli strappare alla vita così precocemente e crudamente.

E tu? Da che parte stai?

tratto da http://www.quartonews.it

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